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Cina, sete di Olimpiadi

di Gianluca Ursini - 29/02/2008

Le risorse idriche dello Shaanxi dirottate verso Pechino, in vista dei Giochi. Cittadini a secco, coltivazioni asciutte
contadini dello Shaanxi cercano acquaLa sete di acqua degli organizzatori dei giochi Olimpici sta lasciando a secco centinaia di migliaia di cinesi, secondo quanto riferito da un funzionario della provincia nord-occidentale di Shaanxi.
An Qiyuan, membro del comitato politico della provincia ha lanciato tramite un quotidiano finanziario londinese un appello al governo di Pechino per chiedere una compensazione ai danni che i suoi cittadini stanno vivendo da settimane: “Tutte le nostre fabbriche stanno chiudendo per poter garantire un'adeguata fornitura d'acqua a Pechino in vista delle Olimpiadi”.
 
il fiume Yangtze si è ritirato in diversi puntiProsciugati dai Giochi. Da Pechino hanno deciso di dirottare quasi tutte le risorse idriche delle regioni vicine al fiume Yangtze - soprattutto Hebei e Shaanxi - per soddisfare il fabbisogno di questo enorme evento. E' stato previsto che le centinaia di migliaia di persone che confluiranno nella capitale nei prossimi mesi faranno aumentare la richiesta di acqua del 30 per cento. “Lo Shaanxi deve ottenere un risarcimento da parte di Pechino”, ha chiesto An, in passato a capo del partito comunista nella provincia. E' molto raro che un alto funzionario del partito critichi così apertamente le direttive centrali.
Ma anche dallo Hebei arrivano richieste assetate a Pechino. Il quotidiano ufficiale della provincia ha lanciato un allarme per la siccità che ha colpito l'Hebei, dove circa 33mila chilometri quadri di terra coltivabile (un decimo della superficie italiana) sono stati abbandonati per mancanza di acqua irrigua. E mezzo milione di cittadini della stessa provincia non hanno più accesso all'acqua potabile.
 
per contrastare la siccità si prova a sparare iodio nell'atmosfera per far piovereFiume Rosso. Un altro incidente intanto ha colpito la regione fluviale dello Yangtze. Tre affluenti del fiume Han (che confluisce nel grande Fiume Giallo) in queste settimane si sono all'improvviso colorati di rosso, con la comparsa di una misteriosa schiuma sul pelo dell'acqua. Circa 250mila persone sono rimaste ancora senza acqua. Si crede che uno sversamento di prodotti chimici da una fabbrica abbia inquinato i fiumi Xinglong, Tianguan e Dongjing, ma l'agenzia ufficiale Xinhua non ha fatto sapere quale sia l'industria colpevole del disastro ecologico che sta colpendo le città affacciate sui corsi d'acqua inquinata. I 60mila abitanti di Xinguo stanno bevendo da giorni solo acqua in bottiglia. Il sindaco di Qianjiang ha riferito alla Xinhua che i gestori di cinque municipalizzate hanno ordinato la sospensione del rifornimento dai corsi d'acqua arrossati. I dirigenti cinesi sostengono di impegnarsi parecchio per un maggiore rispetto dell'ambiente, tanto che il bando dei sacchetti di plastica lanciato in dicembre avrebbe in settimana portato alla chiusura del maggiore produttori di buste proibite del Paese, mandando 20mila operai a casa.