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Siamo nuovamente nella black list di Magdi Allam

di Angela Lano - 06/03/2008

Questa mattina, Magdi Allam ci dedica la prima pagina del Corriere, straparlando istericamente di "minacce" al presidente Napolitano, a causa della lettera (vedi*) del Comitato Ricordare la Nakba - Lettera al presidente Napolitano. - da noi pubblicata.

Ci garba sottolineare che è nostra consuetudine pubblicare lettere, segnalazioni, iniziative, commenti (anche contro di noi e il nostro lavoro, come ben si può leggere negli appositi spazi al fondo degli articoli), a patto che non contengano un linguaggio volgare, osceno o offensivo. Nessuna di queste caratteristiche è presente nel comunicato del Comitato Ricordare la Nakba, la cui retorica, formale, quasi d'altri tempi, è supportata, sì, da forti critiche, ma non certo dalle "minacce" che il collega intravvede.

Il signor Allam pensa di essere nel suo Paese d'origine, dove la libertà di stampa e di dissenso non esistono, e chiunque osi essere in disaccordo con il regime viene perseguitato, torturato, magari anche ucciso. Il "democratico" giornalista invita dunque l'Italia - forze dell'ordine, magistrati, politici - a prendere esempio dalle dittature di altri Stati e a comportarsi in modo arbitrariamente censorio e persecutorio?

Ma che bel concetto di libertà ci propone.

Angela Lano, direttrice Infopal.it 

"Quelle incredibili minacce a Napolitano per la Fiera del libro".

