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OGM apocalypse

di Alessio Mannucci - 16/03/2008

 
Mentre apre i battenti in Norvegia la “banca genetica dell'Apocalisse”,
mentre nuovi studi confermano la pericolosità delle contaminazioni OGM, le corporations del biotech continuano a premere sull'acceleratore con la
complicità del governo globale, Europa inclusa...

Uno studio - pubblicato su Nature Biotechnology - dimostra che un
parassita del cotone, il lepidottero Helicoverpa Zea, ha sviluppato la
resistenza a piante che sono state geneticamente modificate proprio per
uccidere gli insetti della sua specie. Nelle piantagioni di cotone OGM in
Mississippi e Arkansas, gli agricoltori sono ora costretti a fare maggior
ricorso agli antiparassitari. Un pericolo che Greenpeace aveva denunciato
in un rapporto del 2004.

Le piante OGM che dovrebbero risultare resistenti agli insetti contengono
di solito una versione sintetica della tossina Bt presente in natura. Ma
la costante esposizione alle tossine Bt, prodotte dalle piante OGM, rende
i parassiti resistenti ai loro effetti, favorendo la sopravvivenza di
insetti nocivi che dimostrano immunità genetica al Bt. Col passare del
tempo, tutto ciò può portare alla proliferazione di parassiti resistenti
fino al punto in cui il Bt non servirà più.

Nella sua forma naturale, il Bt è stato utilizzato fin dagli anni '50,
nell'agricoltura biologica e sostenibile per eliminare insetti nocivi,
senza danneggiare insetti non-target o altre forme di vita. Al contrario,
le tossine Bt prodotte da colture OGM - fra cui il mais della Monsanto -
hanno dimostrato di essere molto nocive per altri utili insetti predatori.
La stessa sorte potrebbe toccare presto anche ad altre colture. Proprio a
causa dei rischi di diversa natura legati a questi organismi, il governo
francese ha deciso di vietare la coltivazione del mais Monsanto MON810.

Le coltivazioni transgeniche aumentano l'uso dei pesticidi e sono
inefficaci nella lotta contro la povertà. Sono queste le conclusioni del
rapporto “Chi beneficia dell'impiego dei transgenici ?” presentato da
Friends of the Earth International (FOEI). Secondo David Sánchez, “le
coltivazioni transgeniche hanno fallito nel raggiungere i grandi benefici
prospettati. Diversamente, c'è stato un aumento dell'uso dei pesticidi,
provocato da queste coltivazioni, che costituisce una minaccia per
l'ambiente e per la popolazione su scala mondiale”.

In Brasile, dal 2000 al 2004, l'uso del RoundUp (un erbicida a base di
glifosato) è aumentato dell'80%. Negli Stati Uniti, tra il 1995 ed il
2004, l'aumento è stato del 150%. L'aumento delle piantagioni resistenti
al glifosato ha provocato, oltre all'aumento dei costi di produzione per i
contadini, gravi impatti ambientali. Le piantagioni di soia, mais e cotone
resistenti agli erbicidi incentivano l'uso di pesticidi, ed aumentano la
resistenza agli erbicidi. Questi tre prodotti costituiscono il 95% della
superficie seminata con coltivazioni transgeniche: invece di essere
utilizzate per diminuire la fame nel mondo, servono principalmente ad
alimentare gli animali dei paesi ricchi ed alla produzione di
biocombustibili. La maggior parte della produzione transgenica argentina
viene inviata in Europa per alimentare il bestiame, mente il 20% del mais
geneticamente modificato prodotto negli Stati Uniti è destinato alla
produzione di etanolo. Secondo lo studio di FOEI, il Dipartimento di
Agricoltura degli Stati Uniti dichiara che nessuno dei prodotti
transgenici attualmente presenti nel mercato è stato modificato per
aumentare le rendite. Il mais resistente agli erbicidi della Monsanto, al
contrario, produce tra il 5 ed il 10% in meno delle varietà tradizionali.

