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Fisica, regole e ruoli. Perchè astenersi non significa "non partecipare"

di Uriel - 16/03/2008

Visto che Ipazia non viene a discutere direttamente sul forum, vorrei rispondere a questo suo scritto , che sembra una risposta a quanto da me sostenuto riguardo al non voto.


Per prima cosa, definisco cio' che io chiamo "fisica". Fisica e' l'insieme delle relazioni tra me e il mondo che non cambiano a seconda delle mie opinioni.

Se prendiamo per esempio un platano, e io credo che esista, andandoci incontro finiro' col farmi male.Se cambio opinione, invece, e credo che non esiste, andandoci incontro mi faro' male tale e quale. Il platano dunque e' "fisica", ovvero qualcosa per la quale c'e' almeno una relazione tra me e la tal cosa che NON cambia se io cambio opinione.

Stabilito questo, e' chiaro che parlare di leggi della fisica significa parlare di leggi che non si modificano a seconda della mia opinione in proposito.

Possiamo estendere questo concetto al corpo politico: le leggi fisiche di un corpo politico sono quelle leggi che non si modificano a seconda dell'opinione dei cittadini in proposito. Ovvero, se siamo nella democrazia attuale  si tratta di qualche articolo della costituzione e dei trattati internazionali, in una dittatura o in una monarchia assoluta e' l'intero corpus juris, eccetera.

Stabilito questo, abbiamo una cosa molto semplice: le regole ed i ruoli della politica NON sono delle leggi della fisica, in quanto molto semplicemente sono frutto di opinioni sulle cose.  L'attuale legge elettorale, cosi' come l'assetto istituzionale, non sono leggi della fisica, ma opinioni che tutti (o lamaggior parte) decidono di trattare come fossero leggi fisiche.

Si chiamano anche "convenzioni".

Se cambiasse l'opinione di tutti a riguardo, o della maggior parte, le "regole della democrazia" diventerebbero diverse, e potrebbe anche andare al potere chi fa pipi' piu' lontano, se questo fosse considerato sensato dalla maggioranza.(1)

Quindi non e' affatto detto che " Ora, il sistema politico democratico (non sempre, non ovunque, ma abbastanza spesso da essere un dato di fatto e non un'ipotesi teorica) si basa sulla competizione elettorale che vede contrapposti più partiti.".

Assolutamente no: il sistema democratico si basa su cio' che la maggioranza degli elettori pensa che dovrebbe essere. Non per niente , come dice Platone nel libro VIII, quando la demagogia prende il posto del dibattito, la democrazia scivola nella dittatura: le opinioni delle persone possono quindi modificare la democrazia sino a distruggerla, di certo le opinioni possono modificare la democrazia.

Ora, una volta che le opinioni hanno stabilito le regole del sistema, e tutti decidono di comportarsi come se il sistema elettorale fosse una fisica (cosa che non e', visto che viene modificato a seconda delle opinioni dei cittadini) , questo puo' essere studiato come una fisica qualsiasi.

Il sistema attuale dice che:

  1. E' vincente chi (schieramento o singolo partito) ha la maggioranza alla camera E al senato.
  2. E' vincente alla camera chi ha la maggioranza dei voti,piu' un premio.
  3. E' vincente al senato chi ha il consenso diffuso su un territorio maggiormente esteso.
  4. I partiti sono distinti tra loro.
  5. I partiti possono allearsi.
Ora, dal momento che esistono alcune grosse realta' metropolitane (Napoli, Roma, Milano, Palermo, Torino) le quali hanno richieste diverse dai piccoli centri, e' chiaro che sia molto piu' probabile che a soddisfare sia la 1 che la 2 siano DUE partiti distinti.

Anzi, poiche' occorre soddisfare la "4" e' molto facile che sia proprio cosi', perche' normalmente le esigenze delle citta' e quelle della provincia sono inconciliabili; non per nulla ogni ciclo politico  e' caratterizzato da un'urbanizzazione o da una deurbanizzazione; raramente si raggiunge l'equilibrio.

Di conseguenza,mi aspetto  che un partito vinca in provincia, vincendo al senato, e che un altro partito vinca alla camera. Solo con una preponderanza fortissima (qualcosa come il 65% dei voti) un partito singolo avrebbe la possibilita' di vincere.

Di conseguenza no, non e' vero che i partiti siano in competizione. In questo sistema ai due partiti conviene enormemente unirsi dopo le elezioni. Le leggi che si e' scelto di accettare come fisica dicono questo. Indubbiamente altri popoli in altri luoghi la pensano diversamente; per questo si sono dati dei sistemi elettorali diversi.

Ma non avendo a che fare con una vera e propria fisica, cioe' con un sistema che non tiene conto delle opinioni, non possiamo dire che "e' troppo banale perche' io lo consideri un'ipotesi".