C’è qualcuno in Italia che immagina di poter minacciare impunemente il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, intimandogli “caldamente di tenersi lontano dalla fiera del libro di Torino”, perché egli sarebbe “di parte, irrazionalmente di parte”, uno che considererebbe “normale e lecito” il massacro dei palestinesi, schierato dalla parte del “sopruso e sostegno aperto al illegalità”, accusato di “discriminazione”,”razzismo”,” “settarismo”, “faziosità”, “insensibilità”, “abuso calunnioso”, “prevaricazione”. “Alla luce di tutto questo, signor Presidente, La invitiamo, visto che non sarà in grado di fare un intervento equilibrato, o come dice D’Alema, equidistante, a non ingerire”. Per costoro il presidente italiano compirebbe un’ “ingerenza” inaugurando una Fiera del libro che si tiene sul territorio italiano. Quindi deve starne “lontano”. Chi è che osa così tanto da ritenere che l’Italia sia uno Stato a sovranità limitata o che  si sottomette facilmente alle minacce e alle intimidazioni? Il comunicato che stiamo leggendo reca in calce la sigla “Comitato Ricordare la Nakba” ed è datato 18 febbraio 2008. Dove per “ Nakba” si intende la “Catastrofe”, com’è stata ribattezzata la sconfitta degli eserciti arabi nella guerra d’indipendenza della Stato d’Israele all’indomani della sua proclamazione il 14 maggio 1948.
A diffonderlo è stato il sito infopal (http://infopal.it) il 3 marzo, postandolo con la formula “Riceviamo e pubblichiamo”. Quasi si trattasse di un messaggio come tanti altri. “Illustre signor Presidente, abbiamo appreso che Ella sarà presente all’inaugurazione della fiera del libro di torino e ai festeggiamenti del 60° anno di fondazione dello Stato di Israele”, inizia così il comunicato che attaca subito duramente Napolitano: “Tutti decantano la presunta democrazia israeliana. Ella come capofila (…).
Ella è sordo e muto di fronte alle atrocità che questo stato ha commesso in passato e continua a commetere oggi nei confronti del Popolo palestinese”. “Vi accingete a celebrare la nascita di uno stato colonialista che per far posto ai milioni di ebrei ivi immigrati non ha esitato nel 1948, a cacciare manu militari 850 mila palestinesi, ricorrendo a forme di terrorismo che dovrebbero  ricordarLe i nemici contro i quali  si è battuto in passato. Le rammentiamo questo triste primato perché ci sembra che Ella lo abbia rimosso”. Segue l’affermazione secondo cui Israele si comporterebbe con il palestinesi alla stesso modo con cui i nazisti sterminarano gli ebrei.
Le accuse contro il presidente Napolitano sono pesanti: “Muoiono decine di palestinesi, senza che compaia una notizia, una sola parola di condanna…niente. Ella tace e questa è faziosità”. “Non avete rispetto della tante sofferenze dei palestinesi e questa è insensibilità”. “Ella  legittima qualsiasi reazione della stato sionista, non importa quanto criminale essa sia; questo è settarismo”. “Ella e tutta la classe politica italiana non avete mai protestato”. Man mano dalle accuse si passa alla condanna inplacabile del nostro capo di Stato: “In nome della sicurezza dell’entità sionista avete disatteso la sentenza del tribunale dell’Aja, avete difeso il muro dell’apartheid. Questo si chiama sopruso e sostegno aperto all’illegalità”. “Avete inventato l’equazione antisionismo = antisemitismo e avete tacitato con infamanti accuse chiunque osasse criticare israele. Questo si chiama abuso calunnioso”.
Dopo aver definito Israele “uno stato illegale”, Napolitano viene tacciato di non essere “credibile”, “la sua è una pace a senso unico, la pace  per il più forte. Queta si chiama prevaricazione”. Segue un accusa gravissima: “ Israele elimina fisicamente gli intelettuali e gli scritori palestinesi (l’elenco è interminabile, non lo rammenta, singnor Presidente?), ma questo per lei è normale, è lecito”. Chi è questo sedicente “Comitato ricordare la Nakba” che considera il capo dello Stato italiano alla stregua di un criminale fuorilegge?
Sappiamo solo che fa parte di una rete di associazioni che aderisce al Forum Palestina  (www.forumpalestina.org) che compende anche l’agenzia Infopal. Di quest’ultima si sa che è diretta  da Angela Lano. Del “Comitato di consulenti” di Infopal fanno parte alcuni accademici (Wassim Dalmash, Lucia Avallone, Enrico Galoppini, Maurizio Bagatin), giornalisti (Paolo Moiola, Maurizio Musolino, Samir Qariouti), studiosi (Gianfranco Bosco, Beppe Scali), due noti convertiti all’Islam (Roberto  Hamza Piccardo e Elvio Arancio), il senatore Fernando Rossi, Rosario Citriniti del Torino Social Forun, Dario Rossi dei Giuristi democratici e Mariano Mingarelli presidente dell’Associazione Amicizia Italo-Palestinese. A tutti loro è doveroso rivolgere la domanda: siete al corrente della diffamazioni e minacce al presidente della Repubblica diffuse dalla vostra agenzia Infopal?

Magdi Allam

Corriere della Sera, mercoledì, 5 marzo 2008

Lettera al presidente Napolitano.
05-03-2008 Torino
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*Riceviamo e pubblichiamo.

Illustre signor Presidente,

abbiamo appreso che Ella sarà presente all'inaugurazione della Fiera Internazionale del Libro di Torino e ai festeggiamenti del 60° anno di fondazione dello Stato di Israele.

Signor Presidente, siamo ormai abituati a gesti e dichiarazioni clamorose, non solo da parte Sua, ma da tutta la dirigenza politica di questo paese, che in tema di Medioriente è appiattita, senza alcuna differenza sostanziale tra sinistra e destra.

Tutti decantano la presunta democrazia israeliana, Ella come capofila. Non vorremmo qui entrare nei particolari, ma vogliamo soltanto rilevare che Ella è sordo e muto di fronte alle atrocità che questo stato ha commesso in passato e continua a commettere oggi nei confronti del Popolo Palestinese.