Tre su cinque dei paesi a cui appartengono il 90% delle superfici seminate
con prodotti transgenici si trovano in America Latina: Argentina, Brasile
e Uruguay (gli altri due sono gli Stati Uniti ed il Canada). Insieme agli
Stati Uniti, l'Argentina produce il 70% delle coltivazioni transgeniche
mondiali. Questi dati sono preoccupanti per l'incolumità ambientale
sudamericana. In Europa, infatti, meno del 2% delle terre sono coltivate
con prodotti transgenici e cinque paesi hanno proibito il mais della
Monsanto poprio per le conseguenze che provoca sull'ambiente. La Francia,che aveva la maggior quantità nel continente di terreni coltivati con mais transgenico, ha proibito questo anno la semina. Solamente la Spagna continua ad investire negli OGM. Argentina, Paraguay e Uruguay, insiemeagli Stati Uniti, sono gli unici paesi dove le coltivazioni transgeniche rappresentano più del 30% delle superfici.

Fino ad ora, le indagini sugli OGM più nutrienti, resistenti alla siccità,
alla salinità e alle malattie, sebbene siano aumentate, non hanno portato
all'immissione sul mercato di nessun prodotto nuovo. Le imprese si
preoccupano solamente della resistenza agli erbicidi e agli insetti.
Tuttavia, il prezzo delle sementi biotecnologiche è aumentato per
massimizzare i guadagni e gli agricoltori hanno sempre meno scelta, visto
che quelle tradizionali stanno per essere eliminate. In conclusione, la
relazione informa che le imprese Monsanto, DuPont-Pioneer, Syngenta, Bayer ed altre multinazionali, proprietarie della maggior parte delle sementi mondiali, sono le principali beneficiarie delle coltivazioni transgeniche.

Proprio di recente, Il Consejo Nacional de Bioseguridad brasiliano
(CTNBIOo, che comprende 11 ministeri) ha autorizzato la coltivazione delle varietà di mais “Liberty”, della Bayer, e “MON810”, della Monsanto. si
tratta della prima autorizzazione per il mais transgenico in Brasile,
mentre era già stata autorizzata la soia Ogm. Sul sito del ministero della
Scienza e della Yecnologia, il ministro Sergio Rezende, afferma che “i due
tipi di mais autorizzati sono resistenti agli erbicidi ed agli insetti, e
sono dal 30 al 40% più produttivi” e che “è una nuova tappa completata
nell’avanzata della scienza». Secondo il governo i due mais sono
perfettamente sicuri per l'ambiente che per la salute umana ed animale.”

In realtà, il governo Lula si è nettamente spaccato: i ministri della
salute, dell'ambiente, dello sviluppo agricolo, agricoltura e pesca hanno
votato contro. Lo stesso Consiglio che ha dato il via libera al mais, ha
dovuto ammettere che il ministro della salute, José Gomes Temporao, ha
chiesto ulteriori studi sulla possibilità che i mais autorizzati possano
essere tossici o causare allergia. Il ministro dell’ambiente, Marina
Silva, pur confermando il suo no agli OGM, non ha partecipato alla
riunione del Consigli. Alla fine, però, sono stati respinti tutti i
ricorsi presentati da agenzie pubbliche ed associazioni ambientaliste che
mettevano in dubbio la competenza del CTNBIO. «Perdiamo un altro round col
governo – ha detto María José Da Costa, del Movimiento de Pequeños
Campesinos – questa è per noi la maggior tragedia del governo Lula». Il
movimento dei piccoli agricoltori, insieme ad altre associazioni come Vía
Campesina ed a numerose istituzioni locali, ha avviato la “Campaña por un
Brasil Libre de Transgénicos”, una coalizione che ha inviato una lettera
al ministro della giustizia Tarso Genro contro la decisione favorevole
agli Ogm, sottolineando «i numerosi vizi che presenta il processo, tra i
quali l'inesistenza di studi ambientali». Secondo gli anti-Ogm brasiliani,
così come per la soia transgenica Roundup Ready, il mais OGM può creare
problemi ambientali, contaminando le varietà locali, organiche e
ecologiche.