La convenzione che oggi si comporta come una fisica in Italia e' che la strategia piu'pagante per i primi due partiti del panorama politico e' quella di allearsi.

Quindi, se consideriamo come positivo il sistema elettorale (positivo nel senso filosofico del termine), allora e' positivo che si voglia una simile alleanza.

E' possibile che non si faccia? Anche: non e' detto che tutti gli operatori siano razionali. Ma se lo sono, il risultato sara' un'alleanza tra PD e PDL.

A questo punto, che fare? Ipazia dice: comunque devi partecipare. Ma anche questo e'falso.

Innanzitutto le regole dicono che posso anche non partecipare. Ci sono mille modi per farlo, e tutti sono legali.

Dobbiamo quindi considerare un' opinione secondo la quale sarebbe "opportuno" che io partecipassi. Quando e' opportuno che una persona partecipi a qualche cosa?

Semplice: quando la sua partecipazione produce effetti ritenuti positivi. Ovviamente, nessuno mi ha ancora saputo indicare alcun effetto positivo  entrambi gli schieramenti hanno presentato programmucoli che fanno ridere, i quali non tengono conto di una recessione in arrivo, non tengono conto degli eventi in atto nel mondo , che non tengono minimamente conto del fatto che l'economia come la conosciamo sta andando a pezzi , che il la fabbrica del mondo , la Cina, sara' sempre piu' lontana mano a mano che crescono i prezzi dei carburanti.

Si ignora il fatto che la crescita del prezzo dei trasporti sta allontanando sempre di piu' il resto del mondo  e le merci che ivi compriamo, che il cibo sia raddoppiato di prezzo alla sorgente(2), si ignora completamente tutto quanto sta succedendo.

 Vedo emergenze nascenti e nessuno ne parla. Vedo cambiamenti e nessuno ne parla.

Tutti si comportano come se la differenza tra un governo e l'altro sia che "l'Italia andra' un po' peggio, ma io comunque avro' un letto caldo in cui dormire,ma io comunque avro' da mangiare, ma io comunque avro' un tetto sulla testa".

No, adesso la posta e' piu' alta. Si vedono all'orizzonte cambiamenti storici. Non e' affatto scontato che ci sara' ancora il tetto, ne' il letto, ne' il cibo.

E nessuno ne parla.

Quindi non mi si dica che devo partecipare, perche' non POSSO partecipare. Perche' tutti i leader del mondo hanno parlato,o hanno mandato il ministro delle finanze a parlare, di quanto sta accadendo alle monete e alle borse. TUTTI. Qualcuno ha visto Prodi , il professore (ah ah) dirci qualcosa a riguardo? Tommaso Padoa Schioppa? No.

L'energia sta finendo. I prezzi aumentano. E l'energia e' alla base di TUTTO. Ogni paese manda i politici a parlarne in TV. Noi sentiamo gente che dice "risparmiamo". Oppure propongono di usare pannelli solari che producono meta' della corrente che costa costruirli!

In che modo dovrei partecipare? Venendo preso per pazzo solo perche' tutti voi avete deciso di non fare domande troppo scomode al vostro mister meno peggio?

Fate pure, signori savi.

No, non ho un compiacimento intellettuale a dire quanto sono figo io che non voto. Semplicemente il voto in democrazia e' una cosa POSITIVA, con la quale scelgo quel che voglio.

Se voi avete deciso a largamaggioranza di trasformarlo in un processo NEGATIVO, nel quale scelgo cio' che NON voglio, beh, e' esattamente quel che sto facendo.

Perche' non voglio nessuno di loro. Perche' tutti loro stanno portando il paese al disastro, tanto anche nei paesi del terzo mondo i ministri mangiano tre volte al giorno.

Il problema e' cosa succede a tutti gli altri.

Ma no,ma no, dai. A noi non puo' succedere. Siamo la razza ariana, siamo l'occidente, a noi tre pasti al giorno sono garantiti, il pane non manchera' MAI. E' nostro diritto divino, giusto?

E perche' i prezzi salgono cosi'?

No, non posso partecipare a questo. Non posso partecipare alla decisione di massa di non fare domande troppo scomode al leader, di buttare il cervello all'ammasso, di non disturbare il manovratore, di divenire acritici , di applaudire sempre e comunque di partecipare senza chiedersi a COSA si stia partecipando.

Perche' cosi' non e' partecipazione, e' cooptazione.




(1) Per motivodi gran lunga piu' arbitrario  si elegge  un Papa, ed e' considerato sensato.


(2) Una lunga catena di ricarichi fa apparire marginali gli aumenti. Il pane aumenta di trenta centesimi sui 3 euri che costa, ma dobbiamo capire che e' aumentato di trenta centesimi il GRANO, che ne costava 18.