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L'India guarda agli USA per rimodernare il suo arsenale militare

di Michele Paris - 12/03/2008

 
 

Messa da parte la diffidenza risalente agli anni della Guerra Fredda, le relazioni tra India e Stati Uniti continuano a registrare progressi in tutti i campi. Da ultimo, ma solo cronologicamente, in quello militare, dove sono in gioco contratti da decine di miliardi di dollari sui quali le principali aziende americane operanti nel settore della difesa si stanno per avventare con la benedizione della Casa Bianca. La scorsa settimana, un breve soggiorno a Nuova Delhi del Segretario USA alla Difesa, Robert M. Gates, ha posto infatti le basi per importanti accordi volti a rinnovare le dotazioni militari della più popolosa democrazia del pianeta, il cui arsenale attualmente può contare in gran parte su obsoleti equipaggiamenti di era sovietica. La missione dell’ex direttore della CIA in Asia ha incluso altre tappe significative a Giakarta e a Canberra nel quadro di una partnership sempre più stretta con Indonesia e Australia, paesi strategicamente fondamentali per controbilanciare le ambizioni cinesi nel continente.

Mentre tra i due paesi persiste una situazione di stallo in merito all’accordo di cooperazione sull’energia nucleare per scopi civili, gli Stati Uniti puntano decisamente ad accrescere la loro presenza su un mercato di armi tra i più prosperi del mondo grazie all’impetuosa crescita economica e alla improrogabile necessità di sostituire sottomarini, carri armati, navi e aerei da guerra, forniti all’India dall’Unione Sovietica parecchi decenni or sono. Nonostante la cooperazione militare con Washington sia tuttora oggetto di molte polemiche interne, il governo di Nuova Delhi ha intrapreso questa strada ormai da tempo, come dimostrano le svariate esercitazioni militari condotte negli ultimi anni con gli USA e l’acquisto nel gennaio 2007 per quasi 50 milioni di dollari della nave da guerra americana “Trenton”, ribattezzata “Jalashva” (ippopotamo in lingua hindi), destinata a rinforzare il suo sistema difensivo nell’Oceano Indiano.

Ad inizio anno inoltre, il primo ministro indiano, Manmohan Singh, ha annunciato un nuovo imminente acquisto di 6 cargo C-130 prodotti dalla multinazionale statunitense Lockheed Martin, un contratto del valore di circa un miliardo di dollari. L’azienda con sede a Bethesda, nel Maryland, e la Boeing, saranno inevitabilmente le principali beneficiarie dell’azione svolta dal successore di Donald Rumsfeld a Nuova Delhi, dove peraltro è già partita un’asta per l’assegnazione di una commessa da 10 miliardi di dollari per la fornitura di 126 aerei da guerra che andranno a rimpiazzare una flotta composta ora da vecchi MIG di fabbricazione russa. Nel complesso, le potenzialità di spesa dell’India nei prossimi anni in ambito militare sono però di gran lunga superiori, intorno cioè ai 40 miliardi di dollari, secondo le stime di alcuni analisti.

Oltre ai benefici economici della modernizzazione militare indiana, Gates ha fatto notare come un avvicinamento tra i due paesi sia un fondamentale fattore di stabilizzazione dell’intera regione asiatica, in particolare alla luce delle aspirazioni egemoniche della Cina. Anche se il Segretario alla Difesa dell’amministrazione Bush non ha fatto alcun riferimento a Pechino nelle sue dichiarazioni, secondo alcune fonti del Pentagono i colloqui con il governo di Nuova Delhi hanno riguardato maggiormente la Cina rispetto, ad esempio, al Pakistan, storico avversario dell’India.

In quest’ottica vanno inserite le visite di Gates in Indonesia e Australia, partner imprescindibili per circoscrivere le ambizioni militaristiche cinesi e per il controllo di quel corridoio strategico che è l’Oceano Indiano, con i cui governi si è discusso di argomenti simili a quelli trattati a Nuova Delhi. Giakarta ha incassato la promessa statunitense di un maggiore supporto in campo militare dopo un decennio di contrasti con Washington a causa delle ripetute violazioni dei diritti umani in Indonesia. A Canberra invece l’argomento centrale dei colloqui è stato l’impegno di Gates di adoperarsi al Congresso USA per rimuovere il divieto di vendita a paesi esteri dell’aereo militare F-22 in dotazione all’aviazione americana, velivolo all’avanguardia in campo militare che impiega la tecnologia “stealth” e al cui acquisto punta il governo australiano.

In definitiva, l’India sembra dunque essere intenzionata a migliorare le proprie relazioni strategiche con gli USA, ma non necessariamente a discapito dei tradizionali partner militari come, in primo luogo, la Russia. A conferma poi dei molteplici rapporti che questo paese sta cercando di stabilire nel tentativo di svecchiare il proprio arsenale, vi è il ruolo fondamentale che Israele, prima ancora degli Stati Uniti, sta svolgendo per l’India sul fronte del trasferimento di alta tecnologia applicata all’ambito militare.