La decisione rappresenta una flagrante e incostituzionale anteposizione
degli interessi economici delle imprese sulla salute delle popolazioni, la
necessità di protezione dell’ambiente e degli interessi degli agricoltori
e consumatori che non vogliono piantare o consumare alimenti transgenici,
dice Da Costa, «considerando le difficoltà che ha avuto la gente con la
soia ed altre coltivazioni transgeniche in Brasile, i disastri che
provocherà l’autorizzazione del mais saranno di proporzioni ancora
maggiori. Si tratta di un prodotto che è parte di una cultura millenaria
dei popoli latinoamericani. Ci sarà una perdita di biodiversità, una
degenerazione ed erosione genetica molto grande. Le sementi locali
coltivate nella regione dai piccoli agricoltori ed indigeni correranno il
rischio di scomparire per contaminazione. La sovranità alimentare delle
comunità contadine sarà colpita, perché tenderanno ad acquistare sementi
fuori dalla comunità e dovranno pagare debiti alle imprese. Gli studi
tecnici eseguiti dal ministero della Scienza e Tecnologia per autorizzare
la coltivazione del mais transgenico, sono stati in maggioranza effettuati
fuori dal Brasile e non considerano le particolarità dei diversi
ecosistemi di questo Paese».

La Coalition pour la Protection du Patrimoine Génétique Africain (Copagen)
ha organizzato a Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso, una marcia di protesta per dire no all'utilizzo di OGM in agricoltura e
nell'alimentazione degli 8 Paesi dell'Unione Economica e Monetaria
dell’Africa occidentale (UEMOA) e della Guinea.

Una carovana anti-Ogm ha attraversato il Burkina Faso con cartelli e
striscioni per raccogliere firme per una petizione da inviare all'ONU ed
al primo ministro burkinabé, Jérôme Compaoré. La Copagen chiede al Burkina Faso di applicare il principio di precauzione per l'introduzione di OGM in agricoltura e respinge la decisione unilaterale del governo burkinabé di avviare, entro quest'anno, la produzione di cotone BT su 15 mila ettari del Paese africano. Copagen «condanna i dirigenti africani che si lasciano dominare dalle multinazionali delle sementi a scapito della sopravvivenza del mondo contadino». I manifestanti, provenienti da 9 Paesi africani, hanno chiesto di votare una moratoria di 5 anni sull’introduzione di piante transgeniche nel sistema agrario, il tempo necessario per infornare le popolazioni sugli impegni reali degli OGM, fare in modo che possano partecipare al dibattito sulla questione e decidere con conoscenza di causa. Inoltre, il voto di questa moratoria permetterà di rafforzare le capacità nazionali e di mettere in campo tutte le strutture amministrative necessarie previste in materia e di eseguire studi sugli impatti socioeconomici, ambientali e sul piano sanitario riguardanti le
popolazioni.

La Copagen contrappone alla cedevolezza dei governi dell'Africa
occidentale, gli interessi dei produttori locali e dei consumatori, e
promette «di non cessare di agire fin tanto che le multinazionali
proprietarie degli OGM tenteranno di imporsi e di contravvenire ai diritti
delle popolazioni». Molto più a sud, il presidente del Mozambico, Armando
Guebuza, ha dichiarato che «i biocarburanti non devono mai mettere in
pericolo gli interessi del popolo», lasciando intendere che il Mozambico
non autorizzerà l´utilizzo di terre agricole per produrre agro-energie.
Guebuza ha proposto che le piante destinate alla produzione di
biocarburanti siano coltivate su terreni marginali, non su terre fertili
riservate alle piante cerealicole. Nel 2005, il governo del Mozambico ha
creato una Commissione sui biocarburanti che ha raccomandato di produrre etanolo a partire da canna da zucchero, sorgo e manioca e di utilizzare jatropha, girasole, noce di cocco, soia ed olio di palma africana come materie prime.

la Monsanto e i giganti dell'agroalimentare OGM vogliono usare l'AGRA
(Alliance for a Green Revolution in Africa) di Kofi Annan per diffondere i
loro semi OGM brevettati in tutta l'Africa. Il consiglio di
amministrazione dell'AGRA conta tra le sue file anche Strive Masiyiwa,
fiduciario sudafricano della fondazione Rockefeller, Sylvia M. Mathews,
della fondazione Bill & Melinda Gates, Mamphela Ramphele, ex direttore
generale (2000-2006) della Banca mondiale, Rajiv J. Shah, della fondazione
Bill & Melinda Gates, Nadya K. Shmavonian, della fondazione Rockefeller,
Roy Steiner, della fondazione Bill & Melinda Gates. Inoltre Alliance for
AGRA include Gary Toenniessen, direttore generale della fondazione
Rockefeller, e Akinwumi Adesina, direttore associato della stessa
fondazione.

