Ex ministro e parlamentare tedesco, Andreas von Bülow ha fatto parte della Commissione parlamentare di controllo sui servizi segreti, dove ha messo in luce il ruolo della CIA in diverse operazioni criminali che colpirono luttuosamente la Germania nel corso della Guerra fredda. Nel suo contributo alla conferenza Axis for Peace 2005, egli analizza i meccanismi in atto della politica imperialista. Parla dettagliatamente, partendo dalla sua esperienza, della collusione tra il crimine organizzato, il traffico di droga e i servizi segreti. Le manipolazioni che emergono da questo studio lo conducono a porre il dibattito sulla questione dell’informazione, che egli afferma essere il terreno privilegiato delle lotte future.
6 gennaio 2006
Durante la seconda metà del XX secolo, abbiamo assistito ad un confronto militare tra due blocchi, non solo in Europa ma su tutto il globo. Ciascun blocco giurava all’altro di non avere alcuna intenzione di attaccarlo e nessuno ci credeva. A tal punto che i due campi tenevano milioni di soldati nelle loro caserme, in attesa di un’azione imminente, migliaia di aerei in stato di all’erta, divisioni di carri armati, unità di artiglieria armate di ogive nucleari, aerei da caccia, missili a corto, medio e lungo raggio, sommergibili armati anch’essi di missili, portaerei, corazzate le cui missioni di crociera erano segrete, anche sul territorio dell’avversario. I servizi segreti avevano il compito di gonfiare la percezione della minaccia e il complesso militare-industriale, con i suoi professori e giornalisti legati dal denaro della difesa, era felice. Mettersi contro, voler ammorbidire la tensione, veniva denunciato in modo stereotipato come debolezza o comunismo. I summit e i trattati che concernevano riduzioni di forza erano considerati più o meno una farsa. Essi abitualmente non riguardavano che il materiale scaduto. Ma, data la situazione, i due schieramenti erano desiderosi di non essere impegnati in una guerra e c’era spazio per discussioni circa le strutture delle forze militari. Così, alla fine del confronto Est-Ovest, avevano una situazione in cui i Sovietici erano disposti ad accedere all’idea di strutture militari difensive. L’idea era la seguente: se ognuno non desiderava aggredire l’altro, perché appoggiarsi su quantità di carri armati pronti ad invadere il territorio del potenziale nemico subito dopo un all’erta? Riduciamo dunque la capacità di penetrazione e d’intervento nel territorio di chi ci sta di fronte. Le due parti dovranno piuttosto cambiare le loro strutture militari aggressive in mezzi difensivi. Se la vostra difesa vi rende nervosi, dovreste essere autorizzati a spendere maggiormente per truppe che facciano ostacolo all’invasore, forze anti-carri, batterie contraeree, antimissili... ma non per sistemi di penetrazione profonda.
Come occidentali, avremmo potuto rafforzare le nostre forze convenzionali di difesa del territorio, ridurre il numero di tanks e, inoltre, ridefinire da entrambe le parti la dottrina del primo attacco nucleare, senza considerazione della debolezza delle forze convenzionali. D’altra parte, era comprensibile che la nostra dipendenza verso la forza nucleare della NATO come ultima risorsa soddisfacesse i nostri alleati : la duplice funzione della NATO è sempre stata « di impedire ai Russi di entrare e di mantenere i Tedeschi sotto controllo ».
Per fortuna, la situazione è mutata. Il confronto Est-Ovest o Ovest-Est è scomparso. Ora, tanto gli USA quanto la NATO danno la caccia ai terroristi musulmani. Questo nuovo nemico è stato trovato nei minuti successivi all’11 settembre : Osama ed i suoi diciannove complici...
