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Tibet libero

di Alessandro Marmiroli - 20/03/2008

     

 

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Tibet in fiamme che si batte per l’autodeterminazione.
Lasciamo stare il tempismo del sempre più ridicolo signor Bush nel cancellare due giorni prima dell’inizio della rivolta la Cina dalla lista nera degli Stati violatori dei diritti umani. Ci saremmo aspettati quantomeno minacce di sanzioni, come per gli stati-microbi come la Birmania. A quanto pare prevale, come al solito, una politica dei due pesi e delle due misure. Pecunia non olet: la Cina controlla il debito pubblico degli Usa, dopotutto.
Difficile aggredire anche solo a parole l’economia più forte degli ultimi due decenni, dove lucrano sfruttandone i lavoratori migliaia di aziende occidentali. Ancor più difficile minacciare di sanzioni un paese che coi suoi fondi sovrani da 200 miliardi di dollari e con la sua crescita al galoppo può far tremare il sistema economico mondiale.
Eppure tutti a spendere parole ipocrite di solidarietà al Dalai Lama, salvo poi leggere le dichiarazioni di Renzo Rosso (quello dei jeans Diesel), che condanna le violenze cinesi e poi si vanta dei successi commerciali ottenuti dalla sua azienda nella penetrazione del mercato giallo.
Le Olimpiadi? Chi dice di boicottarle tanto per cavalcar l’onda e proporsi come ennesimo paladino del popolo tibetano; chi di andarci perché sono un occasione per far pressione su Pechino sui diritti umani. Una volta finite, sarebbe interessante chiedere a questi ultimi una relazione sulle attività da loro concretamente svolte per esercitare tali pressioni durante i giochi... O forse gli atleti saranno troppo spaventati dalle minacce della federazione atletica inglese, che ha fatto sapere alla sua pattuglia olimpica che chi tirerà fuori questioni non gradite agli ospitanti sarà escluso dai giochi?
Il Dalai Lama è disposto pure a sacrificarsi, dimettendosi se questo giova alla causa del suo popolo, che i cinesi opprimono prendendo lui come capro espiatorio. Cinesi: disposti a tutto, pur di non mollare l’osso. Dopotutto, non sono nemmeno più comunisti: sono capitalisti corretto dittatura. Il peggio del peggio.

P.S. Ma il Dalai Lama, povera anima disdegnata da Prodi pochi mesi fa, lo capirà che finché non entra nel Wto e comincia a far aumentare il Pil del paese a cui chiede aiuto, non se lo filerà nessuno?