Ecuador: Betancourt, la liberazione era vicina, il raid della Colombia l'ha bloccata
di redazionale - 04/03/2008
Le accuse del presidente Correa alla Colombia. Ma Bogotà replica: le Farc volevano la «bomba sporca»
QUITO - Pesanti accuse del presidente dell'Ecuador, Rafael Correa, alla Colombia mentre il Venezuela ha espulso tutto il personale diplomatico colombiano e Quito ha rotto i rapporti diplomatici con Bogotà. In un discorso televisivo, Correa ha infatti rivelato che il blitz in territorio ecuadoriano di militari colombiani che hanno portato sabato all'uccisio di Raul Reyes, numero due delle Farc (il gruppo terrorisitico colombiano che controlla larghe porzioni del territorio) ha impedito la liberazione di dodici ostaggi detenuti da anni dalle Farc, tra i quali Ingrid Betancourt.
Il presidente dell'Ecuador Correa (Epa)
ACCORDI - Correa ha detto che i colloqui con le Farc «erano in fase avanzata. Ma tutto è stato compromesso dalla guerra e da un atto autoritario. Non possiamo escludere che questa è stata una delle motivazioni dell'incursione e dell'attacco da parte di nemici della pace». Il ministro ecuadoriano della Sicurezza, Gustavo Larrea, ha confermato di aver incontrato Reyes «per ragioni umanitarie», ma né in Colombia né in Ecuador. «Avevamo cominciato a lavorare» per la liberazione di Ingrid Betancourt, dei cittadini nordamericani Thomas Howes, Keith Stansell e Marc Gonsalves, ha detto Larrea. Il ministro ha precisato di non aver mai tentato di raggiungere accordi con i ribelli, che avrebbe invece messo in guardia dal mettere piede sul territorio dell'Ecuador.