Per completare i ranghi, il Programmes for AGRA include Peter Matlon,
direttore generale della fondazione Rockefeller, Joseph De Vries,
direttore del Programme for Africa’s Seed Systems e direttore associato
della fondazione Rockefeller, e Akinwumi Adesina, direttore associato
della stessa fondazione. Nel suo discorso d'insediamento al Forum
economico mondiale di Città del Capo nel giugno 2007, Kofi Annan ha
dichiarato: “Accetto con gratitudine questa sfida e ringrazio la
fondazione Rockefeller, la fondazione Bill & Melinda Gates, e tutti coloro
che sostengono la nostra campagna per l'Africa”.

Per il momento la Repubblica sudafricana è il solo paese in cui sono
legalmente consentite le piantagioni di OGM. Nel 2003, il Burkina Faso ha
autorizzato piantagioni sperimentali. Nel 2006, il Gana, patria di Kofi
Annan, ha messo a punto un progetto di legislazione e alcuni importanti
funzionari hanno manifestato l'intenzione di continuare le ricerche sulle
piantagioni di OGM. Nel continente sono stati avviati un mare di progetti
di ingegnerizzazione genetica e di “biosicurezza” con lo scopo dichiarato
d''introdurre gli OGM: sponsorizzazioni offerte dal governo americano per
addestrare gli scienziati africani nell'ingegneria genetica, progetti di
biosicurezza finanziati dall'USAID (United States Agency for International
Development) e dalla Banca mondiale, ricerche sugli OGM che coinvolgono i raccolti alimentari indigeni. La fondazione Rockefeller, che sta lavorando da anni per promuovere progetti destinati a introdurre le coltivazioni di OGM in Africa, ha finanziato ricerche sull'applicabilità del cotone OGM nelle pianure sudafricane di Makhathini. La Monsanto, che è saldamente introdotta nell'industria sudafricana dei semi, sia ibridi che OGM, ha messo a punto un programma destinato ai piccoli agricoltori, chiamato beffardamente “Semi della Speranza”. La multinazionale svizzera Syngenta sta riversando milioni di dollari in un nuova struttura a Nairobi per sviluppare un mais OGM in grado di resistere agli insetti.

Nel corso del Consiglio Agricoltura dell'Unione Europea, in cui si
discuteva la possibile appovazione di quatto mais OGM della Monsanto e
della “super-patata” Basf destinata alla produzione di amido, il
sottosegretario alla Salute Gian Paolo Patta ha ribadito il no
dell'Italia, dichiarando: “Come già espresso in altre occasioni, riteniamo
che le biotecnologie rappresentino strumenti innovativi, ed in alcuni casi
indispensabili per il miglioramento della qualità della vita. Tuttavia, lo
sforzo davanti a noi è quello di ottenere le massime garanzie affinché
l'uso delle moderne tecnologie assicuri vantaggi e ricadute positive per
tutti i settori, e garantisca nello stesso tempo la tutela dei consumatori
europei. Riteniamo che le proposte di decisione presentate dalla
Commissione, se pur suffragate da un'opinione favorevole dell'Autorità
Europea per la Sicurezza Alimentare, non tengano in debito conto i
possibili effetti sulle produzioni agricole comunitarie e il rispetto
della biodiversità. La nostra posizione, già espressa in sede di Comitato
permanente, rappresenta in generale un atteggiamento di cautela circa
l'immissione in commercio di alimenti e mangimi geneticamente modificati
che tiene conto dell'opinione pubblica ed in particolare dei consumatori
italiani, preoccupati dell'impatto sulla salute e sull'ambiente, nonché
della perdita del patrimonio agroalimentare nazionale”.

