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Il "teatro dei burattini" e il socialismo

di Carmelo R. Viola - 25/02/2008

Fonte: italiasociale

 
A rendere più grottesco e stomachevole il “Ballarò” del 12 scorso mancava quel monumento di carne di Ferrara che, colpito da raptus pato-mistico, si è messo a rivendicare il diritto alla vita - del feto, non del bambino! – ignorando (oh santa ignoranza!) la legge sull’aborto fatta appunto per proteggere il nascituro nel rispetto del diritto imprescindibile della madre. Ovviamente il referente massimo del cielo si sarà affrettato a santificare quella preziosa demagogica insipienza nelle sue preghiere. Tuttavia anche senza questo campione di incoerenza, pari alla sua massa corporea, la psicopatia del potere non risparmia nemmeno i rappresentanti della Sinistra tradizionale (detta recentemente “radicale”).

I mestieranti o volontari del potere pubblico (compensi e privilegi che costoro accettano, loro malgrado!) hanno sì compreso che il bipartitisimo o alternanza bipartitica non si addice ancora laddove persistono residui di miraggi socialisti, intendendo per Socialismo l’età adulta e di sopravvivenza della civiltà, ma i diretti interessati non sono capaci di deviare dal disegno, più o meno occulto della Borghesia. Alla detta alternanza – simile ad un cane che gira intorno a sé stesso per mordersi la coda < vedi Gran Bretagna ed USA> - si dovrebbe contrapporre ancora la classica alternativa di chi vuole una società “a misura d’uomo e non più di padrone”, ma come ciò può avvenire se i residui socialisti accettano di fatto lo statu quo capitalista come piattaforma comune e ineluttabile nella sua essenza?

Sì, Bertinotti ha accennato al capitalismo attuale, che non è migliore di quello precedente (scoprendo l’America!) ma non è andato altro! E questo è più grave di un Franceschini del Partito Democratico (o “partitus dei”) che attribuisce a questo il merito (sic) di aver messo insieme laici e cattolici, come dire persone “ normali” (potenziali uomini liberi e liberi pensatori) e sudditi del Vaticano (papaboys!), i quali ultimi, veri agenti politici, hanno il compito di sovrapporsi allo Stato laico. Ed è quanto stanno facendo – con ovvia soddisfazione delle gerarchie clericali – finendo per mettere uomini contro uomini, fratelli contro fratelli secondo un certo piano malvagio e tribale. E ciò per via dell’”eterocoazione” od imposizione ad altri delle proprie convinzioni in forza di una fede, che è lo strumento psicodinamico e subliminale della Chiesa. Nel partito di un Veltroni – per metà americano, per metà clericale – ci sarebbero anche dei socialisti (naturalmente senza socialismo!)

Ci sono socialisti (vedi Borelli) che vantano di essere anche liberali, come se il liberalesimo (NON liberismo!) non fosse l’antesignano del socialismo! Ma il personaggio più grottesco del “teatrino dei burattini” – che dovrebbero salvare il Parlamento, la politica, il paese, il popolo italiano e chissà forse il mondo intero – rimane l’infausto e ineffabile Bertinotti, che si autodefinisce ancora comunista (come dire socialista integrale), che parla lo stesso linguaggio di quanti altri dànno per scontata la base dell’attuale mondialismo liberista globale!

Bertinotti non accenna alla liberazione nazionale dalle oltre cento basi USA, che significano occupazione militare. Non accenna ad una legislazione che escluda legittimamente i sudditi di Stati esteri (come il Vaticano) dalla facoltà di legiferare contro lo Stato italiano in nome del popolo, il che significa ingerenza estera legalizzata. Non accenna alla sovranità monetaria dello Stato ma, al contrario, riconosce il debito pubblico e parla di Bot di povera gente ovvero del prestito che lo Stato contrae anche con i propri cittadini, debito che il potere centrale capitalista fa puntualmente pagare ai cittadini stessi attraverso la rapina del fisco e la riduzione delle spese sociali (istruzione e sanità in primo piano!). In altre parole, dà per scontato il signoraggio bancario che “indebita” il cittadino sin da quando è ancora nel grembo materno, mentre bisognerebbe gridare – e soprattutto a quanti prendono la lotta al diritto all’aborto, limitato, terapeutico ed assistito, come pretesto della difesa della famiglia, laddove la difesa della famiglia si chiama anzitutto assistenza totale di chi è nato. Il socialismo comincia dalla culla, dove ”risiede” un cittadino a tutti gli effetti giuridici, creditore della collettività – e non debitore come vuole la criminalità capitalista, ammantata di “legalità illegittima”.

Anche il sedicente comunista Bertinotti si rifà agli accordi di Bruxelles per la gestione del debito pubblico, dell’inflazione e di quanto concerne la politica finanziaria all’interno dell’Europa che, a sua volta, è condizionata dalla piovra bancaria del resto del mondo! I silenzi di costui hanno una sola spiegazione certa: la pesca di voti, ed una probabile: l’inconfessato regresso a posizioni reazionarie.

E allora, restando immutate le condizioni di servaggio, imposte da una politica di tutela dei padroni, alias uomini di affari, interni ed esteri, e dei loro giochi borsistici - politica che è proprio quella della Casa delle Libertà (sic) - e l’uso di una moneta non strumentale (passiva, come vuole un sano socialismo nazionale), non vedo quanto una pseudoforza socialista possa cambiare la corsa personale e di gruppo al potere e al possesso e il “teatrino dei burattini”, che ne consegue, di cui quest’ultimo Ballarò ci ha dato un esemplare eloquente con un eloquente Tremonti in rappresentanza di Berlusconi.

Al contrario, esso può servire a legittimare la grande truffa a danno del popolo “sovrano” , così spesso e così a sproposito chiamato in causa e “vilipeso”, e a far credere che il socialismo sia davvero un’utopia di pensatori assurdi, mentre è e resta l’unica àncora di salvezza di una civiltà che boccheggia nel mare magnum degli impostori, con o senza abito talare, che si battono solo per catturare sempre più prede (beni e potere politico) inconsapevoli del male che fanno a sé stessi e alla propria specie.