Vi accingete a celebrare la nascita di uno stato colonialista che per far posto ai milioni di ebrei ivi immigrati non ha esitato nel 1948, a cacciare manu militari 850.000 palestinesi, ricorrendo a forme di terrorismo che dovrebbero ricordarLe i nemici contro i quali si è battuto in passato.

Le rammentiamo questo triste primato perché ci sembra che Ella lo abbia rimosso. Primato perché non ci viene in mente nessun'altra popolazione al mondo che abbia patito la repressione ed abbia finito per usare la medesima oppressione come prassi quotidiana contro altri, tranne il caso di Israele.

La Nakba del '48 continua anche in questi giorni, persino nel momento in cui scriviamo. Ma a chi importa? Sono indegne le accuse e le diffamazioni che, non appena capita qualcosa ad un israeliano (bambino, giovane, donna o anziano che sia) fioccano da tutte le parti contro i palestinesi, da parte della politica e dei mass-media. Per contro, muoiono decine di palestinesi senza che compaia una notizia, una sola parola di condanna...niente. Ella tace e questa è faziosità.

Israele bombarda provocando distruzioni e devastazioni ma non succede niente, nessuna reazione. Per contro, un razzo rudimentale che viene sparato da parte palestinese provoca, non solo da parte dell’aviazione e artiglieria israeliane, reazioni infernali e commenti spietati, anche questa è faziosità.

Non avete rispetto delle tante sofferenze dei palestinesi e questa è insensibilità.

Quasi ogni uomo palestinese, signor Presidente, ha conosciuto le prigioni e le torture israeliane, reo di essere nato palestinese e di opporsi all'occupazione, ma Ella non ha speso una parola per porre fine a questa ingiustizia. Per contro, non appena viene catturato un soldato israeliano, Ella legittima qualsiasi reazione dello stato sionista, non importa quanto criminale essa sia; questo è settarismo.

Il Popolo Palestinese vive nei campi di raccolta, tutto il popolo, persino i palestinesi cittadini di Israele, campi profughi o campi/prigioni a cielo aperto, bantustan e ghetti, molti persino recintati o circondati da mura, ma su questo Ella e tutta la classe politica non avete mai protestato.

In nome della sicurezza dell'entità sionista (ma di quale sicurezza parliamo, considerando che Israele ha il terzo o quarto esercito più potente al mondo?) avete disatteso la sentenza del Tribunale dell'Aja, avete difeso il muro dell'apartheid. Questo si chiama sopruso e sostegno aperto all’illegalità.

Avete inventato l'equazione antisionismo= antisemitismo e avete tacitato con infanti accuse chiunque osasse criticare Israele. Questo si chiama abuso calunnioso.

Ella vuole essere presente a Torino per festeggiare lo Stato di Israele, il quale, oltre tutto, è uno stato illegale alle luce delle stesse risoluzioni ONU che lo hanno creato e sancito (risoluzioni n. 181 e  273); ma ha dimenticato che lo stato palestinese attende la costituzione da 60 anni. Neanche su questo è credibile, Ella che dichiara di essere amante della pace. La Sua è una pace a senso unico, è la pace per il più forte. Questa si chiama prevaricazione.

Infine signor Presidente, Ella critica fortemente chiunque si opponga all'invito di Israele alla Fiera Internazionale del Libro. Ma Israele opera la censura e oscura il dissenso, perseguita chiunque osi criticarlo. Israele elimina fisicamente gli intellettuali e gli scrittori palestinesi (l'elenco è interminabile, non lo rammenta, signor Presidente?!), ma questo per Lei è normale, è lecito.

L'invito alla partecipazione al salone del libro non include e non riguarda gli scrittori e gli intellettuali palestinesi cittadini di Israele, solo perché sono arabi e palestinesi (malgrado la loro cittadinanza). Questa è discriminazione e razzismo.

Alla luce di tutto questo, signor Presidente, La invitiamo, visto che non sarà in grado di fare un intervento equilibrato o, come dice D’Alema, equidistante, a non ingerire.