Alla fine, il Consiglio non ha raggiunto la maggioranza né a favore né
contro nessuna delle proposte della Commissione. Ma, in virtù delle strane
regole comunitarie in questo settore, la Commissione andrà comunque avanti
e potrà concedere l'autorizzazione. senza più consultare gli Stati membri,
di tre ibridi (incroci fra diverse varietà OGM) di mais denominati
Mon863xNk603, Mon863xMon810 e Mon863xMon810xNk603), l'uso nei mangimi di
un altro mais OGM, il Ga 21 (già autorizzato per uso alimentare umano) e
della controversa superpatata Amflora (Eh92-527-1), geneticamente
manipolata dalla Basf in modo da produrre alte quantità di amido per le
applicazioni industriali. La Basf chiede (e la Commissione UE non si
oppone) di poter usufruire di una “soglia di tolleranza” dello 0,9% nel
caso in cui questo OGM si ritrovasse fortuitamente mescolato con le patate convenzionali. Se una contaminazione venisse riscontrata, sotto questa soglia non vi sarebbe neanche l'obbligo di informare i consumatori con un'indicazione in etichetta. La superpatata è particolarmente controversa perché contiene un gene di resistenza a tre antibiotici (kanamicina, neomicina e gentamicina) che sono considerati clinicamente “di importanza critica” dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dall'Agenzia Europea per la Valutazione dei Farmaci (EMEA), mentre l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) li aveva in primo tempo giudicati “di nessuna o minima importanza terapeutica”. La Commissione UE, dunque, ha preso posizione a favore dell'autorizzazione seguendo le indicazioni dell'EFSA e non quelle della massima autorità, mondiale ed europea, in fatto di
farmaci. A conferma di come le decisioni, in tutto il mondo, le prendono
non i politici ma le lobby delle corporations, biotech in questo caso.

La fondazione di Bill Gates, la Rockefeller Foundation, Monsanto e
Syngenta, i due colossi degli OGM, la Pioneer Hi-Bred, che studia gli OGM
per conto della multinazionale chimica DuPont, finanziano “la banca
genetica dell'apocalisse”, una immensa banca di semi nella gelida isola di
Spitsbergen, desolato arcipelago delle Svalbard nel (mare di Barents, ad
un migliaio di chilometri dal Polo)in via di febbrile completamento,
destinata ad accogliere campioni di sementi di tre milioni di varietà di
piante di tutto il mondo. l nome ufficiale del progetto è “Svalbard Global
Seed Vault”. Servirà, fa sapere il governo norvegese, titolare
dell'arcipelago, a «conservare per il futuro la biodiversità agricola».

La Rockefeller Foundation è la stessa che negli anni '70 finanziò con 100
milioni di dollari di allora la prima idea di «rivoluzione agricola
genetica». Fu un grande lavoro che cominciò con la creazione
dell'Agricolture Development Council (emanazione della Rockefeller
Foundation), e poi dell'International Rice Research Institute (IRRI) nelle
Filippine (cui partecipò la Fondazione Ford). Nel 1991 questo centro di
studi sul riso si coniugò con il messicano (ma sempre dei Rockefeller)
International Maize and Wheat Improvement Center, poi con un centro
analogo per l'agricoltura tropicale (IITA, sede in Nigeria, dollari
Rockefeller). Questi infine formarono il CGIAR, Consultative Group on
International Agricolture Research. In varie riunioni internazionali di
esperti e politici tenuti nel centro conferenze della Rockefeller
Foundation a Bellagio, il CGIAR fece in modo di attrarre nel suo gioco la
FAO (l'ente ONU per cibo e agricoltura), la Banca Mondiale (allora
capeggiata da Robert McNamara) e lo UN Development Program. La CGIAR
invitò, ospitò e istruì generazioni di scienziati agricoli, specie del
Terzo Mondo, sulle meraviglie del moderno agribusiness e sulla nascente
industria dei semi geneticamente modificati. Questi portarono il verbo nei
loro Paesi, costituendo una rete di influenza straordinaria per la
penetrazione dell'agribusiness Monsanto.

La genetica, d'altronde, è sempre stata nel mirino dei Rockefeller. Fino
dagli anni '30, quando ancora si chiamava «eugenetica» ed era studiata nei
laboratori nazisti. La Rockefeller Foundation finanziò generosamente
quegli scienziati, molti dei quali, dopo la caduta di Hitler, furono
portati in USA per continuare a studiare e sperimentare. Il Progetto
Genoma Umano, l'ingegneria genetica, gli OGM, brevettati da Monsanto,
Syngenta e altri giganti, non sono altro che i risultati di quelle
ricerche.

La banca di semi dell'Apocalisse, costruita nel cuore di una montagna
dell'isola Spitsbergen, vicino al piccolo villaggio di Longyearbyen - con
doppie porte blindate a prova di esplosione azionate da sensori, due
tunnel a tenuta stagna, e pareti di calcestruzzo rinforzato con acciaio
spesse un metro - è stata inaugurata. I semi verranno racchiusi in
imballaggi speciali per eliminare ogni contaminazione da polvere. Sul
posto non vi sarà personale a tempo pieno, ma la relativa inaccessibilità
del deposito renderà facile controllare ogni possibile presenza umana.