Siamo sempre in attesa di documenti affidabili e verificabili su quello che accadde quel giorno [1]. Ma, nelle ore successive, l’Afghanistan fu definito paese rifugio dell’ex jolly della CIA, Osama ben Laden, e del suo gruppo di veterani della guerra d’Afghanistan contro i Sovietici. Poi ci fu messo in testa che l’Irak era il paese che sosteneva Al Qaïda, una menzogna, costruita su falsi documenti provenienti dai servizi d’informazione. Allora, l’amministrazione Bush si sentì minacciata dalle armi di distruzione di massa, biologiche, chimiche, forse anche nucleari, che si sospettava Sadam Hussein avesse in casa. Poi, in mancanza di queste, dal programma di fabbricazione di tali armi... L’amministrazione Bush ha presentato dei documenti falsificati in modo così grossolano che si è in diritto di chiedersi chi le abbia fabbricate, perché così male e con quale intenzione.
In conclusione, nei due giorni, l’amministrazione Bush continuò la progressione e lanciòto un appello alla guerra santa contro tutti gli Stati sostenitori del terrorismo internazionale. La corazzata Rumsfeld, come il vice-presidente Cheney, ci spiegarono che gli USA erano in guerra contro un numero di Stati che poteva arrivare fino a sessanta. Anche il presidente ha parlato di una quarta guerra mondiale che durerà più di una generazione. In questo nuovo mondo, solo gli Stati Uniti decidono chi sarà il nemico – nessuna domanda, nessuna concertazione. Chi non è con noi, è contro di noi, è nostro nemico. Questo mi ricorda l’imperatore tedesco Guglielmo II, cent’anni fa. Non si accetta alcun intervento delle Nazioni Unite. I funzionari dell’ONU che facevano il loro dovere con imparzialità, ad esempio gli ispettori brasiliani incaricati della ricerca delle armi chimiche, si sono visti rifiutare il rinnovo del loro mandato, nella speranza di vedere ciascuno di essi sostituito da qualcuno più malleabile... Ed ora siamo tutti sbalorditi nel vedere come il terrorismo fondamentalista musulmano abbia potuto costruire in pochi anni, a partire dalle grotte dell’Afghanistan, una minaccia che costringe gli Stati Uniti a spendere molto più denaro nella difesa di quanto essi non facessero per contenere l’Unione Sovietica e gli altri Stati comunisti. Essi attualmente superano tutte le altre nazioni messe assieme con spese per 430 miliardi di dollari contro i 300 miliardi di allora. Il complesso mediatico-militare-industriale deve esserne lieto... E come al tempo della minaccia sovietica, i presunti media indipendenti sono al suo servizio, come i professori ed altri esperti in materia di difesa.
L’amministrazione Bush ha un ordine del giorno definito unilateralmente, conta su alleati senza volontà di accordo o di compromesso a livello multilaterale. Abbiamo a che fare con un potere egemonico pesantemente armato, senza alcun contrappeso militare ad equilibrarlo. Almeno, non contro il continuo cieco bombardamento di intere popolazioni.
L’ordine del giorno segue l’aggressiva linea politica tracciata dal Project for a New American Century che mira ad affermare la superiorità militare, finanziaria economica, culturale ed elettronica degli Stati Uniti su tutti i continenti. Esso pretende un numero maggiore, e non minore, di militari per guerre preventive, nel caso in cui compaiano delle minacce all’orizzonte. Esso scaglia l’anatema contro ogni pensiero desideroso di un equilibrio delle forze.
Quando il presidente Eisenhower denunciò il complesso militare-industriale come distruttore della democrazia negli Stati Uniti, annunciò l’inizio di un processo pericoloso. Questo processo non è mai stato fermato ed è probabilmente entrato nella sua fase finale. I Romani non poterono sostenere il fardello come lo potranno gli Stati Uniti ? Senza ribellione dall’interno del sistema politico americano, non sembra esserci la maniera rapida di porre termine a questa egemonia.
Sembra non ci sia alcun dubbio : la politica estera e militare degli USA, come le loro azioni segrete, non dipendono dal partito al potere a Washington, sono bipartisan. E non vi è alcuna possibilità di cambiare questo per mezzo di un processo democratico. Guardate i santoni dell’imperialismo statunitense come Henry Kissinger, consigliere dei repubblicani. Nel suo libro di mille pagine dal titolo Diplomazia [2], egli fa l’elogio di ogni uomo di Stato della storia, francese, inglese, spagnolo o statunitense, che abbia commesso con successo dei crimini contro il diritto nazionale o internazionale al fine di estendere la sua potenza nazionale. Conosciamo la musica...
