Intervista a Israel Shamir
di di Silvia Cattori - 15/01/2006
Fonte: Centro studi Giuseppe Federici
Silvia Cattori: Cosa risponde a coloro che l?accusano di diffondere l?idea
di un ?complotto per una dominazione ebraica mondiale??
Israel Shamir: Poco importa quello che si dice; la gente sente solo ciò che
vuole ascoltare! Tutti i miei libri mostrano che non c?è ?cospirazione?,
né ?complotto?, ma che ci sono politiche che servono gli interessi degli
ebrei e che certi interessi sono più potenti di tanti cospiratori. L?aristocrazia
non complotta, si accontenta di avere interessi comuni. In realtà, è l?interesse
principale del gruppo che conta, non è in alcun caso quella che io non riconosco
come una ?cospirazione?.
Silvia Cattori: Lei viene anche rimproverato di aver rilasciato delle interviste
a delle riviste legate all?estrema destra. Cosa può rispondere? Cosa pensa
lei dell?estrema destra?
Israel Shamir: Io mi rivolgo a tutti, non solo ai miei amici più vicini.
Perchè voglio avere un?influenza su persone dagli orizzonti diversi e portarle
al mio punto di vista. Non vedo alcuna ragione di boicottare un giornale
o una rivista. Ho scritto per Haaretz, un giornale israeliano a grande tiratura,
molto ?come si deve?, malgrado il fatto che questo giornale pubblichi articoli
di estremisti nazisti israeliani. Scriverei per il New York Times, malgrado
che questo giornale sostenga la guerra contro l?Iraq. Ecco perchè, a mio
avviso, non c?è ragione di rifiutare nessun organo di stampa.
Silvia Cattori: Quando lei scrive che la posizione ?sinistra-destra? è sorpassata,
che è invece importante riunire tutte le forze disponibili per combattere
il nemico comune (vale a dire gli Stati Uniti e Israele), lei, non ha paura
di promuovere alleanze sbagliate?
Israel Shamir: Non ho paura di comunicare: né con la sinistra, né con la
destra, perchè abbiamo altre cose in comune. Sinistra/destra è una contrapposizione
che conviene ad un universo a dimensione lineare, ma il nostro universo ha
per lo meno tre dimensioni. Per questo, degli elementi lontani su una linea
possono trovarsi vicini in un?altra dimensione. Il mondo non è unidimensionale.
Se avete studiato la geometria, potete capire ciò che voglio dire. Dobbiamo
prendere in considerazione ben altro rispetto al collocamento sinistra/destra
quando si tratta di sapere chi sono i nostri amici e chi sono i nostri nemici;
il rapporto col cielo e la terra deve essere preso in conto; o, se volete,
su un piano più banale, il rapporto con gli Stati Uniti e Israele, con la
mondializzazione e con le nostre radici. Io appartengo alla sinistra, ma
a una sinistra antimperialista. Un alter-mondialista di destra è più vicino
al mio cuore di un sinistrese mondialista settario
Silvia Cattori: Lei ha pubblicato degli articoli di analisi dei risultati
delle elezioni presidenziali del 2002 e del referendum del 2005 in Francia,
sostenendo che questi risultati sono motivati dagli eccessi del sionismo.
Questa opinione sorprende la maggior parte dei francesi. Cosa la porta a
credere che la situazione in Palestina possa influire sulle elezioni in Francia.
Israel Shamir: Il sionismo è un problema che non riguarda solo la Palestina;
qui il sionismo si manifesta, per esempio, nella sottomissione agli Stati
Uniti e all?influenza predominante delle voci pro-sioniste nei media francesi.
La lista Euro-Palestina ha fallito proprio perchè ha voluto limitarsi al
quadro molto ristretto del problema palestinese. Se questa lista avesse richiesto
la de-sionizzazione della Francia, la quale implicava la rottura con la Nato
e gli Stati Uniti; se i rappresentanti di questa lista avessero fatto appello
al rovesciamento completo del programma sionista, avrebbero avuto un enorme
quantità di voti.
