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Nader e gli oppositori del regime bipartitico statunitense

di redazionale - 04/03/2008

 

 

Mentre la casta si affanna per creare un impossibile e raffazzonato sistema politico bipolare ad imitazione di quello americano, in quel grande paese c'è molta gente che si impegna per farlo uscire da una simile palude politica.

 

E' bene dirlo subito. Questa forza è minoritaria e divisa. E' un gruppo composito e in crescita, il vero nuovo che talvolta vince, conquista municipi e parlamentari nei cinquanta stati e nella camera bassa. Il personaggio di punta di questo mondo è il settantaquattrenne Ralph Nader, antropologo politico, teorico di un pensiero politico che prevede il superamento dei partiti per realizzare altre aggregazioni e un impegno politico diverso da quello che si serve dei coriandoli e delle ballerine. Impegno serio e competente, niente majorettes!

 

In Italia non lo conosce nessuno, va meglio alla sorella che ha insegnato nelle nostre università. Qualche anno fa la nostra associazione ne sentì parlare in occasione di una manifestazione no global dicevano che era un difensore dei consumatori. Poco più che un si dice. Su google Italia non c'era niente. Parlava di lui sono M. Moore nel suo libro "Stupid white man". Noi abbiamo iniziato ad occuparci di lui dopo aver letto i libri di Naomi Klein perché non ci avevano convinti del tutto. Ci sembravano insufficienti per un discorso che potesse interessare il mondo occidentale e facemmo una scoperta che per noi resta sorprendente.

 

Nader è il no global nemico della partitocrazia e il difensore dei diritti civili, un democratico moderno, uno che cerca di migliorare l'occidente ed ha un progetto chiaro. Insomma non porta il lamento degli oppressi, ha un progetto per migliorare l'occidente dal di dentro. Io parlo di un no global diverso e migliore. In Italia siamo stati i suoi primi sostenitori e abbiamo cominciato a parlare in pieno deserto. Avanguardisti troppo in anticipo. Per tutto questo abbiamo i titoli per parlare di Nader. Sapevamo che si sarebbe candidato da almeno un anno e sottovoce lo avevamo detto anche in giro.

 

Nel 2000 Ralph Nader fu accusato dai democratici di aver tolto ad Al Gore un numero sufficiente di voti da regolare a Bush la vittoria finale. Non era semplicemente vero, tutti sanno quali imbrogli ci furono. Gore ebbe in Florida alcune migliaia di voti in più rispetto a quelli presi da Bush e ai 73.000 di Nader. La polemica perse consistenza anche per un altro motivo: il mondo che vota Nader non ha più nulla da chiedere ai seguaci del mulo e dell'elefantino. Già alle presidenziali del 2004 i democratici di Kerry usarono altri modi per battere Nader. La cosa non ha avuto diffusione perché quel voto sarà ricordato come il plbiscito a favore di Bush junior. Cosa accadde? Gli uomini di Kerry sfruttarono la debolezza organizzativa di Nader e dei suoi sostenitori e riuscirono con mille sotterfugi ad impedire la sua partecipazione al voto in molti stati. Insomma i soliti mezzucci che conosciamo tutti sono usati anche laggiù. Questo fu possibile perché realmente il cosiddetto nuovo politico che avanza era diviso e disorganizzato.

Certo Nader un tempo era in passato un esponente radicale del partito democratico. Egli cambiò perché non vedeva corrispondenza fra la teoria e la pratica, ed oggi abbina alla critica una proposta mentre il nodo da sciogliere è quello delle alleanze: ha bisogno di un sostegno organizzato di gente determinata se è vero che oggi come oggi la campagna di Obama è curata dagli uomini di Kerry col sostegno diretto del ex candidato democratico.

Del suo programma abbiamo già parlato ed abbiamo anche sottolineato come sia simile alle idee di Dennis Kucinich il quale ci sembra più fuori che dentro al partito democratico. Su questo saremo più precisi nei prossimi giorni.