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Raid aerei contro qassam: carneficina a Gaza

di c.m.m - 29/02/2008





Più di venti morti (di cui almeno otto civili) in meno di 48 ore. È questo il bilancio degli ultimi raid condotti dalle Forze di difesa israeliane (Idf) all’interno della striscia di Gaza.

Secondo quanto riferiscono fonti mediche locali, quattro adolescenti (tutti sotto i 16 anni) sono stati uccisi oggi in un attacco aereo israeliano nei pressi presso Jabaliya, nel nord dell’enclave palestinese, ufficialmente diretto a colpire cellule di lanciatori di missili qassam.

In precedenza otto miliziani palestinesi sono rimasti uccisi in diversi raid aerei a Gaza e in uno scontro a fuoco a Nablus, in Cisgiordania. Fra le vittime ci sarebbe il figlio di un importante esponente di Hamas, Khalil al-Haya.

Altri sette miliziani e quattro civili (fra cui un bambino di cinque mesi e due ragazzini di 12 e 13 anni) erano stati uccisi ieri nel corso dei nove raid aerei consecutivi che hanno bersagliato la Striscia.

Raid contro razzi

Tel Aviv ha giustificato la nuova ondata di attacchi diretti contro la Striscia con l’intensificazione de lancio di missili qassam palestinesi sulle città israeliane di confine, che hanno causato la morte di 14 persone negli ultimi sette anni.

Secondo l'Idf, solo nelle ultime 48 ore sono stati sparati almeno un centinaio di missili e colpi di mortaio. Otto missili hanno colpito oggi la città di Ashkelon, mentre altri dieci razzi hanno colpito Sderot, ferendo leggermente due persone.

L'aviazione israeliana ha risposto con un intenso bombardamento notturno sulla Striscia, a partire dalle 23 di ieri sera (ora locale). Nel mirino dei velivoli di Tel Aviv  è finito l'ufficio del primo ministro di Hamas, Ismail Haniyeh, e due edifici del ministero dell'Interno, oltre che due officine meccaniche di Gaza e Khan Younis, ritenute “basi dei terroristi”.

Dal canto suo, il movimento islamico Hamas, che dal giugno scorso detiene il potere a Gaza, ha rivendicato gli attacchi con razzi qassam contro Sderot, definendoli una risposta alle incursioni israeliane contro la Striscia.

Medical Relief
in macerie

Il raid diretto contro l’edificio che ospita il dicastero degli Interni, nel quartiere el-Darai di Gaza, ha distrutto anche la vicina sede del Medical Relief, una delle principali e più vecchie ong che offrono servizi sanitari in Palestina, e causato la morte di un neonato di cinque mesi che si trovava in un edificio residenziale dell'area.

Proprio il Medical Relief ospitava la principale clinica e farmacia della striscia di Gaza, un'ambulanza, un centro di sostegno per persone con handicap e gli uffici amministrativi. L'ambulanza, tutte le medicine e buona parte delle attrezzature sono andate distrutte durante l’attacco, e lo stesso edificio appare seriamente danneggiato.

Mustafa Barghouthi, membro dell'assemblea legislativa palestinese e presidente del Medical Relief, ha dichiarato che con questo ultimo attacco, che “ha devastato una parte essenziale del già seriamente devastato sistema sanitario di Gaza”, "la punizione collettiva dei palestinesi di Gaza ha raggiunto livelli inaccettabili” e “Israele ha perso ogni senso di umanità”.

Altrettanto duro Abdel Hadi Abu Khussa, direttore dell’ong, secondo cui "la distruzione della più importante clinica e della farmacia, dell'ambulanza e degli uffici è un colpo terribile per le attività di Medical Relief e aumenterà le sofferenze del popolo di Gaza".
 
“Un prezzo molto alto”
 
Il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice, che la prossima settimana si recherà a Tel Aviv e nei Territori palestinesi occupati per far ripartire il processo negoziale lanciato ad Annapolis, ha espresso al premier israeliano Ehud Olmert la preoccupazione degli Stati Uniti per i civili palestinesi uccisi negli attacchi israeliani, ma non ha chiesto esplicitamente di mettere fine ai raid.

Proprio in questi giorni il quotidiano israeliano Haaretz ha pubblicato un sondaggio secondo cui il 64 per cento degli abitanti dello Stato ebraico si definisce disponibile a un dialogo con i militanti di Hamas.

Diverso il parere del capo di governo Olmert, che oggi ha ribadito l’intenzione di portare avanti le operazioni di rappresaglia contro i “terroristi” palestinesi responsabili del lancio di razzi sul sud di Israele, al fine di "costringerli a pagare un prezzo molto alto".

[c.m.m.]