Silvia Cattori: Lei contesta forse l?esistenza dei campi di sterminio nazisti?
Contesta l?ampiezza del genocidio ebraico, come pretendono i suoi detrattori?
Israel Shamir: Non so nulla riguardo a tutto questo dibattito sul negazionismo.
Non riesco nemmeno a capire perchè i francesi si eccitino tanto riguardo
alla seconda guerra mondiale, che è finita da tanto tempo. Ma visto che lei
mi pone la domanda, voglio rispondere. Contesto il discorso centrato sull?olocausto,
e non i fatti che lo riguardano. I fatti prendono un significato preciso
nel momento in cui vengono inseriti in un discorso. Il discorso centrato
sull?olocausto è legato all?idea che la vita e la morte di un ebreo sono
più importanti di quelle di un goy[1][1]. Per me l?olocausto non è peggiore
degli altri crimini di guerra: Hiroshima, Dresda, Leningrado affamata. E?
una parte delle cose orribili che sono successe tra il 1939 e il 1945. Rigetto
un significato religioso o storico particolare dell?olocausto. Per me, si
tratta di una costruzione ideologica che entra in competizione con altri
discorsi più ugualitari, a proposito della guerra.
Silvia Cattori: Il paradosso non è forse che le accuse di negazionismo contro
di lei non provengono solo da istituzioni ebraiche di estrema destra, ma
anche da militanti di sinistra?
Israel Shamir: E? evidente che il nostro nemico infiltra la destra e anche
la sinistra ovunque, come possiamo vedere. L?infiltrazione è un tipo di gioco
politico, è una tattica classica. I maoisti infiltrano le strutture della
socialdemocrazia, con il successo che sappiamo. La Dirigenza Ebraica [una
formazione estremista israeliana] è riuscita a infiltrare il Likud, e l?ha
fatto così bene che Sharon ha perso la sua maggioranza. L?infiltrazione a
sinistra è massiccia. Ma vale la stessa cosa per la destra. L?infiltrazione,
è un procedimento vecchio come il mondo.
Silvia Cattori: Allora il fatto che Amnesty International, dal 2002 al 2004,
si sia tenuta in disparte mentre Israele conduceva operazioni militari senza
precedenti contro civili, è forse il segno che questa organizzazione sarebbe
sotto l?influenza (del sionismo, ndt)?
Israel Shamir: Amnesty International non è altro che un?arma in più nelle
mani dei nostri nemici. Se esaminate le liste dei prigionieri politici, non
troverete nessun prigioniero politico rinchiuso in una prigione israeliana.
Troverete sul mio sito web degli articoli interessanti a questo riguardo,
sotto la voce: ?Abbasso i diritti dell?uomo?. Hanno rifiutato di riconoscere
nella persona di Vanunu un prigioniero politico, un obiettore di coscienza!
Fanno ciò che gli Stati Uniti e Israele gli dicono di fare. Sono infiltrati
a tal punto che, praticamente, non si può più fare nulla per liberarli da
questa infiltrazione. Francis Boyle, un uomo di valore, amico della Palestina,
un giurista internazionale, ha scritto su questo argomento. E? con lui che
si deve discutere di questo problema che riguarda particolarmente Amnesty
International. (?)
Silvia Cattori: L?idea del boicottaggio, soprattutto accademico, contro Israele,
sta facendo strada in Europa. Lei pensa che il boicottaggio, tanto efficace
contro il regime di apartheid del Sudafrica, possa esserlo altrettanto contro
l?apartheid che Israele impone agli arabi?
