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Fertilizzanti nei fiumi

di Gabriele Bindi - 15/03/2008

 
 
 
Rapporto Apat: troppo inquinate le acque di superficie, soprattutto a causa dell'agricoltura chimica. Aumentano i prelievi di falda
Seria preoccupazione per lo stato di salute dei corsi d'acqua nostrani. Sotto accusa l'uso massiccio in agricoltura di fertilizzanti (concimi minerali,organici,organo-minerali e ammendanti) e di prodotti fitosanitari (erbicidi,fungicidi,insetticidi,acaricidi e vari),usati per difendere le colture da parassiti e patogeni,per controllare lo sviluppo di piante infestanti e per assicurare maggiori quantità dei prodotti agricoli.

L'ultimo rapporto Apat 2007 ha riscontrato gravi forme di inquinamento soprattutto in Pianura Padana. Le sostanze in assoluto più rinvenute nell'ultimo triennio di indagini,con concentrazioni spesso superiori al limite di 0,1 _g/l fissato per le acque potabili,sono gli erbicidi, quali atrazina, simazina, terbutilazina e i suoi metaboliti. La contaminazione di tali sostanze è diffusa in tutto il Nord Italia. Riscontrati anche pericolosi agenti come il bentazone, usato soprattutto nelle risaie (quindi più presente nel pavese e nel vercellese), e il metolaclor, utilizzato a fiumi nelle grandi distese di mais dell'area padano-veneta. Nel fiume Ticino, è allarme cadmio, cromo, ammoniaca, azoto, in dosi fuori limite. I tecnici del Corpo forestale dello Stato hanno messo sotto osservazione la parte di fiume vicino Morimondo, un comune all'interno del Parco della Valle del Ticino, annoverata dall'Unesco tra i patrimoni dell'umanità.
Ad Abbiategrasso, vicino Milano, la Forestale ha trovato nichel, piombo e cadmio direttamente nell'acqua che usciva dai rubinetti di un intero supercondominio industriale alla periferia della città, mentre ad Albuzzano in provincia di Pavia, lo scolo dei bagni di una ventina di villette finisce nei canali a cielo aperto usati per l'irrigazione dei campi coltivati.

Un altro aspetto preoccupante del monitoraggio Apat è l'elevato tasso di sfruttamento delle acque di falda. In Italia 23 % dei prelievi complessivi avviene a scapito della falda contro la media del 13% europea. Gran parte di quest'acqua sotterranea (circa il 50%) è destinata ad usi civili: i prelievi da falda e sorgenti costituiscono almeno l'80% del totale dei prelievi destinati ad acqua potabile. Ciò determina un eccessivo sfruttamento delle risorse sotterranee con la comparsa in aree vicino alle coste,di intrusioni saline che, quando sono utilizzate per l'agricoltura, contribuiscono a rendere i suoli meno fertili innescando un circolo vizioso.