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Dieta a kilometri zero

di Marco Boschini - 24/02/2008

 

Filiera corta?!

Mangiare a acquistare prodotti locali sta diventando un imperativo dei nostri tempi. In passato era una necessità, almeno fino agli anni ‘50. Fino a quando cioè il sistema dei trasporti su gomma e le tecniche di conservazione non erano così avanzate.

Ritornano a quella filosofia due giornalisti canadesi Alisa Smith e James MacKinnon che per un anno si sono cibati esclusivamente con prodotti locali acquistati nel raggio di 160 chilometri dalla loro residenza, nella West Coast. I due hanno pubblicato anche un libro in cui spiegano esattamente come “tenere duro” quando non sono disponibili determinati alimenti.

Ad esempio, prima di cibarsi di frumento hanno dovuto attendere sette mesi, fin quando cioè non hanno scovato un produttore locale di grano. Poiché i due abitano nella West Coast, hanno avuto serie difficoltà ad approvvigiornarsi della maggior parte degli alimenti e hanno dovuto puntare su tacchino e patate, almeno nei primi mesi.

L’idea di per sé è rivoluzionaria, considerato che in Canada e negli Stati Uniti gli alimenti possono viaggiare anche 5000 km prima di arrivare sulle tavole.
MacKinnon e Smith raccontano che: “la dieta delle 100 Miglia è stata incentrata sul ” learning by doing”, imparare mentre si fa. Conoscere le stagioni. Capire da dove il nostro cibo proviene e quali rischi comporta per la nostra salute e per l’ambiente. Così abbiamo iniziato a mangiare mele e ad eliminare i cibi che avevano troppo cartone per l’imballaggio o dolci fatti con prodotti petrolchimici”.

I cibi che sono stati preparati in cucina non erano conservati, preparati da zero e mai usciti da una scatola. In un primo tempo la dieta era abbastanza monotona, poi i pasti sono diventati più interessanti che mai. Agricoltori e allevatori li hanno introdotti a sapori mai provati prima e i due hanno scoperto le stagioni, le micro-stagioni, e le micro-micro-stagioni.
Oggi la dieta che seguono si è fatta meno restrittiva e sono riusciti ad introdurre anche birra, olive e il cioccolato. Io non rinuncerei al caffè e allo zucchero. Perchè in fondo qualcosina può anche arrivare da terre lontane, o no?