Il progetto verrà gestito dalla GCDT (Global Crop Diversity Trust), una
organizzazione fondata dalla FAO (Food and Agriculture Organisation) e
dalla Bioversity International (in precedenza, International Plant Genetic
Research Institute), una filiazione del CGIAR. Il consiglio
d'amministrazione del GCDT, che ha sede a Roma, è presieduto da Margaret
Catley-Carlson, una canadese che fa anche parte del comitato consultivo
del Group Suez Lyonnaise des Eaux, una delle più grandi aziende private
mondiali del settore idrico. Fino al 1998, è stata anche presidente del
Population Council, con base a New York, un''organizzazione creata nel
1952 da John D. Rockefeller per promuovee il programma eugenetico della
famiglia Rockefeller con la scusa della “pianificazione familiare”, dei
mezzi contraccettivi, della sterilizzazione, e del “controllo della
popolazione” nei paesi in via di sviluppo.

Tra gli altri membri del consiglio di amministrazione del GCDT troviamo:
Lewis Coleman, ex dirigente della Bank of America e attualmente capo della
Hollywood DreamWorks Animation, che dirige anche il consiglio di
amministrazione della Northrup Grumman Corporation (una delle più grandi
industrie belliche statunitensi appaltatrice del Pentagono); Il brasiliano
Jorio Dauster, che è anche presidente del consiglio di Brasil Ecodiesel ed
è stato ambasciatore del Brasile presso l'Unione Europea e capo
negoziatore del debito estero per conto del Ministero delle Finanze del
suo paese. Dauster è stato inoltre presidente dell'Istituto Brasiliano per
il Caffè e coordinatore di un progetto per la modernizzazione del sistema
brevettuale brasiliano, incarico che comporta tra l'altro la
legalizzazione dei brevetti sui semi geneticamente modificati, che fino a
poco tempo fa vietata dalle leggi del paese; Cary Fowler, il direttore
esecutivo del fondo, ex-consigliere senior del direttore generale di
Bioversity International, dove rappresentava i Future Harvest Centres del
CGIAR nei negoziati sull'International Treaty on Plant Genetic Resources.
Negli anni '90 ha diretto l'International Program on Plant Genetic
Resources della FAO, adottato da 150 paesi nel 1996. È stato anche membro
del National Plant Genetic Resources Board statunitense e del comitato dei
garanti dell'International Maize and Wheat Improvement Center in Messico,
un altro progetto della fondazione Rockefeller e del CGIAR; l'indiano
Mangala Rai, segretario del DARE (Department of Agricultural Research and
Education) indiano, e direttore generale dell'ICAR (Indian Council for
Agricultural Research), che è anche membro d''amministrazione dell'IRRI
(International Rice Research Institute). della fondazione Rockefeller, che
ha promosso il primo grosso esperimento sugli OGM a livello mondiale, il
super acclamato “riso d'oro” che risultò un fallimento. Tra i donatori, o
angeli finanziari, del Global Crop Diversity Trust, oltre alle fondazioni
Rockefeller e Gates e i giganti dell'OGM DuPont e Syngenta, figura anche
l'United States Agency for International Development (USAID), l'agenzia
per l'aiuto allo sviluppo del dipartimento di stato americano, da sempre
attivamente pro OGM.

Cosa nasconde dunque il progetto ?