Israel Shamir: Non dico di no. Ma è essenziale, in Francia, boicottare ugualmente
le persone che appoggiano Israele. E? importante combattere i personaggi
che hanno un?influenza sulla politica e l?informazione, quali Alain Finkielkraut,
Roger Cukierman o Alexandre Adler. Questa è la priorità delle priorità, qui,
in Francia. Costoro sono importanti sostegni di Israele, influenzano l?opinione
pubblica e quindi le scelte politiche dei vostri governi. Finchè non avrete
emarginato questo genere di ?messaggeri? che, nei media o in seno ai governi,
hanno i mezzi di rendere inefficace tutto ciò che voi fate, voi non siete
sulla buona strada. In Sudafrica, il boicottaggio è stato efficace perchè
il potere sudafricano non aveva sostegno all?esterno! Vi dovete battere in
ogni paese, nel vostro e negli altri. Alain Finkielkraut, Alexandre Adler,
Bernard Kouchner, Bernard Henry Levy e consorti, stanno portando la Francia
a sottomettersi agli Stati Uniti, a diventare un paese colonizzato.
Silvia Cattori: Dunque, la sua idea è che, nè i movimenti di solidarietà,
nè i negoziati porteranno mai a dei risultati fintantochè il mondo politico-mediatico
in Occidente resterà sotto l?influenza di quelle persone che collaborano,
in un modo o nell?altro, con l?occupante israeliano ed il suo alleato americano?
Israel Shamir: Dovete sapere che in seno ai movimenti di solidarietà, c?è
un problema reale. Ci sono persone che controllano e frenano i militanti
ben intenzionati, per portarli verso falsi dibattiti, per indebolire i movimenti
che vogliono combattere Israele.
Silvia Cattori: Se ho capito bene, lei sta dicendo che la condizione dei
palestinesi continuerà a peggiorare fintantochè coloro che difendono la loro
causa non combatteranno i pro-israeliani che, nei loro rispettivi paesi,
si attivano, a diversi livelli, per bloccare qualsiasi iniziativa che non
servirebbe gli interessi di Israele?
Israel Shamir: Andare in Palestina, è utile, per i giovani, perchè questo
permette loro di vedere gente buona, coraggiosa, di scoprire una realtà sconosciuta,
di parlarne, al loro ritorno, senza aver paura. Anche ciò può aiutare i giovani
stranieri a rompere dei tabù. Ma non porta alla salvezza. In realtà, la lotta,
per ognuno di noi, deve essere condotta là dove si vive. Si deve anche aver
coscienza, naturalmente, delle interconnessioni tra i fenomeni.
Silvia Cattori: E, lei, è col suo lavoro di scrittore che resiste contro
la guerra coloniale del suo paese?
Israel Shamir: Ogni arma, in mano al soldato, è diretta contro il nemico;
e io sono un?arma. La spada non si cura del soldato; la spada è fatta per
rendere il più efficace possibile il braccio del soldato, perchè possa colpire
il nemico. I palestinesi sono del tutto capaci di piantare gli ulivi. Non
hanno bisogno del mio aiuto. Certo, sarebbe cosa buona e bella, per la mia
anima (e la mia buona coscienza), aiutarli. Ma essi hanno molto più bisogno
di armi che permettano loro di combattere. Nelle loro mani io sono quell?arma!
Silvia Cattori: Persone impegnate come Uri Avnery o Michel Warshawsky, per
esempio, non vengono attaccati dai militanti del loro proprio campo, come
è attaccato lei. Perché?
Israel Shamir: I ?sionisti soft?, o i sionoidi, non sono i miei nemici. Ma,
secondo me, queste persone sono una perdita di tempo. Vogliono avere una
coscienza pulita, facendo filantropia. Io, invece, voglio vincere; voglio
smantellare l?apartheid, voglio che ci sia uno stato ugualitario in Terra
Santa, voglio mostrare alla gente la strada che permetta loro di andare nella
giusta direzione.
Silvia Cattori: Ma ... lei, non dice forse la stessa cosa di costoro, con
altre parole?
Israel Shamir: Non diciamo la stessa cosa. Essi criticano la politica israeliana,
ma giustificano l?esistenza dello stato di Israele così come è stato costruito.
Affermano che gli ebrei del mondo intero hanno il diritto di venire in Israele,
ma nello stesso tempo, sostengono quegli accordi che di fatto rifiutano il
diritto dei rifugiati palestinesi cacciati dalle loro case di rientrare nel
paese a cui appartengono, in Israele/Palestina. Si tratta di discriminazione
razziale pura e semplice.
