Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Decrescita: per chiudere le polemiche

Decrescita: per chiudere le polemiche

di Marino Badiale - 05/03/2008

 

 

Mi dichiaro subito d’accordo con una affermazione di GP: questa discussione non è di nessuna utilità, anzi non è mai neppure iniziata. La responsabilità è totalmente sua: è lui ad averla fatta partire scrivendo un pezzo privo di valore intellettuale e traboccante di disprezzo e livore. Adesso la continua senza aver fatto il minimo sforzo intellettuale per capire il senso delle mie obiezioni. Così ribadisce le sue opinioni sulla “sussunzione” e sul rapporto Bontempelli-Negri. Se avesse capito il mio intervento si sarebbe accorto che la mia critica non verte sulle sue opinioni: non affermo né che esse siano giuste né che esse siano sbagliate. Affermo invece che si tratta di semplici opinioni non argomentate, e che è impossibile una discussione perché in un dibattito teorico si discutono gli argomenti e non le opinioni. Non prendendo in considerazione le mie critiche, GP ha spazio per parlare d’altro, tipico escamotage di chi non ha argomenti. Così si chiede quale sia il mio ruolo in questa discussione. Glielo spiego: è il ruolo di chi ha letto un articolo su un sito, ha elaborato delle critiche e le ha esposte pubblicamente. Si chiama “pubblico dibattito”, concetto col quale, ponendosi simili domande, GP mostra di non avere molta dimestichezza. Oppure, sempre per parlare d’altro, mi fa notare che Tozzato è un esperto di filosofia: l’ho forse messo in dubbio nel mio primo intervento? Ho anche solo accennato a un tema del genere?

Comunque, dopo aver saltato di palo in frasca, GP prova a elaborare due argomenti di critica a Bontempelli. Vediamoli. Nel primo afferma che non ci sono studiosi di psicologia che condividerebbero le opinioni di Bontempelli. Per capire se questo argomento ha un valore, proviamo ad applicarlo a qualcun altro, per esempio a Preve. Quanti sono i filosofi noti che sarebbero disposti a dar credito a Preve come filosofo? Temo pochini. Basta questo a concludere che le analisi filosofiche di Preve non hanno valore? Ovviamente no, direbbe una cosa sciocca e superficiale chi traesse una simile conclusione. Ma l’argomento di GP su Bontemeplli è lo stesso, e la conclusione è che GP ha detto una cosa sciocca e superficiale.

L’altro argomento è il seguente: il Capitale “è ancora un rapporto sociale e non una macchina che produce soggetti pre-programmati azionati, a piacimento, dallo stesso dispositivo di programmazione (per chissà quale diavoleria)”.

Quindi l’accusa a Bontempelli è quella di sostenere una concezione nella quale il Capitale aziona “a piacimento” gli individui. E’ interessante analizzare questo punto perché mette in luce una volta di più la superficialità di GP. Bontempelli descrive nel suo articolo due tipi di personalità generate dall’attuale dinamica sociale: la personalità narcisista e la personalità concretista. La loro origine sta in un profondo disprezzo di sé, indotto dalla dinamica sociale. Ma, spiega Bontempelli, “la stessa costellazione sistemica che scava nell’individuo il disprezzo di sé gli fornisce i mezzi con cui sfuggire alla sofferenza del suo morso allontanandolo dalla coscienza. Alla diversità di tali mezzi corrisponde la diversità delle forme di personalità plasmate dal capitale”. Vi sono dunque forme diverse di personalità indotte dalle stesse dinamiche sociali. Da dove si genera questa diversità? Analizzando la personalità narcisistica, Bontempelli prima elenca gli elementi che sono indotti dalla dinamica sociale, e poi aggiunge: “Ma tali elementi non sono ancora la personalità narcisistica, e possono sfociare in altre forme di personalità di cui qui non parliamo. Perché si formi una personalità narcisistica occorre che su questi elementi di base si innestino altre vicende: una storia familiare che abbia iniziato e poi accentuato il disprezzo di sé, ed un’educazione intellettuale che abbia trasferito l’autorappresentazione ipercompensatoria dal rapporto con la merce a quello con le persone, ed abbia consentito di investirvi abilità effettive e talenti mentali”.

E’ allora evidente, a chi legga queste righe con mente sgombra da pregiudizi e aggressività patologiche, che non c’è in Bontempelli nessuna “programmazione” univoca degli individui: perché si formi (per esempio) la personalità narcisistica occorre che alle determinazioni generali indotte dalla dinamica sociale si aggiunga una storia personale che dipende dalla famiglia e da mille altre variabili. L’accusa di GP non ha nessun fondamento, e deriva dal non aver letto con attenzione l’articolo che pretende di criticare.

A questo punto la vera domanda è: perché GP insiste in queste esibizioni di superficialità? E’ evidente che l’argomento non lo interessa, e che non ha voglia di impegnare tempo e fatica in una analisi seria del testo di Bontempelli. Il comportamento di GP è incomprensibile. Che senso ha iniziare una polemica su un testo inedito, non reperibile su web, conosciuto al più da dieci persone, e che, soprattutto, non lo interessa minimamente, come dimostra quello che ne scrive?

Infine, un punto che per me è importante: non ho espresso “invettive” nei confronti di Tozzato, e nemmeno nei confronti di tutto quello che scrive GP. Ho dato un giudizio molto duro, che confermo, su una parte precisa dell’intervento di GP, nella quale egli esprimeva solo disprezzo e livore. Su questo devo essere chiaro: ognuno raccoglie quello che ha seminato. Se userai rispetto nei confronti degli altri, riceverai rispetto. Se sarai sprezzante e irridente, riceverai disprezzo e irrisione. E’ una cosa che cerco sempre di spiegare a mia figlia non ancora treenne. Lei sembra averlo capito.