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La striscia di Gaza

di Manuel Zanarini - 05/03/2008

 

 

La striscia di Gaza (in arabo قطاع غزة traslitterazione: Qita' Ġazzah/Qita' Ghazzah, in ebraico: רצועת עזה Retzu'at 'Azza) è una regione costiera di 360 km quadrati di superficie densamente popolata, anzi è una delle regioni più popolose del mondo, con una popolazione di circa 1.500.000 abitanti, il 99% palestinesi.

Confina con Israele ed Egitto e si estende attorno alla città di Gaza City.

La sua attuale estensione coincide con la Filistia, così come la descrive la Bibbia, regione abitata dalla popolazione dei Filistei, popolazione che secondo gli studiosi discenderebbe dai cretesi,

 sin dai tempi di Abramo (Genesi) e comunque certamente prima che Mosè e gli Ebrei giungessero nella “terra promessa”, popolazione che secondo gli studiosi discenderebbe dai cretesi.

Fin dal loro insediamento sulle coste, circa nel 1175 a.C., i rapporti con gli Israeliti furono molto tesi, leggendario lo scontro tra Davide e Golia.

Nel 135 a.C., riprendendo il nome dei Filistei, l’imperatore romano Adriano chiamerà l’intera regione Palestina, ormai diventata Provincia Romana; infatti la denominazione romana, adattata alla fonetica della lingua araba giunta nell'area con l'espansione dell'Islam, è alla base del nome arabo Filasīn (in arabo فلسطين), che significa appunto Palestina.

I suoi attuali confini seguono gli accordi derivanti dall’armistizio del 1948 tra Egitto ed Israele, che portarono alla nascita dello stato sionista, e sono stati ratificati dalle Nazioni Unite. Fino al 1967 è stata occupata, sia militarmente che amministrativamente, poi da Israele, in seguito alla Guerra dei Sei Giorni; infine grazie agli accordi israelo-palestinesi di Oslo, nel 1993, assegnata alla neonata Autorità Nazionale Palestinese (ANP).

La maggior parte della popolazione è composta da sfollati o rifugiati politici scappati dalle loro terre dopo il 1948 e vive in buona parte all’interno di 8 campi profughi gestiti dall’ONU (Jabaliya – 106 mila abitanti circa, Rafah – 95 mila abitanti circa, Shati – 78 mila abitanti circa, Nuseirat – 57 mila abitanti circa, Khan Younis – 63 mila abitanti circa, Bureij – 28 mila abitanti circa, Maghazi – 22 mila abitanti circa, Deir el-Balah – 19 mila abitanti circa).

Gaza City è il centro urbano più esteso, oltre che la città amministrativa principale, con 400 mila abitanti, poi Khan Younis con 200 mila abitanti situata nella parte centrale della striscia, e Rafah (150 mila abitanti) situata a sud.
Nel 2005 l’esercito israeliano si ritira dalla “Striscia”, ma paradossalmente l’assedio aumenta d’intensità, anche perché lo stato sionista detiene tutt’ora il controllo dei confini, dello spazio aereo e di mare e Israele ha eretto un “muro metallico” che la divide dalla Striscia, in aggiunta ad una zona cuscinetto di 300 metri all’interno della Striscia posta sotto il controllo dell’esercito sionista.

Nel Gennaio 2005 si instaura un governo guidato da Hamas, dopo che essa ha vinto libere e democratiche elezioni, ma la situazione precipita. Infatti, visto che ha vinto il “partito sbagliato”, la Comunità Internazionale ha bloccato gli aiuti umanitari, e Israele trattiene per sé (si dice ruba?) le tasse riscosse per conto dell’Autorità Palestinese.

Come se non bastasse Israele ha deciso di chiudere i valichi d’accesso devastando la condizione di vita della popolazione palestinese. Infatti quest’assedio blocca gli approvvigionamenti di viveri, di medicinali, di carburante, di materiale per costruzioni e per altre attività economiche. Il risultato, oltre alla violazione di svariati diritti umani (alla dignità, alla salute e alla educazione) ha portato il 73% delle famiglie palestinesi a vivere sotto la soglia di povertà e la disoccupazione è arrivata al 55%.

Al momento l’unico valico non controllato direttamente, ma solo con telecamere senza la possibilità di procedere a fermi, è quello di Rafah, che dopo pressioni internazionali è sotto controllo dell’Egitto. Purtroppo anche qua la situazione non è migliore. Infatti è rimasto chiuso dal 25 giugno 2006 nonostante che 3000 palestinesi, compresi 400 malati, stavano aspettando di rientrare nelle loro case. Queste persone sono state quindi bloccate nelle città egiziane di confine senza servizi ed assistenza, soprattutto per i malati, e senza soldi perché non avevano previsto una sosta così lunga.
Il valico è stato riaperto per brevi momenti il 10, 11, 19 agosto 2006 e sono transitate oltre 6mila persone in uscita verso l’Egitto e 310 in ingresso nella striscia di Gaza . Il 25 agosto avrebbe dovuto riaprire per 2 giorni, ma ha funzionato solo per 10 ore. Ha riaperto parzialmente il 24 e 25 ottobre e il 31 ottobre 2006  e 1 novembre 2006. Dal 25 giugno 2006 a novembre 2006 é stato aperto solo per 18 giorni non consecutivi. Dal 19 al 25 aprile 2007 ha aperto solo per 1 giorno.
A fine febbraio 2007 si è raggiunto un accordo tra palestinesi ed egiziani per tenerlo aperto tre volte a settimana. Dal 19 al 25 aprile 2007 ha aperto solo per 1 giorno.
Da metà maggio 2007 è chiuso e 50mila palestinesi sono bloccati. Emergenza sanitaria grave perché ci sono molti feriti a causa delle ultime incursioni che hanno bisogno di cure urgenti e non sanno dove andare perché gli Israeliani negano loro il permesso di recarsi sia in Israele che in Egitto.

A tutto questo va aggiunto che la pesca, attività economica principale, è vietata dal 25 Giugno 2006 e prima era comunque sottoposta a pesanti limitazioni. Si tenga presente che questa a attività dava sostentamento a circa 35.000 persone!

A peggiorare la situazione si è messa Al Fatah, sostenuta da USA e Comunità Europea, che rifiutando di accettare il responso delle elezioni democratiche, ha scatenato una guerra civile con Hamas, finché il 14 Giugno 2007, Hamas conquista la sede militare dell'ANP arrivando di fatto al controllo dell'intera Striscia di Gaza. Il 23 maggio 2007 le 5 fazioni della resistenza, Hamas, Fatah, Jihad islamica, PFLP e DFLP, hanno confermato la loro volontà di mantenere la tregua interna, porre fine agli scontri interni e dare spazio ad azioni congiunte per rafforzare il piano di sicurezza interno. Sono tutti concordi nel formare una commissione che controlli la tregua.

Il 1 Marzo 2008 Israele decide, dopo svariate missioni di guerra e “omicidi mirati”, di far entrare l’esercito all’interno della “Striscia” con forze blindate ed aeree.

Dal 2000, inizio della seconda Intifada, al 2006 si registrano 6 morti israeliani,a causa di missili palestinesi, e 4.500 palestinesi ammazzati dall’esercito sionista!

Intanto il “mondo occidentale civile” cosa fa?

 

Manuel Zanarini