Silvia Cattori: Quando lei raccomanda uno stato in cui israeliani e palestinesi
vivano insieme ? laddove il campo dei ?moderati? sostiene la posizione ?due
popoli, due stati? - non crede che la sua posizione sia totalmente utopistica?
Israel Shamir: In Francia, gli ebrei hanno ottenuto l?uguaglianza dei diritti
duecento anni fa! In quell?epoca, ciò sembrava totalmente utopistico! Dire
che ?vincere Israele è totalmente utopistico? ecco un?affermazione veramente
razzista!
Silvia Cattori: Sappiamo che la stragrande maggioranza degli israeliani collaborano
con la politica di oppressione del loro governo, in questa situazione quale
cambiamento si può sperare?
Israel Shamir: Quello che conta, è avere una visione chiara, sapere ciò che
si vuole, essere in buoni termini con gli altri, per quanto ciò è possibile,
uniti, al di là delle spaccature, contro i vostri nemici. Allora si hanno
buone possibilità di vincere. In Inghilterra, fino agli anni Venti, il paese
era diretto da persone che si erano formate ad un?unica e sola scuola: quella
di Eton. Quante persone avevano potuto studiare a Eton? Certo non delle migliaia.
Tuttavia sono riuscite ad assicurarsi il controllo totale dell?Inghilterra.
Silvia Cattori: Durante la cena annuale del CRIF (Conseil représentatif des
institutions juives de France), il suo presidente ha criticato la politica
estera della Francia in presenza di 18 ministri, senza suscitare la loro
reazione. Come spiega lei un simile atteggiamento di sottomissione?
Israel Shamir: Ecco la mia spiegazione: Le élites della Francia, come tutte
le élites dei paesi europei, credono fermamente nell?esistenza di un enorme
potere ebraico. Ed è proprio questa credenza che dà l?esistenza a questo
potere. Per cui, evidentemente, la cosa migliore sarebbe che coloro che appartengono
alle élites si sentano dire da parte vostra, o da chiunque altro: ?Sapete
gli ebrei non sono al potere, non è vero che dirigono il mondo?.
Silvia Cattori: Lei è ottimista riguardo alle possibilità di pace in Palestina?
Israel Shamir: Per quanto riguarda la Palestina, sono totalmente pessimista.
Ma sono ottimista a lungo termine, perchè sono persuaso che i palestinesi
alla fine vinceranno. Tuttavia non ci si deve aspettare nulla di buono dal
regime di Abu Mazen: tutti questi piccoli passi, per me, sono totalmente
privi di senso: non portano da nessuna parte.
Silvia Cattori: Cosa si può suggerire alle persone che vogliono agire a favore
dei diritti del popolo palestinese, senza perdersi più in azioni sterili?
Israel Shamir: In ogni paese, ovunque ci troviamo, dobbiamo fare uscire allo
scoperto i rappresentanti dei nostri nemici; a qualunque livello si trovino,
dobbiamo far in modo che non se la cavino a buon conto.
Silvia Cattori: Ma concretamente chi sono questi ?rappresentanti dei nostri
nemici??
Israel Shamir: In Svizzera, o in Francia, i loro rappresentanti sono tutti
coloro che sostengono gli intrighi americano-israeliani. Sharon, indubbiamente,
aiuta a unire chi lotta: parlare (male...) di Sharon, va bene. Ma Shimon
Peres non è assolutamente migliore di Ariel Sharon. Nei vostri rispettivi
paesi, dovete sostenere tutti coloro che lottano sinceramente contro l?impegno
a fianco degli Stati Uniti, di Israele e del neoliberalismo. Fate in modo
che l?America sia quanto più isolata è possibile. E poi, secondo il mio umile
parere, dovete sforzarvi di stabilire rapporti con le forze positive in Medioriente,
ed anche in Russia. Questo paese, che nel passato fu amico di tutti i popoli
onesti, oggi si trova ad un bivio. La Russia è molto importante, è necessario
stabilire legami con essa. (?)
Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 6/06 del 14 gennaio 2006, Sant?Ilario
Intervista di Silvia Cattori a Israel Shamir
Silvia Cattori: Cosa risponde a coloro che l?accusano di diffondere l?idea
di un ?complotto per una dominazione ebraica mondiale??
Israel Shamir: Poco importa quello che si dice; la gente sente solo ciò che
vuole ascoltare! Tutti i miei libri mostrano che non c?è ?cospirazione?,
né ?complotto?, ma che ci sono politiche che servono gli interessi degli
ebrei e che certi interessi sono più potenti di tanti cospiratori. L?aristocrazia
non complotta, si accontenta di avere interessi comuni. In realtà, è l?interesse
principale del gruppo che conta, non è in alcun caso quella che io non riconosco
come una ?cospirazione?.
Silvia Cattori: Lei viene anche rimproverato di aver rilasciato delle interviste
a delle riviste legate all?estrema destra. Cosa può rispondere? Cosa pensa
lei dell?estrema destra?
Israel Shamir: Io mi rivolgo a tutti, non solo ai miei amici più vicini.
Perchè voglio avere un?influenza su persone dagli orizzonti diversi e portarle
al mio punto di vista. Non vedo alcuna ragione di boicottare un giornale
o una rivista. Ho scritto per Haaretz, un giornale israeliano a grande tiratura,
molto ?come si deve?, malgrado il fatto che questo giornale pubblichi articoli
di estremisti nazisti israeliani. Scriverei per il New York Times, malgrado
che questo giornale sostenga la guerra contro l?Iraq. Ecco perchè, a mio
avviso, non c?è ragione di rifiutare nessun organo di stampa.
Silvia Cattori: Quando lei scrive che la posizione ?sinistra-destra? è sorpassata,
che è invece importante riunire tutte le forze disponibili per combattere
il nemico comune (vale a dire gli Stati Uniti e Israele), lei, non ha paura
di promuovere alleanze sbagliate?
Israel Shamir: Non ho paura di comunicare: né con la sinistra, né con la
destra, perchè abbiamo altre cose in comune. Sinistra/destra è una contrapposizione
che conviene ad un universo a dimensione lineare, ma il nostro universo ha
per lo meno tre dimensioni. Per questo, degli elementi lontani su una linea
possono trovarsi vicini in un?altra dimensione. Il mondo non è unidimensionale.
Se avete studiato la geometria, potete capire ciò che voglio dire. Dobbiamo
prendere in considerazione ben altro rispetto al collocamento sinistra/destra
quando si tratta di sapere chi sono i nostri amici e chi sono i nostri nemici;
il rapporto col cielo e la terra deve essere preso in conto; o, se volete,
su un piano più banale, il rapporto con gli Stati Uniti e Israele, con la
mondializzazione e con le nostre radici. Io appartengo alla sinistra, ma
a una sinistra antimperialista. Un alter-mondialista di destra è più vicino
al mio cuore di un sinistrese mondialista settario
Silvia Cattori: Lei ha pubblicato degli articoli di analisi dei risultati
delle elezioni presidenziali del 2002 e del referendum del 2005 in Francia,
sostenendo che questi risultati sono motivati dagli eccessi del sionismo.
Questa opinione sorprende la maggior parte dei francesi. Cosa la porta a
credere che la situazione in Palestina possa influire sulle elezioni in Francia.
Israel Shamir: Il sionismo è un problema che non riguarda solo la Palestina;
qui il sionismo si manifesta, per esempio, nella sottomissione agli Stati
Uniti e all?influenza predominante delle voci pro-sioniste nei media francesi.
La lista Euro-Palestina ha fallito proprio perchè ha voluto limitarsi al
quadro molto ristretto del problema palestinese. Se questa lista avesse richiesto
la de-sionizzazione della Francia, la quale implicava la rottura con la Nato
e gli Stati Uniti; se i rappresentanti di questa lista avessero fatto appello
al rovesciamento completo del programma sionista, avrebbero avuto un enorme
quantità di voti.
Silvia Cattori: Lei contesta forse l?esistenza dei campi di sterminio nazisti?