Zbigniew Brzezinsky [3] che influenza di più la parte democratica dello spettro politico, segue la stessa linea. « Come mantenere gli USA quale unica superpotenza ? » Lanciando guerre preventive contro chiunque sarebbe abbastanza audace da rimettere in discussione il ruolo egemonico. Superiorità su tutti i continenti, diritto di controllo su tutte le materie prime del pianeta. Secondo Brzezinski, il principale pericolo contro la superiorità statunitense potrebbe venire dall’Eurasia. Bisogna dunque mantenere l’Europa, la Cina, l’India sotto controllo ... e non dare alla Russia, sola o alleata con altri, alcuna possibilità di ridiventare una potenza mondiale.
L’Egemone possiede un enorme arsenale che permette di costringere ogni Stato non amico, recalcitrante, neutrale, o perfino gli Stati alleati, a seguire la sua politica. Non essendo la guerra popolare, particolarmente nelle democrazie, non bisogna necessariamente considerare la forza armata al primo rango di tale arsenale. Il primo strumento è oggi la manipolazione dei media. Il Pentagono da solo dispone di un budget di 655 milioni di dollari per la disinformazione e per influenzare l’opinione pubblica – in particolare nei paesi alleati poco disposti a seguire la politica di guerra preventiva degli Stati Uniti. La CIA ha perduto il suo monopolio dei colpi non convenzionali, il Pentagono ora è autorizzato dal Congresso a condurre operazioni coperte, compresi atti di terrorismo, per manipolare i media mondiali e, tramite loro, il pubblico. Perché tutti alla fine siano convinti dell’importanza di aiutare gli Stati Uniti nella loro lotta contro il terrorismo. E vi è tutto il denaro necessario per subornare case editrici o incorporare giornalisti o professori universitari...
Dobbiamo tutti fronteggiare un ambiente in cui la verità non è la sola prima vittima della guerra. Il pubblico, i media, l’assemblea generale dell’ONU sono sottoposti a pure e semplici menzogne e a documenti falsificati da parte di governi – sollevando perfino le proteste di esperti in materia appartenenti alla CIA, i quali sanno che queste « prove » sono truccate. Confrontati a questa propaganda quotidiana e al fine di controbilanciare le informazioni, noi dobbiamo renderci conto che quelle foto, quei video, quei messaggi elettronici, quelle registrazioni di voci e di conversazioni telefoniche o, ancora, quelle traduzioni, possono essere falsificate al fine di far aderire le persone all’agenda egemonica [4].
Uno dei migliori strumenti di destabilizzazione del sistema politico di un paese o di una società quando si vuole fargli seguire la propria politica, è utilizzare le minoranze etniche. Ecco quello che dovete fare: eliminare i capi dei gruppi etnici che mantengono la pace tra la minoranza e la maggioranza, attraverso compromessi quotidiani fondati sul buon senso. Farli assassinare da membri del crimine organizzato oppure farli sembrare idioti, ingenui, o entrambe le cose. Sostenere i fondamentalisti più folli che in entrambe le parti rifiutano ogni compromesso. E lasciare che il terrore abbia ragione della buona volontà della maggioranza e della minoranza di vivere pacificamente fianco a fianco. Allora, i radicali possono dividere il territorio. Io sospetto che in Iraq sia all’opera il motto “dividere per regnare”. [5]. Il terrore in Iraq potrebbe portare il paese a essere diviso in tre. Del resto, il le Project for the New American Century va in tale senso...