Ad utilizzare la banca di semi saranno in primo luogo i giganti mondiali
dei brevetti OGM, Monsanto, DuPont, Syngenta e Dow Chemical, i giganti
mondiali dei brevetti di OGM. Ricordiamo che, dagli inizi del 2007, la
Monsanto e il governo statunitense posseggono il brevetto mondiale della
tecnologia “Terminator”, o GURT (Genetic Use Restriction Technology),
grazie alla quale un seme commerciale brevettato si “suicida” dopo il
primo raccolto, il ché assicura alle aziende private del biotech un
controllo totale che si accompagna a quello sulla catena alimentare,
poiché obbliga i contadini a rivolgersi ogni anno alla Monsanto, o a un
altro fornitore di semi OGM, per comprare nuovi semi per il riso, la soia,
il grano, il frumento o qualsiasi altro tipo di raccolto di cui abbiano
bisogno per sfamare la popolazione. Se riuscissero a diffondere il
Terminator a scala mondiale, potrebbe bastare un decennio o poco più per
trasformare la maggior parte dei produttori alimentari in nuovi servi
feudali, schiavi di tre o quattro gigantesche aziende di semi. Aziende che
hanno sviluppato e diffuso nuove sostanze quali la diossina, i PCB,
l'Agente Arancio, che hanno nascosto per decenni le prove evidenti delle
conseguenze cancerogene e degli altri severi danni per la salute umana
legati all'uso di sostanze chimiche tossiche, che hanno insabbiato
accurati rapporti scientifici sul fatto che il glifosate, ingrediente
essenziale dell'erbicida Roundup della Monsanto, il più diffuso al mondo e
legato all'acquisto della maggior parte dei semi ingegnerizzati
geneticamente, è tossico quando si riversa nell'acqua potabile (la
Danimarca ha bandito il glifosate nel 2003, quando venne confermato che
aveva contaminato le falde acquifere del paese).

La diversità conservata nelle banche dei semi genetiche è la materia prima
per la riproduzione delle piante e per una grande quantità di ricerche
biologiche di base. Varie centinaia di migliaia di campioni vengono
distribuiti ogni anno proprio per questo scopo. La FAO elenca circa 1.400
banche di semi in tutto il mondo, in buona parte gestite dal governo
statunitense, ma anche da Cina, Russia, Giappone, India, Corea del sud,
Germania e Canada. Il CGIAR gestisce una catena di banche dei semi in
centri selezionati in tutto il mondo; controlla la maggior parte delle
banche di semi private, dalle Filippine alla Siria e al Kenia.
Complessivamente, le banche di semi posseggono attualmente oltre sei
milioni e mezzo di varietà di semi, quasi due milioni dei quali “diversi”.

Ma da cosa proteggere i semi ?

Secondo il professor Francis Boyle, che stese il progetto di Biological
Weapons Anti-Terrorism Act del 1989 varato dal Congresso americano, ed è
autore del libro “Biowarfare and Terrorism”, il Pentagono sta “adesso
attrezzandosi per combattere e vincere la guerra biologica” nel quadro
delle due direttive strategiche nazionali di Bush adottate, come lui
stesso sottolinea, “senza conoscenza e esame pubblico” nel 2002. Boyle
aggiunge che nel solo periodo 2001-2004 il governo federale ha speso 14,5
miliardi di dollari per lavori civili legati alla bioguerra, una somma
stupefacente. Nel contesto del progetto “BioSchield”, il Dipartimento per
la Sicurezza della Patria (Homeland Security) sta spendendo 5600 milioni
di dollari per lo stoccaggio di vaccini e medicinali contro l’antrace, il
vaiolo e altri agenti del bioterrorismo. Il progetto ha subito ritardi e
difficoltà operative, ma, il 12 dicembre 2006, il Congresso ha adottato
una legge che destina un preventivo di 1000 milioni di dollari al
finanziamento di tre anni di ricerche supplementari nel settore privato.
Boyle afferma che gli attacchi realizzati nell'ottobre del 2001 mediante
lettere contaminate con antrace indirizzate ai senatori democratici Thomas
Daschle e Patrick Leahy provano che gli Stati Uniti dispongono di antrace
utilizzabile per usi militari.

Richard Ebright, biologo della Rutgers University, stima che oltre 300
istituti scientifici e circa 12.000 persone abbiano attualmente accesso
negli Stati Uniti a patogeni adatti alla guerra biologica. Esistono 497
finanziamenti del NIH americano per ricerche nel campo delle malattie
infettive potenzialmente utilizzabili nella guerra biologica, ovviamente
giustificate come difesa contro possibili attacchi terroristici, oggi
tanto di moda.

Molti fondi del governo spesi per la ricerca sulla guerra biologica sono
destinati all'ingegneria genetica. Jonathan King, professore di biologia
al MIT, sostiene che “la crescita dei programmi bioterroristici
costituisce un grave pericolo emergente per la nostra stessa popolazione”,
e aggiunge che “anche se questi programmi vengono sempre definiti
difensivi, nel caso delle armi biologiche i programmi di difesa e offesa
coincidono quasi completamente”. 