Contesta l?ampiezza del genocidio ebraico, come pretendono i suoi detrattori?
Israel Shamir: Non so nulla riguardo a tutto questo dibattito sul negazionismo.
Non riesco nemmeno a capire perchè i francesi si eccitino tanto riguardo
alla seconda guerra mondiale, che è finita da tanto tempo. Ma visto che lei
mi pone la domanda, voglio rispondere. Contesto il discorso centrato sull?olocausto,
e non i fatti che lo riguardano. I fatti prendono un significato preciso
nel momento in cui vengono inseriti in un discorso. Il discorso centrato
sull?olocausto è legato all?idea che la vita e la morte di un ebreo sono
più importanti di quelle di un goy[1][1]. Per me l?olocausto non è peggiore
degli altri crimini di guerra: Hiroshima, Dresda, Leningrado affamata. E?
una parte delle cose orribili che sono successe tra il 1939 e il 1945. Rigetto
un significato religioso o storico particolare dell?olocausto. Per me, si
tratta di una costruzione ideologica che entra in competizione con altri
discorsi più ugualitari, a proposito della guerra.
Silvia Cattori: Il paradosso non è forse che le accuse di negazionismo contro
di lei non provengono solo da istituzioni ebraiche di estrema destra, ma
anche da militanti di sinistra?
Israel Shamir: E? evidente che il nostro nemico infiltra la destra e anche
la sinistra ovunque, come possiamo vedere. L?infiltrazione è un tipo di gioco
politico, è una tattica classica. I maoisti infiltrano le strutture della
socialdemocrazia, con il successo che sappiamo. La Dirigenza Ebraica [una
formazione estremista israeliana] è riuscita a infiltrare il Likud, e l?ha
fatto così bene che Sharon ha perso la sua maggioranza. L?infiltrazione a
sinistra è massiccia. Ma vale la stessa cosa per la destra. L?infiltrazione,
è un procedimento vecchio come il mondo.
Silvia Cattori: Allora il fatto che Amnesty International, dal 2002 al 2004,
si sia tenuta in disparte mentre Israele conduceva operazioni militari senza
precedenti contro civili, è forse il segno che questa organizzazione sarebbe
sotto l?influenza (del sionismo, ndt)?
Israel Shamir: Amnesty International non è altro che un?arma in più nelle
mani dei nostri nemici. Se esaminate le liste dei prigionieri politici, non
troverete nessun prigioniero politico rinchiuso in una prigione israeliana.
Troverete sul mio sito web degli articoli interessanti a questo riguardo,
sotto la voce: ?Abbasso i diritti dell?uomo?. Hanno rifiutato di riconoscere
nella persona di Vanunu un prigioniero politico, un obiettore di coscienza!
Fanno ciò che gli Stati Uniti e Israele gli dicono di fare. Sono infiltrati
a tal punto che, praticamente, non si può più fare nulla per liberarli da
questa infiltrazione. Francis Boyle, un uomo di valore, amico della Palestina,
un giurista internazionale, ha scritto su questo argomento. E? con lui che
si deve discutere di questo problema che riguarda particolarmente Amnesty
International. (?)
Silvia Cattori: L?idea del boicottaggio, soprattutto accademico, contro Israele,
sta facendo strada in Europa. Lei pensa che il boicottaggio, tanto efficace
contro il regime di apartheid del Sudafrica, possa esserlo altrettanto contro
l?apartheid che Israele impone agli arabi?
Israel Shamir: Non dico di no. Ma è essenziale, in Francia, boicottare ugualmente
le persone che appoggiano Israele. E? importante combattere i personaggi
che hanno un?influenza sulla politica e l?informazione, quali Alain Finkielkraut,
Roger Cukierman o Alexandre Adler. Questa è la priorità delle priorità, qui,
in Francia. Costoro sono importanti sostegni di Israele, influenzano l?opinione
pubblica e quindi le scelte politiche dei vostri governi. Finchè non avrete
emarginato questo genere di ?messaggeri? che, nei media o in seno ai governi,
hanno i mezzi di rendere inefficace tutto ciò che voi fate, voi non siete
sulla buona strada. In Sudafrica, il boicottaggio è stato efficace perchè
il potere sudafricano non aveva sostegno all?esterno! Vi dovete battere in
ogni paese, nel vostro e negli altri. Alain Finkielkraut, Alexandre Adler,
Bernard Kouchner, Bernard Henry Levy e consorti, stanno portando la Francia
a sottomettersi agli Stati Uniti, a diventare un paese colonizzato.
