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Spegni la luce, accendi il sole

di redazionale - 29/02/2008

 

Solare

Un paese baciato dal sole che al sole si affida: uffici pubblici, caserme, carceri e ospedali alimentati dai pannelli solari, ville autosufficienti che rivendono l’energia in eccesso, centrali fotovoltaiche a zero emissioni. È questa l’Italia del futuro per chi crede nelle potenzialità dell’energia solare. E su questa grande speranza nel nostro Paese sta montando un business. Basti chiedere a quelli del Gifi, Gruppo imprese fotovoltaiche italiane. I loro telefoni squillano ogni giorno con richieste di piccoli imprenditori che vogliono capire come entrare nell’affare. Le cifre parlano chiaro: dal 1999 al 2007 il numero delle aziende è quasi triplicato (da 46 a 130) e il loro fatturato è passato da circa 25 milioni di euro agli attuali 520. Per non parlare dei posti di lavoro creati, da 220 a 1.700. E non è che l’inizio.

Secondo le stime del Gestore dei servizi elettrici (Gse) il tasso di crescita sta rapidamente aumentando: quest’anno si prevede l’installazione di impianti per 150-200 megawatt, ossia quasi il doppio dell’intera produzione attuale (intorno ai 100). “Tutta energia pulita, nessuna emissione d’anidride carbonica”, esulta Edoardo Zanchini, responsabile energia e territorio di Legambiente: “I vantaggi dello sviluppo del mercato fotovoltaico stanno nel fatto che si riduce la domanda di elettricità da fonti inquinanti”.

L’esplosione del fotovoltaico non è un fenomeno spontaneo, ma s’iscrive nella più ampia politica energetica italiana, sia a livello europeo che nazionale. Da un lato il nostro Paese si è impegnato con Bruxelles per portare entro il 2020 il consumo di energie rinnovabili al 17 per cento rispetto al 5,2 del 2005. Dall’altro la Finanziaria 2008 ha previsto una serie di misure in favore delle rinnovabili, dalle detrazioni fiscali agli incentivi alla produzione.

Per il boom, insomma, ci sono tutte le premesse. Più che a una forte coscienza verde degli italiani, tuttavia, qui c’entrano i finanziamenti statali (oggi i più vantaggiosi d’Europa), che per il 2016 puntano a una produzione nazionale di 3 mila mw, e continueranno a garantire incentivi almeno fino a quota 1.200. L’obiettivo è sviluppare il mercato italiano, lo strumento è il cosiddetto ‘nuovo conto energia’, che dal febbraio 2007 ha soppiantato quello datato 2005-2006, nonché i vecchi incentivi in conto capitale. Semplificandone le regole, e dunque facilitando l’accesso.

Ecco come stanno le cose. Incentivi costanti per 20 anni a chi installa un impianto (proporzionali alla sua produzione) che si concretizzano nel fatto che ogni singolo kw prodotto, anche se consumato in proprio, viene pagato dal Gse a un prezzo quasi triplo (36-49 centesimo di euro) rispetto a quello di mercato (18 centesimi). Si tratta di valori validi per il 2008, che andranno poi a calare con cadenza del 2 per cento nei prossimi anni. A questo finanziamento (che serve a ripagarsi l’impianto) si aggiunge il risparmio energetico in sé. E se poi produci più di quanto consumi l’Enel te lo scala dai conti futuri, mentre se produci di meno, paghi solo la differenza sulla bolletta.

Ma questi incentivi chi li paga? È proprio sulle nostre bollette che bisogna andare a cercare la chiave di volta di tutta questa struttura: alla vocina A3, che a ben vedere rappresenta il 10 per cento della tariffa media nazionale (nel 2006 pari a 3,5 miliardi di euro). Piccola voce, grande serbatoio, al quale si va ad attingere per favorire le energie rinnovabili (inclusa quella solare, che a onor del vero ne beneficia in minima parte) così come le cosiddette ‘assimilate’ (fra le quali fumi di scarico e combustibili fossili, che finora l’hanno fatta da padrone, vi dice niente lo scandalo dei Cip 6?).

Chi saranno i protagonisti di questa nuova corsa all’oro solare? Il Gse fornisce un quadro aggiornato. Alla fine del 2007 la potenza fotovoltaica installata in Italia con il conto energia era intorno ai 65 mw. Al 9 gennaio 2008, poi, si parla di 2.306 nuovi impianti appena nati. Prevalentemente di piccola taglia, visto che il 98 per cento si colloca fra 1 e 20 kw.

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