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I Farmer's Market in Italia

di Dario Gelo - 23/02/2008


Con l'emanazione del decreto da parte del ministero delle Politiche Agricole, in vigore 
dal 1 gennaio 2008, i mercati contadini, mercati riservati all'esercizio della vendita diretta da parte 
degli imprenditori agricoli, presto si svilupperanno anche in Italia.

 

Con l'emanazione del decreto da parte del ministero delle Politiche Agricole, in vigore dal 1 gennaio 2008, i mercati contadini,  mercati riservati all'esercizio della vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli, presto si svilupperanno anche in Italia.

Il decreto permette lo sviluppo di circa 100 mercatini nelle città italiane entro il 2008 per arrivare, nel 2010 a 400-500 mercati attivi, per un totale di 6000-8000 imprese agricole coinvolte.

La vendita diretta presso il mercato accorcia la filiera, favorendo un rapporto diretto produttore-consumatore con il conseguente abbassamento dei prezzi. Inoltre la vendita degli imprenditori agricoli nei mercati della propria zona garantisce al consumatore un prodotto fresco, di qualità e del territorio.

I mercati contadini, noti anche con il termine anglosassone ‘farmer's market', sono già  attivi  in altri paesi come Francia, Gran Bretagna, Germania, Scozia e Stati Uniti,  dove  il fenomeno è  in  rapida espansione. La svolta americana verso una alimentazione più equilibrata si evince  dall'apertura di ben 4385  farmer's market,  di cui  496 nella sola California.

I mercati contadini sono nati in Alto-Adige e via via si stanno sviluppando in molte zone  d' Italia. Interessanti esperienze sono quella relative alle regioni Toscana, Sicilia, Puglia. La Toscana , con il progetto "Filiera corta". ha messo a disposizione del territorio oltre 3 milioni di euro per avviare 36 iniziative, 16 mercati, 14 spacci  con apertura quotidiana,  3 negozi  nei  musei  e 3 accordi  fra categorie per corner shop in ristoranti, alberghi e negozi della Toscana. La Sicilia , con le domeniche d'eccellenza allestite a Palermo, ha fatto registrare circa 1600 rapporti commerciali tra produttori e consumatori. Un successo che ha convinto la Regione a replicare queste esperienze anche nelle altre province siciliane. La Puglia invece si contraddistingue con il farmer's market di Taranto (attivo dal 1995) e quello di Bari.

Ma quali sono dunque i vantaggi per il consumatore? La filiera corta garantisce al consumatore un prezzo più conveniente rispetto a quello praticato negli esercizi commerciali oltre ad una garanzia di assoluta freschezza e rintracciabilità del prodotto. Ma quali sono i vantaggi per le aziende agricole? La multifunzionalità dell'agricoltura consente maggiori entrate non solo nella vendita dei prodotti, perchè vi è anche la possibilità di organizzare attività culturali, didattiche e  dimostrative  legate  al  prodotti  alimentari,  tradizionali  ed  artigianali  del territorio.

Maggiori informazioni su come realizzare un farmer's market, giorni ed orari di apertura dei farmer's market in Italia e tanto altro si possono trovare sul portale dei mercati contadini in Italia.