Link correlati all'articolo:

EFSA
http://www.efsa.europa.eu/EFSA/efsa_locale-1178620753820_home.htm

CGIAR
http://www.cgiar.org/

Ban Terminator
http://www.banterminator.org/

Project BioShield
http://www.whitehouse.gov/infocus/bioshield/

Rapporto Greenpeace
http://www.greenpeace.org/italy/ufficiostampa/rapporti/mais-bt-ogm-farfalle-insetti

The Rockefeller Foundation
http://www.rockfound.org/

The Global Crop Diversity Trust
http://www.croptrust.org/main/cosponsors.php

Bill & Melinda Gates Foundation
http://www.gatesfoundation.org/

Por un Brasil libre de transgénicos
http://movimientos.org/docs/2042.html

Alliance for a Green Revolution in Africa
http://www.agra-alliance.org/

The Biological Weapons Anti-Terrorism Act
http://www.sunshine-project.org/bwintro/uscode.html

International Treaty on Plant Genetic Resources
http://www.fao.org/AG/cgrfa/itpgr.htm

Chi beneficia dell'impiego dei transgenici? (FOEI)
http://www.foei.org/en/media/archive/2008/gm-crops-increase-pesticides

United States Agency for International Development
http://www.usaid.gov/

"Doomsday Seed Vault" in the Arctic (Global Research)
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=7529

Rockefeller si fa l’Arca di Noè. Cosa ci nasconde ? (Maurizio Blondet)
http://www.disinformazione.it/arca_rockefeller.htm

"LA BANCA GENETICA DELL'APOCALISSE" (ComeDonChisciotte)
http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=1166

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http://wwww.ecplanet.com/canale/ecologia-6/ogm-135/0/0/22910/it/ecplanet.rxdf

Pesticidi killer
http://wwww.ecplanet.com/canale/ricerca-8/Ricerca-50/mais+tossico-/0/35920/it/ecplanet.rxdf

Eco-apocalisse
http://wwww.ecplanet.com/canale/ricerca-8/Ricerca-50/eco+apocalisse-/0/11960/it/ecplanet.rxdf

FAO Connection
http://wwww.ecplanet.com/canale/varie-5/manipolazioni-147/1/0/20395/it/ecplanet.rxdf

Mais OGM tossico
http://wwww.ecplanet.com/canale/ricerca-8/Ricerca-50/mais+tossico-/0/29865/it/ecplanet.rxdf

Venter il bio-pirata
http://wwww.ecplanet.com/canale/ricerca-8/Ricerca-50/bio+terrorismo-/0/13465/it/ecplanet.rxdf

Venter il bio-pirata 2
http://wwww.ecplanet.com/canale/ricerca-8/Ricerca-50/bio+pirata-/0/29855/it/ecplanet.rxdf

La guerra degli OGM
http://wwww.ecplanet.com/canale/ricerca-8/Ricerca-50/mais+tossico-/0/36610/it/ecplanet.rxdf

Invasione molecolare 2
http://wwww.ecplanet.com/canale/ricerca-8/Ricerca-50/invasione+molecolare-/0/36705/it/ecplanet.rxdf

La FAO cede alle biotech
http://wwww.ecplanet.com/canale/ricerca-8/Ricerca-50/bio+insicurezza-/0/13010/it/ecplanet.rxdf

Resident Evil apocalypse
http://wwww.ecplanet.com/canale/ricerca-8/Ricerca-50/Resident+Evil+apocalypse-/0/15130/it/ecplanet.rxdf

Resident Evil apocalypse II
http://wwww.ecplanet.com/canale/ricerca-8/Ricerca-50/Resident+Evil+apocalypse+II-/0/20155/it/ecplanet.rxdf

Psicotropica ricombinante
http://wwww.ecplanet.com/canale/ricerca-8/Ricerca-50/psicotropica-/0/23500/it/ecplanet.rxdf

Gli OGM invadono il Mondo
http://wwww.ecplanet.com/canale/ricerca-8/Ricerca-50/bio+insicurezza-/0/13620/it/ecplanet.rxdf

Biopunk 3, invasione molecolare
http://wwww.ecplanet.com/canale/ricerca-8/Ricerca-50/bio+insicurezza-/20/30000/it/ecplanet.rxdf

Referendum popolare sugli OGM
http://wwww.ecplanet.com/canale/ricerca-8/Ricerca-50/bio+insicurezza-/20/35745/it/ecplanet.rxdf