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Il fantasma della Guerra Infinita si aggira per l’America meridionale

di Carlos A. Pereyra Mele * - 07/03/2008


Sin dalla scomparsa dell’Unione Sovietica e del suo blocco e dopo il trionfo nella prima guerra del Golfo, il presidente Bush padre annunciò il Nuovo Ordine Mondiale (MON) e, a partire da quel momento, la Repubblica Imperiale Nordamericana si trasformò in un’iperpotenza militare, sviluppando una nuova forma nei rapporti internazionali il cui fondamento consiste nel militarizzare qualsiasi conflitto politico.

Da quel momento gli USA, unilateralmente e senza alcuna opposizione, si arrogarono la potestà di diventare il gran gendarme del mondo. Dopo il gravissimo attentato dell’11 settembre alle Torri gemelle, il presidente Bush figlio, diede un ulteriore giro di vite alla politica di militarizzare di qualunque conflitto politico, mettendo in pratica due dottrine, una nuova: quella della "Guerra Infinita" e l’altra, una dottrina condannata dall’ONU a ridosso della Seconda Guerra Mondiale, quella della "Guerra Preventiva".

Con queste dottrine s’iniziò il processo d’invasione dell’Afganistan e la successiva invasione dell’Iraq con il corollario di distruzione di paesi interi e di società che si opprimono tra loro, producendo una spirale di violenza anch’essa infinita.

A rigor di termini, il beneficiario di questa specie di nuovo keynesianesimo è il complesso industriale militare americano.

La politica estera nordamericana orientò il suo maggiore impegno verso la conquista delle risorse energetiche a livello globale e per raggiungere quest’obiettivo stabilì delle alleanze e pianificò dei conflitti.

In questa cornice globale il Continente sudamericano non aveva grandi priorità, perché il Nord l’aveva considerato da sempre il “suo” cortile interno. Ma, una serie di cambiamenti politici avvenuti nella regione furono la conseguenza dei tragici effetti prodotti dall’applicazione delle politiche neoliberali che distrussero le loro società, fecero che queste cercassero nuove alternative per uscire dallo strangolamento del debito estero e della povertà nella quale furono condannate, nonostante l’enorme ricchezza del Continente.

I cambiamenti si tradussero nella comparsa di "caudillismi" e di politici non tradizionali.

L’apparizione di Hugo Chávez, Evo Morales e Rafael Correa, forse i più ricchi del “sistema”, rappresentò la versione antisistemica più dura.

Dobbiamo ricordare anche il rifiuto del piano di Washington di voler implementare l’ALCA, il quale si è dimostrato un altro errore. Questi fatti e l’incipiente modello integratore fondato sulla difficile alleanza che si è venuta a creare tra l’Argentina e il Brasile riguardo al MERCOSUR, fanno in modo che la potenza metta in marcia le dottrine della Guerra Infinita e Preventiva nella nostra regione al fine di salvaguardare il “suo” cortile di casa.

Per raggiungere l’applicazione di queste due dottrine gli Usa si affidano a un paese strategico, ovvero, la Repubblica della Colombia, luogo in cui ha implementato il cosiddetto Plan Colombia (progetto dallo spiccato taglio militare).

Questo paese soffre una violenza endemica che dura da circa 40 anni con una narcoguerriglia, le FARC, che “stranamente” non auspicano la presa del potere, caratteristica basilare di ogni movimento guerrigliero, mentre dall’altra parte del conflitto stanno la violenza statale e paramilitare, anche questa vincolata nel traffico di droga, ricevendo addestramento da parte di mercenari stranieri che operano con la copertura legale delle agenzie di sicurezza.

In questo quadro si è sviluppato un piano operativo militare dalle caratteristiche hollywoodiane con informazione e tecnologia americana per l’eliminazione del numero due delle FARC, e per raggiungere questo obiettivo si è adoperato a bombardare e invadere il territorio della Repubblica dell’Ecuador (Guerra Preventiva), con il nullaosta dell’amministrazione Bush, la quale rappresenta la principale beneficiaria della situazione che si è venuta a creare nella regione.

Perché?, quest’azione militare unilaterale, contraria al diritto internazionale, che poggia sull’invasione e il bombardamento di un territorio straniero sovrano, rafforza e conferma l’alleanza di Bush con il presidente Uribe e la sua dipendenza (il quale stava perdendo credibilità, poiché non era riuscito a negoziare con la guerriglia e anche per annoverare un gabinetto formato da parapolitici); con l’estromissione del presidente della Francia, Sarkozy, per la sua ingerenza extracontinentale nel conflitto non guidato dagli USA (il guerrigliero assassinato era l’intermediario per la liberazione della sequestrata Ingrid Betancur), quest’azione plasma la cornice propizia per eliminare o logorare i più critici della politica americana nella regione, vale a dire, Correa e Chávez, con la seria minaccia dell’azione militare (guerra infinita).

È questo il motivo della pericolosità della situazione?, non dimentichiamo che nonostante la crisi economica globale causata dalla recessione americana e l’arenarsi delle guerre di Afganistan e Iraq, l’amministrazione Bush non scarta la possibilità di dare inizio all’espediente di un conflitto regionale per garantire che il “suo” cortile posteriore continui ad essere sotto controllo.

Per questa ragione i governi sovrani del Sudamerica devono appoggiare con fermezza il comportamento adottato dalla cancelleria del Brasile, che in queste ore sta svolgendo le mediazioni diplomatiche necessarie per disinnescare l’escalation tra i tre paesi coinvolti e anche per impedire che il conflitto interno colombiano s’internazionalizzi e trascenda le sue frontiere fino a coinvolgere i paesi vicini. Questo è il momento più idoneo per dimostrare la nostra volontà integrazionista nel MERCOSUR e utilizzare tutti gli strumenti dello stesso, tanto quelli diplomatici quanto quelli politici, per frenare il conflitto apertosi in questi ultimi giorni. Questo episodio mette allo scoperto l’urgenza e la necessità della formazione del Consiglio di Difesa Sudamericano con il proposito di difendere le nostre risorse. Questa è l’unica forma per potere consolidare l’unione del continente e fuggire dalla trappola bellicista pianificata dagli strateghi neocon americani

Si deve impedire ogni possibilità di applicazione della dottrina della Guerra Infinita e Preventiva nel nostro subcontinente sudamericano


* Analista Politico specialista in geopolitica sudamericana del CeeS
Córdoba, marzo 2008



(traduzione dallo spagnolo di V. Paglione)