Silvia Cattori: Dunque, la sua idea è che, nè i movimenti di solidarietà,
nè i negoziati porteranno mai a dei risultati fintantochè il mondo politico-mediatico
in Occidente resterà sotto l?influenza di quelle persone che collaborano,
in un modo o nell?altro, con l?occupante israeliano ed il suo alleato americano?
Israel Shamir: Dovete sapere che in seno ai movimenti di solidarietà, c?è
un problema reale. Ci sono persone che controllano e frenano i militanti
ben intenzionati, per portarli verso falsi dibattiti, per indebolire i movimenti
che vogliono combattere Israele.
Silvia Cattori: Se ho capito bene, lei sta dicendo che la condizione dei
palestinesi continuerà a peggiorare fintantochè coloro che difendono la loro
causa non combatteranno i pro-israeliani che, nei loro rispettivi paesi,
si attivano, a diversi livelli, per bloccare qualsiasi iniziativa che non
servirebbe gli interessi di Israele?
Israel Shamir: Andare in Palestina, è utile, per i giovani, perchè questo
permette loro di vedere gente buona, coraggiosa, di scoprire una realtà sconosciuta,
di parlarne, al loro ritorno, senza aver paura. Anche ciò può aiutare i giovani
stranieri a rompere dei tabù. Ma non porta alla salvezza. In realtà, la lotta,
per ognuno di noi, deve essere condotta là dove si vive. Si deve anche aver
coscienza, naturalmente, delle interconnessioni tra i fenomeni.
Silvia Cattori: E, lei, è col suo lavoro di scrittore che resiste contro
la guerra coloniale del suo paese?
Israel Shamir: Ogni arma, in mano al soldato, è diretta contro il nemico;
e io sono un?arma. La spada non si cura del soldato; la spada è fatta per
rendere il più efficace possibile il braccio del soldato, perchè possa colpire
il nemico. I palestinesi sono del tutto capaci di piantare gli ulivi. Non
hanno bisogno del mio aiuto. Certo, sarebbe cosa buona e bella, per la mia
anima (e la mia buona coscienza), aiutarli. Ma essi hanno molto più bisogno
di armi che permettano loro di combattere. Nelle loro mani io sono quell?arma!
Silvia Cattori: Persone impegnate come Uri Avnery o Michel Warshawsky, per
esempio, non vengono attaccati dai militanti del loro proprio campo, come
è attaccato lei. Perché?
Israel Shamir: I ?sionisti soft?, o i sionoidi, non sono i miei nemici. Ma,
secondo me, queste persone sono una perdita di tempo. Vogliono avere una
coscienza pulita, facendo filantropia. Io, invece, voglio vincere; voglio
smantellare l?apartheid, voglio che ci sia uno stato ugualitario in Terra
Santa, voglio mostrare alla gente la strada che permetta loro di andare nella
giusta direzione.
Silvia Cattori: Ma ... lei, non dice forse la stessa cosa di costoro, con
altre parole?
Israel Shamir: Non diciamo la stessa cosa. Essi criticano la politica israeliana,
ma giustificano l?esistenza dello stato di Israele così come è stato costruito.
Affermano che gli ebrei del mondo intero hanno il diritto di venire in Israele,
ma nello stesso tempo, sostengono quegli accordi che di fatto rifiutano il
diritto dei rifugiati palestinesi cacciati dalle loro case di rientrare nel
paese a cui appartengono, in Israele/Palestina. Si tratta di discriminazione
razziale pura e semplice.