Siamo costernati e ci sentiamo offesi, come palestinesi e come italiani solidali con la giusta causa del popolo palestinese, dalle Sue parole, commenti e posizione riguardo al conflitto mediorientale. Tale posizione sfiora il razzismo.

Perciò, signor Presidente, la invitiamo caldamente a tenerSi lontano dalla Fiera del libro di Torino, Ella è di parte, irrazionalmente di parte.

    

                                                           Comitato Ricordare la Nakba

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Risposta dell' on. Fernando Rossi all' articolo di Allam sul Corriere della Sera

Egregio signor Magdi Allam,

in merito all'articolo del 5 marzo, le sarei grato se, dopo avermi coinvolto con una domanda retorica, volesse pubblicare la presente risposta.

Il comitato Nakba non ha proprio minacciato nessuno, ha semplicemente chiesto al Presidente della nostra Repubblica, che in base alla Costituzione rappresenta tutto il paese, di esimersi dal presenziare alla Fiera del Libro di Torino, e lo ha fatto pensando che le idee si possano esprimere senza essere puniti.
Quando Magdi Allam scrive : "C'è qualcuno in Italia che immagina di poter minacciare impunemente il capo dello Stato..", invita eventuali "punitori" ad intervenire ed auspica scenari da territori occupati; ma qui, nonostante il generale peggioramento su cui egli confida, siamo ancora in democrazia.
Infopal è una delle pochissime fonti di informazione sulla Palestina che, sfuggendo alla disinformazione controllata dai servizi del Mossad, consente di sapere quanto avviene realmente nei territori tra: "missili intelligenti, "esecuzioni mirate", "parlamentari arrestati e incarcerati senza nessun capo di imputazione" e cittadini palestinesi quotidianamente arrestati ed umiliati per indurli ad andarsene dalle loro case e dalla loro Patria. Qualcosa avevo già letto, ma sono anche, recentemente, stato in Israele e nei territori che Israele continua ad occupare, qui ho "clandestinamente" parlato con associazioni e partiti israeliani contrari ad uno stato religioso integralista e con numerose associazioni palestinesi, so di cosa parlo e non rinuncerò al dovere civico di denunciare le ingiustizie. 
In merito alla Fiera del Libro, il Presidente farà quanto riterrà opportuno, ma conoscendo le posizioni di tutti gli attuali partiti credo proprio che, sbagliando, vi andrà.
Ma, se non sono i vari governi a tutelare la nostra sovranità ed il rispetto dei nostri principi costituzionali, è giusto che lo facciano i cittadini e le "sacche di resistenza umana e civile", che si raccolgono attorno a movimenti ed associazioni.
Infopal ha fatto benissimo ad ospitare la dichiarazione del comitato Nakba,
come ha fatto e dovrà continuare a fare con prese di posizione ancor più ferme e indignate. La cosa più grave è che troppi giornalisti "embedded" non dicono agli italiani che c'è un governo, sulle rive del Mediterraneo, che non rispetta le risoluzioni ONU, che occupa militarmente territori di altri Stati (è l'unico stato al mondo senza confini), che pratica l'aparthaid razzista (finita persino in Sud Africa), che da anni compie efferate stragi.
Io credo che essere equidistanti tra aggredito ed aggressore (dopo ogni strage o assassinio che destano clamore, il Ministro D'Alema ora, e prima di lui, Fini, dichiarano "chiediamo alle due parti in conflitto di moderare i loro comportamenti"; siamo alla politica estera del bon ton) sia moralmente inaccettabile, ma aver ascoltato l'assordante silenzio dei parlamentari, sedicenti pacifisti, non violenti e/o di sinistra, così come quello dei loro ministri, sul boicottaggio a Gaza, sulla costruzione del muro, sull'accordo militare tra il Governo Italiano e quello Israeliano, mi ha aiutato a capire che questi partiti sono ormai irrecuperabili anche alla causa della nostra sovranità nazionale.  

Sen. Fernando Rossi, Per il Bene Comune.