Come volevasi dimostrare... Il veltrusconismo
di a.m. - 06/03/2008
Come volevasi dimostrare. Fra ieri e oggi si è fatta sempre più insistente l'idea del Grande Inciucio, del Veltrusconi, dell'orgia trasversale grazie a cui dare evidenza e dignità ufficiale all'imbroglio di una divisione fra partiti di destra, centro e sinistra a cui gli Italiani ancora credono. Leggete gli stralci tratti dai tre bollettini della disinformatja nazionale riportati qui sotto. Se la maggioranza al Senato non sarà ampia, io non farò come Prodi". I sondaggi da tempo ripetono sempre lo stesso ritornello: a Palazzo Madama la vittoria del Pdl è in bilico. ... L'incubo della "paralisi" accompagna i suoi sonni. "Senza una coalizione forte, in Italia non si può fare niente. Contro la sinistra, contro i sindacati, non si riesce a fare niente". In quel caso, può essere la volta buona per le larghe intese. O meglio, per le "piccole intese" con il Pd di Walter Veltroni. Un percorso comune ma transitorio per approvare la legge elettorale, rilanciare l'economia del Paese, varare le liberalizzazioni e infine tornare alle urne. Due anni per "risolvere i problemi veri dell'Italia". Il modello cui spesso fa riferimento il Cavaliere è quello post-bellico di De Gasperi e Togliatti. In questo caso, però, si tratterebbe di un governo "tecnico" guidato da un "supertecnico" e composto da una squadra ristretta di ministri "super qualificati" e "imparziali". Un gabinetto cui - è il ragionamento che Berlusconi sta sottoponendo soltanto agli esponenti di spicco di Forza Italia - non potrebbe che essere destinato Mario Draghi. "L'unico", a suo giudizio, in grado di affrontare un processo del genere. Il Governatore della Banca d'Italia, ripete da giorni l'inquilino di Palazzo Grazioli agli "amici di sempre", è l'uomo giusto per fare ordine nei conti pubblici, rivitalizzare il tessuto economico e industriale e quindi assegnare un nuovo profilo costituzionale alle istituzioni. "Spero che gli italiani saranno talmente saggi da dire con il loro voto quello che la politica non ha detto, cioè dare a uno dei due schieramenti, spero al mio, la possibilità di governare. Se così non sarà, bisognerà fare le riforme e poi ritornare al voto", ha detto Veltroni a chi chiedeva cosa succederà nel caso in cui dalle elezioni non dovesse uscire una maggioranza schiacciante a favore del centrodestra o del centrosinistra. Nei fatti la «grande coalizione», negata a parole, rientra dalla finestra. La prospettiva di scrivere insieme le regole del gioco significa, né più né meno, uno sforzo comune, lungo un arco temporale significativo (un paio d'anni), di forze con interessi convergenti. E certo non sarebbe verosimile che il Popolo della libertà e il Partito democratico, mentre lavorano a un progetto di riforma istituzionale ed elettorale, si combattano con veemenza in Parlamento sulla politica economica o sulle misure sociali. In altre parole, affermare «facciamo insieme le riforme e poi torniamo a votare» vuoi dire accettare l'ipotesi di una larga intesa per un periodo circoscritto, ma non troppo limitato. Come si conviene a un Paese in emergenza. |