Un altro metodo consiste nel finanziare una sorta di « rivoluzione arancione » e nell’appoggiarla. . Penso che in Iran potremmo osservare uno sviluppo simile a quello visto in Ukraina [6]. L’economia mondiale della droga permette di finanziare questi cambiamenti di regime o questi processi di destabilizzazione. La cocaïna della Colombia o l’eroina dell’Afghanistan passano di contrabbando nei paesi industrializzati. I capi di guerra afgani detengono la loro potenza dal solo fatto di controllare questo commercio. E questi baroni della droga sono gli alleati della politica segreta statunitense. [7]. I flussi di queste droghe possono esportare l’inferno, non importa dove. L’intera filiera della droga, controllata dal crimine organizzato, è protetta dagli accordi tra la CIA, i servizi segreti nazionali e le agenzie che si presume diano la caccia a questa droga. La CIA è più o meno complice del crimine organizzato e viceversa. Questo processo nascosto è la causa di fino all’80% della criminalità nelle nostre città...
Il processo del riciclaggio deve essere protetto dall’intervento delle agenzie d’informazione, se si vuole poter canalizzare il flusso finanziario così liberato per alimentare operazioni segrete. Certe banche privilegiate e complici sono integrate nel sistema. E tutti, lungo la filiera, sono felici di guadagnare somme astronomiche senza correre alcun rischio... In pratica non saprete mai se siete di fronte al crimine organizzato, a veri terroristi fondamentalisti musulmani oppure se la CIA o il Pentagono si trovino nascosti in un retroscena. E non saprete mai se il denaro della droga della CIA o il denaro delle imposte del Pentagono lavorino per l’egemonia della bandiera stellata...
Certuni sostengono che sia necessario, e anche saggio, non avere sulla terra che un solo e unico poliziotto armato di un manganello ben più grosso di quello degli altri ? E che questo ruolo debba spettare a Washington ? Forse sarebbe giudizioso rifletterci. Ma dopo l’11 settembre, abbiamo un poliziotto non più sottomesso ad alcuna legge, nazionale o internazionale, autorizzato a torturare testimoni per ottenere confessioni in gran parte false. Osserviamo un poliziotto che agisce nella fede in informazioni parziali ed interessate, quando non si tratta di pura e semplice corruzione. E che rifiuta di consultare le altre nazioni. Allora, la risposta deve essere: no ad un poliziotto monopolistico ! Un poliziotto che sia la più grande potenza militare, finanziaria ed economica sulla terra, il cui evidente interesse è usare la sua legittimità come copertura per imporre nuove basi militari su tutti i continenti e per garantire ai suoi conglomerati industriali e finanziari le risorse ovunque esse si trovino, non è per nulla ciò che posiamo desiderare.
La maggior parte delle nostre nazioni industrializzate si fonda sulle forze del libero scambio per accedere all’energia e ad altre risorse. Non è per nulla necessario occupare militarmente queste risorse e sorvegliarne l’accesso tramite un apparato militare che costa 430 miliardi di dollari all’anno. Eppure è il sogno del complesso militare-industriale e dell’amministrazione Bush, il quale spazza via i bisogni più urgenti della quarta. E più debole, parte della popolazione degli Stati Uniti.
Per organizzare la pace, dobbiamo lavorare con tranquillità ad un nuovo equilibrio globale, principalmente in altri campi che quello militare. Sfidare il potere egemonico lanciando nuove corse agli armamenti non porterà da nessuna parte. Solo la Cina e, forse, la Russia, potrebbero seguire questa via, fino ai limiti delle loro forze economiche, prima di rendersi conto che le dimensioni del loro territorio e le loro immense popolazioni sono una forza intrinseca.
Ma è nel campo dell’informazione, delle finanze, del commercio, della tecnologia, della cultura e del diritto che l’unilateralismo oltranzista porterà sempre più isolamento. Il cambio di atteggiamento del pubblico verso l’amministrazione Bush è profondo in Europa, malgrado un sentimento normalmente molto filo-americano.