Silvia Cattori: Quando lei raccomanda uno stato in cui israeliani e palestinesi
vivano insieme ? laddove il campo dei ?moderati? sostiene la posizione ?due
popoli, due stati? - non crede che la sua posizione sia totalmente utopistica?
Israel Shamir: In Francia, gli ebrei hanno ottenuto l?uguaglianza dei diritti
duecento anni fa! In quell?epoca, ciò sembrava totalmente utopistico! Dire
che ?vincere Israele è totalmente utopistico? ecco un?affermazione veramente
razzista!
Silvia Cattori: Sappiamo che la stragrande maggioranza degli israeliani collaborano
con la politica di oppressione del loro governo, in questa situazione quale
cambiamento si può sperare?
Israel Shamir: Quello che conta, è avere una visione chiara, sapere ciò che
si vuole, essere in buoni termini con gli altri, per quanto ciò è possibile,
uniti, al di là delle spaccature, contro i vostri nemici. Allora si hanno
buone possibilità di vincere. In Inghilterra, fino agli anni Venti, il paese
era diretto da persone che si erano formate ad un?unica e sola scuola: quella
di Eton. Quante persone avevano potuto studiare a Eton? Certo non delle migliaia.
Tuttavia sono riuscite ad assicurarsi il controllo totale dell?Inghilterra.
Silvia Cattori: Durante la cena annuale del CRIF (Conseil représentatif des
institutions juives de France), il suo presidente ha criticato la politica
estera della Francia in presenza di 18 ministri, senza suscitare la loro
reazione. Come spiega lei un simile atteggiamento di sottomissione?
Israel Shamir: Ecco la mia spiegazione: Le élites della Francia, come tutte
le élites dei paesi europei, credono fermamente nell?esistenza di un enorme
potere ebraico. Ed è proprio questa credenza che dà l?esistenza a questo
potere. Per cui, evidentemente, la cosa migliore sarebbe che coloro che appartengono
alle élites si sentano dire da parte vostra, o da chiunque altro: ?Sapete
gli ebrei non sono al potere, non è vero che dirigono il mondo?.
Silvia Cattori: Lei è ottimista riguardo alle possibilità di pace in Palestina?
Israel Shamir: Per quanto riguarda la Palestina, sono totalmente pessimista.
Ma sono ottimista a lungo termine, perchè sono persuaso che i palestinesi
alla fine vinceranno. Tuttavia non ci si deve aspettare nulla di buono dal
regime di Abu Mazen: tutti questi piccoli passi, per me, sono totalmente
privi di senso: non portano da nessuna parte.
Silvia Cattori: Cosa si può suggerire alle persone che vogliono agire a favore
dei diritti del popolo palestinese, senza perdersi più in azioni sterili?
Israel Shamir: In ogni paese, ovunque ci troviamo, dobbiamo fare uscire allo
scoperto i rappresentanti dei nostri nemici; a qualunque livello si trovino,
dobbiamo far in modo che non se la cavino a buon conto.
Silvia Cattori: Ma concretamente chi sono questi ?rappresentanti dei nostri
nemici??
Israel Shamir: In Svizzera, o in Francia, i loro rappresentanti sono tutti
coloro che sostengono gli intrighi americano-israeliani. Sharon, indubbiamente,
aiuta a unire chi lotta: parlare (male...) di Sharon, va bene. Ma Shimon
Peres non è assolutamente migliore di Ariel Sharon. Nei vostri rispettivi
paesi, dovete sostenere tutti coloro che lottano sinceramente contro l?impegno
a fianco degli Stati Uniti, di Israele e del neoliberalismo. Fate in modo
che l?America sia quanto più isolata è possibile. E poi, secondo il mio umile
parere, dovete sforzarvi di stabilire rapporti con le forze positive in Medioriente,
ed anche in Russia. Questo paese, che nel passato fu amico di tutti i popoli
onesti, oggi si trova ad un bivio. La Russia è molto importante, è necessario
stabilire legami con essa. (?)
(Fonte: www.jerusalemites.org/articles/italian/december%202005/29.htm)