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Iran: mutuo sociale e assistenza sanitaria a tutta la popolazione

di Farian Sabahi - 24/02/2008

 
Oggi ricorre l'anniversario del ritorno dell'Imam Khomeini in Iran,
dopo anni trascorsi in esilio. Il 1° febbraio 1979 l'Ayatollah
arriva a Teheran con un volo di linea da Parigi e capovolse le sorti
della nazione. Sono passati ventinove anni da quel giorno e,
nonostante il dissenso interno e i milioni di dollari stanziati dal
Congresso statunitense per finanziare l'opposizione iraniana
all'estero, la Repubblica islamica continua a esistere. Quali sono
dunque le ragioni del consenso?

Dopo mesi di paura per un possibile bombardamento americano, due
settimane fa milioni di iraniani sono scesi in strada per l'Ashura:
uomini di ogni età vestiti a lutto si sono battuti il petto al grido
Ya Hossein!, commemorando il sacrificio del nipote di Maometto
massacrato con i suoi seguaci a Kerbela nel 680 d.C. Parte della
popolazione ha così testimoniato il proprio consenso nella
consapevolezza delle tante imperfezioni del sistema: nell'attesa che
si riesca a frenare l'impennata dei prezzi, debellare la corruzione,
diminuire la disoccupazione e rimettere in discussione il rapporto
fra Stato e clero, la maggioranza degli iraniani vuole vivere senza
ingerenze esterne.

SUSSIDI A CHI SI SPOSA, PRESTITI E MUTUI AGEVOLATI
A sostenere la mullahcrazia sono i tanti che traggono beneficio da
un sistema di sussidi ben oliato grazie al quale, secondo i dati del
2006 pubblicati dalla Banca mondiale, il reddito medio procapite
annuo è di 2.770 dollari mentre il potere d'acquisto è di 8.490
dollari. E cioè tre volte tanto, perché occorre tenere conto dei
generosi sussidi statali. Le autorità elargiscono contributi una
tantum per sposarsi e mutui a interessi ridicoli per le giovani
coppie e i ceti più bassi, a cui sono stati svenduti molti terreni
nelle aree urbane. E le partecipazioni nelle società statali e
parastatali garantiscono un reddito mensile supplementare di 500.000-
1.000.000 rial (equivalenti a 37-74 euro) che sono una bella cifra
per le famiglie con il reddito minimo di 150 euro.
In un Paese come l'Iran, dove il pellegrinaggio è un obbligo morale
oltreché un dovere religioso, suscitano poi consenso le
organizzazioni statali che si fanno carico delle spese di viaggio e
soggiorno in Arabia saudita. Sono infatti milioni gli iraniani che
sognano il viaggio alla Mecca, a prescindere dai sermoni di Khamenei
e delle dichiarazioni di Ahmadinejad. E sono decine di migliaia
quelli che ogni anno sono sorteggiati - una sola volta nella vita -
per andarci con la formula "tutto spesato, tour compresi".

ASSISTENZA SANITARIA A TUTTA LA POPOLAZIONE
Non bisogna poi sottovalutare l'impatto sull'opinione pubblica della
copertura sanitaria che negli ultimi due anni è stata estesa a tutta
la popolazione, compresi i quattro milioni di pastori e nomadi. Sul
budget per l'anno 1386, che finisce il 20 marzo, è specificato per
filo e per segno chi ha diritto all'assistenza sanitaria, in quale
misura e a quali condizioni. A conti fatti, è coperto il 70% dei
capifamiglia, indipendentemente dal fatto che si tratti di uomini o
donne.
Infine, poiché su settanta milioni di abitanti il 70% ha meno di
trentacinque anni e mettere su casa è (o sarà presto) un'esigenza,
lo Stato interviene elargendo prestiti di 30 milioni di rial (2.220
euro) a tasso zero e rimborso nel giro di qualche anno. Prestiti che
vanno a ruba e di cui non tutti riescono a usufruire, ma che
lasciano la speranza che in futuro ci possa essere una possibilità
anche per gli altri. Senza necessariamente passare per una
rivoluzione e per un cambio di regime.