Pubblicato su www.greenplanet.net


Mercati contadini: con prodotti locali calano prezzi e inquinamento

Tratto da http://www.polisquotidiano.it/ del 25 gennaio 2008

I mercati degli agricoltori direttamente in città “sgonfiano” i prezzi a tavola e combattono l’inquinamento. Gli acquisti degli alimenti direttamente dal produttore, infatti, portano ad un risparmio medio della spesa alimentare del 30%, mentre, comprando prodotti locali, ogni famiglia può contribuire a ridurre le emissioni in atmosfera fino a 1.000 chilogrammi/anno di CO2. E’ quanto emerso al convegno “Mercato contadino – No-Strano, Sì Nostrano” promosso a Bologna da  Coldiretti regionale con il patrocino della Regione Emilia Romagna e del Comune di Bologna
Le mele acquistate nei canali tradizionali del commercio (negozio al dettaglio, iper e supermercati) hanno un prezzo variabile da 1,70 a 2,49 euro al chilogrammo, mentre l’acquisto in un mercato contadino varia da 0,90 a 1,10, con un risparmio medio del 50%.  Analogo risparmio per le pere che si trovano nel commercio tradizionale ad un prezzo medio di euro 2,30/Kg, mentre nei mercati contadini è attorno a 1,50 euro/Kg (–35/%) e per i kiwi (2,50 euro/Kg nel mercato tradizionale, 1,50 euro nel mercato contadino). Vantaggi consistenti anche sul fronte degli ortaggi, dove le carote costano 1,35 al chilogrammo nel commercio tradizionale, a fronte di 0,80 euro/Kg nel mercato contadino, il radicchio tondo rosso 1,99 euro/Kg contro 1,00 euro/Kg, le patate 2 euro contro 0,80.
A testimonianza del risparmio per la spesa alimentare delle famiglie, al convegno è stato portato l’esempio del mercato contadino di Trento, operativo già dal 2007, dove i prezzi sono più bassi rispetto alle normali catene commerciali di una percentuale variabile (rilevamenti al 16 gennaio scorso) dal 31% del radicchio rosso tondo al 59% delle cipolle bianche.
Al convegno è stato ricordato che l’acquisto di prodotti al mercato contadino assicura il consumo di prodotti locali di stagione a “chilometro zero”, che non devono essere trasportati per migliaia di chilometri, con un doppio vantaggio: per il consumatore, che si trova sulla tavola un prodotto fresco e saporito, non raccolto con largo anticipo per consentirne il trasporto su lunghe distanze, e per l’ambiente perché si evita l’immissione di CO2 in atmosfera.
Secondo uno studio di Coldiretti, ad esempio, per trasportare a Roma un chilo di ciliegie dall'Argentina (vendute nel periodo natalizio a 28 euro/Kg) in aereo per una distanza di 11.200 km si liberano 15,5 kg di CO2, mentre per un kg di nettarine dal Sudafrica nel viaggio di 8.500 chilometri si emettono  12 kg di CO2 e, infine, gli arrivi di ogni kg di uva dal Cile ( 11.900 Km ) producono  16,4 kg di CO2. Consumando prodotti locali e di stagione e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia – sostiene la Coldiretti – può risparmiare fino a 1000 chili di anidride carbonica (CO2) l'anno.
“Abbiamo creduto e investito nella filiera corta e prendiamo atto con soddisfazione, anche se con un annetto di ritardo, che i mercati degli agricoltori sono entrati nella normativa nazionale, come abbiamo chiesto con la nostra mobilitazione” ha dichiarato al convegno il presidente nazionale della Coldiretti Sergio Marini, sottolineando che “la filiera corta può rappresentare un contributo alla trasparenza di mercato, ma anche una nuova opportunità per gli imprenditori agricoli che, anche se non si potrà certamente sostituire all’attività tradizionale, potrà crescere notevolmente, al pari di quanto è avvenuto in altri Paesi”.
“Con i mercati degli agricoltori nei paesi e nelle città – ha affermato il presidente regionale di Coldiretti, Mauro Tonello – ci sarà una maggiore trasparenza dei prezzi, con il vantaggio per il consumatore di acquistare prodotti di maggiore genuinità, con gli agricoltori impegnati in prima persona a garantire la qualità” Tonello ha anche ricordato che Coldiretti nel 2006 ha presentato una proposta di legge popolare per il consumo di prodotti locali nelle mense pubbliche, che il 22 gennaio scorso è stata bocciata perché il servizio legislativo dell’Assemblea regionale ha ritenuto l’articolato di legge in contrasto con il diritto comunitario e internazionale. “La stessa Assemblea legislativa però – ha detto Tonello – ha approvato una proposta di ordine del giorno che impegna la Giunta regionale a proseguire l’esame dei contenuti della proposta per predisporre provvedimenti ed iniziative che, nel rispetto delle norme comunitarie, statali e regionali permettano di perseguire l’obiettivo della proposta Coldiretti di valorizzare i prodotti del territorio, con un impegno proprio sul fronte dei mercati contadini. In questa direzione – ha concluso Tonello – va anche l’introduzione dei mercati contadini”.
Al convegno, cui erano stati invitati tutti i sindaci dei 341 Comuni dell’Emilia Romagna e gli assessori provinciali all’Agricoltura, sono intervenuti l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, e il presidente della commissione dell’Assemblea regionale “Politiche economiche”, Damiano Zoffoli.

I costi e l'inquinamento dei prodotti a lunga distanza

PRODOTTO

PROVENIENZA

EURO/Kg

Km (*)

EMISSIONE CO2 in Kg (**)

Prugne

Sud Africa

4,99

8.500

12

Kiwi

Cile

2,98

11.900

16,4

Melone

Brasile

1,80

9.200

12,8

Kiwi

Cile

2,98

11.900

16,4

Uva

Sud Africa

4,40

8.500

12

Ciliegie

Argentina

28

11.200

15,5

Fagiolini

Egitto

4,49

2.100

3,4

Peporoni

Spagna

2,59

1.500

2,7

Dati: elaborazioni Coldiretti
(*) La distanza è calcolata dalla capitale dello Stato  esportatore, fino a Roma
(**) per l'emissione di CO2 è stato considerato il viaggio aereo tra le capitali, per il peso di un chilogrammo di prodotto

Confronto tra prezzi al commercio e prezzi al mercato contadino

PRODOTTO

PREZZI AL COMMERCIO (€/Kg)

PREZZI MERCATO CONTADINO (€/Kg)

Cipolle

1,95

1,00

Patate

2,45

0,80

Radicchio tondo

1,99

1,00

Mele Fuji

1,70 / 1,99

1,00

Pere Abate

1,99 / 2,68

1,50

Kiwi Italia

2,10 / 2,95

1,50

Carote

1,10 / 1,35

0,80

Cavolfiore

0,98 / 1,99

1,20

Dati: rilevazioni Coldiretti Emilia Romagna