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Il virus non vola

di L.FA - 14/01/2006

Fonte: Il Manifesto

 
Per Danilo Selvaggi (Lipu) l'H5N1 si propaga per il commercio

Per Danilo Selvaggi, responsabile dei rapporti istituzionali della Lipu, quello che sta accadendo in Turchia è molto strano. E preoccupante.

C'è qualcosa di poco chiaro?

La situazione veterinaria è seria. In Turchia sta succedendo qualcosa di inusuale. E' anomalo che tutti questi focolai si siano diffusi in pochi giorni e soprattutto in punti così distanti del paese. Il caso Turchia dovrebbe far riflettere. Siamo in un periodo dove le migrazioni sono finite, quindi il contagio sembra prescindere dagli uccelli migratori. Forse non bisogna considerarli i vettori principali della diffusione del virus: la Ue ha comunicato che su 25 mila uccelli analizzati nessuno è risultato infetto.

E quindi?

Concentriamoci su altre cause. Il commercio e il trasporto di animali domestici, ma anche esotici. E' vero che la Ue ha imposto una moratoria sul loro commercio, ma l'impressione è che non ci sia vigilanza. Gli animali continuano a viaggiare in condizioni di clandestinità e per questo è sempre più difficile effettuare controlli.
Per non parlare degli ingressi illegali, ieri i Nas hanno sequestrato in Calabria 23 mila polli e 10 mila uova introdotti senza il benestare della Asl.
Siamo di fronte a una vera emergenza veterinaria, gli animali rischiano di essere sterminati e un'intera economia rischia il collasso. Il panico degli allevatori è comprensibile, ma introdurre animali non controllati è un grosso azzardo: basta una partita per la propagazione del virus.

Quindi sembra improbabile che nelle zone rurali della Turchia si possa intervenire in maniera capillare.

Sì, è difficile. Ma non vorrei che per combattere il virus qualcuno pensi che si possa creare una sorta di cordone intorno ai paesi interessati. Non è mettendo barriere che riusciremo a tenere l'Europa al sicuro. Questa emergenza ci dice che dobbiamo avere il coraggio di intervenire alla radice: bisogna mettere in discussione gli allevamenti industriali e anche quelli rurali in condizione di promiscuità. E' sempre negli allevamenti industriali che il virus si rafforza e diventa pericolosissimo.

Vero, ma già sentita. Sarebbe come dire cambiamo modo di produzione, cambiamo il mercato, cambiamo la testa...

E allora sforziamoci di cambiare. Potenzialmente, quanti morti potrebbe provocare su scala mondiale una pandemia? Tantissimi. Allora pensiamoci: il gioco del cambiamento di mentalità non vale forse la candela? E' arrivato il momento di ripensare l'epoca della produzione estrema.


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