Brzezinski ha ragione quando osserva l’influenza fin qui ineguagliata degli Stati Uniti sulle scienze economiche, sulle finanze, sull’esercito, sulla cultura, etc. Sarebbe così facile impiegare questa influenza in un modo saggio ed equilibrato, appoggiandosi su alleati in tutto il mondo. La squadra Bush-Cheney ha deciso altrimenti. Non essendo del tutto anti-americano, io spero che alla fine giungeremo a convincere i cittadini degli Stati Uniti – contro i loro grandi media – che essi sono manipolati in una maniera tale che nessuno avrebbe potuto immaginare solo pochi anni fa. E che essi devono fare in modo di modificare la pericolosa traiettoria che l’amministrazione Bush sta seguendo. Internet permette l’accesso ad altre informazioni, cosa di cui le persone si rendono ben conto. Dobbiamo dunque alimentare Internet ed altri media con informazioni fondamentali.
Far saltare le operazioni psicologiche condotte sui nostri media dal Pentagono, dalla CIA, ma anche dal Mossad, e dai loro satelliti, è il compito più importante che ci attende. Questo può apparire strano, ma porre ostinatamente la domanda “a chi giova il crimine?”, a fronte dei riferimenti quotidiani ad al Qaïda, a ben Laden o s Zarkaoui, porterà molto spesso a vedere le cose in modo opposto alla disinformazione ufficiale. E dobbiamo insistere perché si ottengano prove tangibili e veritiere, al fine di denunciare le operazioni di propaganda. Le confessioni su Internet, su video, su registrazioni sonore ed altre prove ottenute tramite la tortura non sono affidabili, finché non sono corroborate da elementi verificabili.
Poiché i terroristi sono per la maggior parte delle marionette scelte tra i giovani drogati, essi possono facilmente essere costretti a giungere a degli accordi con l’accusa. In cambio della clemenza, essi saranno disposti a fare una falsa testimonianza di fronte ad una corte, testimonianza che sarà utilizzata per confermare la propaganda.
Per mettere in luce le operazioni di destabilizzazione e farle fallire, bisogna seguire il flusso del traffico di droga e del riciclaggio del denaro che servono a finanziare quelle operazioni segrete. In tutti i paesi industrializzati esistono degli arrangiamenti tra le agenzie incaricate di reprimere il traffico di droga e il crimine, e i servizi segreti come la CIA, per scoprire i canali di circolazione della droga osservandone proprio le rotte, i mezzi e le persone utilizzate. Nascosto dietro questa procedura, si trova il processo segreto di finanziamento del crimine organizzato e del suo influsso fino all’ultimo dei drogati. In effetti le droghe pagano il conto non solo per il crimine organizzato e per i baroni della droga colombiani o afgani, ma anche per le manipolazioni della CIA e di altri servizi. E l’80 % del denaro che serve ad acquistare droga proviene dalla piccola criminalità...
Al momento, non si può controbilanciare il potere egemonico. Tuttavia, il modo parziale, unilaterale e molto spesso corrotto con cui esso conduce le questioni del mondo, produce un’immagine estremamente negativa per gli Stati Uniti. Questo potrebbe diventare un handicap per i settori che non sono parte pregnante del complesso militare-industriale, ed essere la pressione necessaria sull’élite politica americana. Ma non dobbiamo nutrire alcuna illusione sottovalutando la potenza straordinaria che il complesso imperiale e neo-coloniale esercita sulla politica. Il cammino sarà lunghissimo.
Note
[1] Leggere L’Effroyable imposture di Thierry Meyssan, Carnot ed., 2002, e Die CIA und der 11. September di Andreas von Bülow, Piper éd., 2003.
[2] Diplomacy di Henry Kissinger, Simon & Schuster ed., 1995. Versione francese : Diplomatie, ed. Fayard, 1996.
[3] « La stratégie anti-russe de Zbigniew Brzezinski » di Arthur Lepic, Voltaire, 22 ottobre 2004.
[4] Vedi la nostra rubrica « Observatoire de la propagande »
[5] « Modèle yougoslave pour le Kurdistan », Voltaire, 3 gennaio 2004.
[6] « Moscou et Washington se livrent bataille en Ukraine » di Emilia Nazarenko e « Ukraine : la rue contre le peuple », Voltaire, 1 e 29 novembre 2004.
[7] « Le Pakistan exploite le pavot afghan », Voltaire, 19 aprile 2005.
Voltaire, édition internationale (http://www.voltairenet.org/article132462.html) |