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I martiri del lavoro e la cattiva coscienza dei padroni

di Manuel Zanarini - 06/03/2008

 

 

 

Mentre inizia la solita tristezza della campagna elettorale, il conto dei martiri del lavoro non si ferma.

Dal 2002 ad oggi ci sono state oltre 9.000 vittime,una media di 4 al giorno Domenica e festivi compresi, 200.000 infortuni all’anno non denunciati, più le malattie contratte sul luogo del lavoro e che a volte emergono dopo 20/25 anni!

 Con il portuale di Genova e i 5 di Molfetta, la CGIL conteggia almeno 180 morti solo dall’inizio dell’anno, di cui il 92%( e l’89% degli infortuni) avviene in imprese con meno di 15 dipendenti dove notoriamente i diritti dei lavoratori sono regolarmente ignorati!

Per cercare di porre un freno al massacro senza fine, il Parlamento dovrebbe approvare in queste ore una legge di attuazione del “Decreto delega al Governo per l’emanazione di un testo unico per il riassetto normativo e la riforma della salute e sicurezza sul lavoro”. Noto la prontezza con cui il Sottosegretario al Lavoro Antonio Montanino tiene a precisare che mentre il DDL prevedeva fino a 9 mesi per approvare la norma il Parlamento ne impiegherà solo sei…chissà quanti mesi ci hanno messo per aumentarsi lo stipendio!!!!

Comunque sia prendiamo atto e vediamo di analizzare le misure contenute nella DDL. Lo scopo sarebbe quello di creare una cultura della sicurezza sul lavoro, più che intervenire una volta accaduta la tragedia, tanto che sono previsti interventi di formazione nelle scuole e nelle Università e vengono aumentati i poteri ispettivi per rilevare le eventuali mancanze delle imprese.

Vengono previste norme di agevolazione per finanziare piani aziendali volti a mettere a norma le imprese, soprattutto per quelle medie, piccole e micro,  che come abbiamo visto sono le più coinvolte.

Si interviene anche nel caso di appalti pubblici; infatti sarà obbligatorio specificare, in tutti i “contratti di somministrazione, di appalto e di subappalto”, i costi relativi alla sicurezza sul lavoro.

Anche per le famiglie delle vittime, e per i sindacati, sono previsti maggiori strumenti di tutela; infatti potranno esercitare i diritti e le facoltà previste per la persona offesa.

Ovviamente, sarebbe clamoroso il contrario, sono previste delle sanzioni per chi viola le norme.

Le punizioni sono previste nel decreto all’ Art.1, comma 2, lettera f: al punto 2 si legge “sanzioni penali dell’arresto e dell’ammenda, previste solo nei casi in cui le infrazioni  ledano interessi generali dell’ordinamento….da comminare in via esclusiva ovvero alternativa, con previsione della pena dell’ammenda fino a Euro 20.000 per le infrazioni formali”; al punto 3 “previsione della sanzione amministrativa consistente nel pagamento di una somma di denaro fino ad Euro 100.000 per le infrazioni non punite con sanzioni penali” ed al punto 5 “graduazione delle misure interdittive in dipendenza della particolare gravità delle disposizioni violate”.

 Insomma, direi pene giuste e proporzionate e che rientrano nel comune sentire popolare.

Ma… c’è sempre un ma in Italia! Essendo passato qualche giorno dalla sua ultima apparizione, Montezemolo ha pensato bene che la Nazione non poteva sopravvivere senza il “decalogo di Confindustria per il prossimo Governo”!!!!

Che grandi pensate avrà mai avuto questo genio della politica? Presto detto: più imprenditori in Parlamento, meno burocrazia, più sviluppo industriale, più privatizzazioni e più liberalizzazione del mercato del lavoro (il giuslavorista del PD Pietro Ichino, uomo di Confindustria, si è già espresso per l’abolizione dell’Art 18 dello Statuto dei Lavoratori). Ma soprattutto, al quarto punto, una “maggiore sicurezza sul lavoro”. Beh, a parte le innovative e geniali trovate politiche, l’attenzione per la tutela della salute del lavoratore ottimamente si sposa con la legge delega. Ma ecco qua spuntare il classico “ma” di cui sopra.

Infatti, per bocca del Direttore Generale Maurizio Beretta, Confindustria fa sapere che ritiene «per molti aspetti inaccettabile» l’apparato sanzionatorio previsto dal DDL e che sarebbe meglio spendere i soldi dell’INAIL per fare prevenzione invece di punire gli imprenditori e che il sistema punitivo “viene aggravato in maniera ingiustificata ed è fuori misura anche per adempimenti formali”. Infatti si dice che non è giusto escludere la possibilità dell’arresto col pagamento della multa, che è esagerato!

Ora va detto che il DDL non dice assolutamente questo, come l’ho letto io possono farlo gli amichetti di Luca Cordero, e al momento di ufficiale non c’è altro. Quindi i casi sono due: o Confindustria mistifica la realtà speculando sulle morti degli operai, oppure il Governo ha confidato agli industriali qualche anticipazione che i sindacati a tutt’ora non sanno! Scegliete voi cosa è più grave!

Ma cosa ancora più sconcertante è il fatto che i “padroni”, mi si passi il termine marxista, non avvertono minimamente il dramma delle morti sul lavoro. Da un lato chiedono ancora più precariato e erosione dei diritti dei lavoratori e dall’altro ritengono “inaccettabile” che chi provoca la morte di un lavoratore finisca in galera….mah si, in fondo mica crepano loro, solo qualche operaio, volete mettere la differenza??

Ora mi chiedo, è troppo pretendere da Montezemolo & co., non dico l’umana compassione che si sa nel business non trova spazio, ma almeno la decenza?