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E’ il vecchio mondo che crolla, bellezza…e non lo puoi fermare

di Pierluigi Paoletti - 20/03/2008

 

Oggi tutti si stanno accorgendo che il mondo basato sulla finanza estrema e che ha lasciato

in un angolo l’economia reale, sta crollando.

Venerdì scorso una delle maggiori banche americane la Bear Sterns ha rischiato di

collassare e solo JP Morgan, che si è presa la banca a prezzi scontatissimi e l’intervento

della FED ha evitato un crollo dei listini azionari. Sulla FED c’è da dire che per la prima

volta ha abbassato i tassi di questa entità ed in così poco tempo (3% in 6 mesi di cui l’1% in

3 giorni)!

Oro e Petrolio ai massimi di tutti i tempi

Insieme al massimo storico dell’euro e al minimo dei minimi del dollaro

I grandi media non fanno altro che parlare di derivati, subprime, CDO, crolli, banche,

stipendi, aumenti dei prezzi come se queste cose solo pochi mesi fa non fossero mai esistite

e fossero esplose improvvisamente solo in questi ultimi mesi.

Ma è proprio così? Si poteva negli anni passati capire che la situazione sarebbe arrivata a

questo punto? oppure la situazione è veramente precipitata in questi ultimi mesi?

Centrofondi è on line dal 2002 e a maggio di quest’anno saranno sei anni di continui report

sull’economia e sui mercati finanziari. Ci siamo andati a rileggere alcuni dei vecchi report

ancora on line nella apposita sezione del sito http://www.centrofondi.it/report_storici.htm per

vedere cosa dicevamo su valute, oro, petrolio mercati finanziari ecc. e per vedere se le

nostre pre-visioni sono state accurate o meno.

Di tutti i report storici consigliamo di leggere con attenzione la prima parte che è generale

mentre la seconda potete tralasciarla perché si riferisce, quasi sempre, al breve termine e

quindi non è più attuale.

A giugno del 2003 pubblicavamo sul ciclo di Kondratieff

http://www.centrofondi.it/report/report_06_04_03.pdf che ci diceva che un ciclo di grande proporzioni

avrebbe visto la fine più o meno di questi tempi, oggi dovremmo rettificare posticipando

ancora qualche anno in avanti, ma comunque al fine di capire il momento è poco influente.

Nell’ottobre dello stesso anno si analizzava l’impero di carta americano e le sue

conseguenze http://www.centrofondi.it/report/report_10_04_03.pdf , mentre sarebbe bastato leggere

il report sul declino italiano per capire che la politica non influisce minimamente

sull’economia e che la situazione era molto più grave di quello che ogni giorno ci volevano

far credere http://www.centrofondi.it/report/report_02_03_04.pdf

A marzo del 2004, ben 4 anni fa, parlavamo del dollaro dicendo: Successivo rafforzamento

del dollaro fino ai primi mesi del 2005, quando inizierà un nuovo ciclo a 4 anni che porterà

l’euro a massimi ben superiori a quelli visti a febbraio scorso.

Nel 2005 infatti è iniziato il forte apprezzamento dell’euro fino ai livelli odierni

http://www.centrofondi.it/report/report_03_02_04.pdf

A maggio del 2004 con il petrolio a 41$ (!!!) mettevamo in guardia contro una nuova crisi

petrolifera causata dal crollo del dollaro http://www.centrofondi.it/report/report_05_02_04.pdf e

oggi il petrolio e abbondantemente sopra i 100$

A luglio sempre del 2004 in Povera Italia http://www.centrofondi.it/report/report_07_03_04.pdf si

avvisava il nostro paese che sarebbe arrivata una grave recessione e da un debito in rialzo

negli anni successivi, situazione ripresa poi nel report

http://www.centrofondi.it/report/report_10_02_06.pdf che anticipava la manovra adesso in atto che

tende a metterci nell’europa di serie B. Sintomatico a questo punto il divario tra BTP e

BUND che è arrivato a 70 bp e l’asta di Buoni del tesoro della scorsa settimana è andata

quasi deserta. Le grandi banche chiedono quindi rendimenti più elevati dall’Italia, brutto,

bruttissimo segno.

A maggio 2005 abbiamo centrato in pieno la partenza del nuovo ciclo a 4 anni dell’oro

http://www.centrofondi.it/report/report_05_03_05.pdf mentre a giugno del 2005 si salutava il

dollaro in Bye bye dollaro ipotizzando un euro/dollaro a 1,87 per la fine del 2007,

considerando che siamo a quasi 1,6, abbiamo sbagliato di poco. Successivamente

mettevamo in guardia contro uno potente spostamento delle riserve valutarie determinato

dalla debolezza dello yen http://www.centrofondi.it/report/report_06_02_05.pdf cosa che

puntualmente si sta verificando adesso.

Se lo abbiamo visto noi che non siamo nessuno, perché abbiamo perso tutto questo

tempo? Perché la politica e gli economisti di regime hanno continuato a guardare dalla

parte opposta e anche ora a volte negano l’evidenza e continuano nel loro immobilismo?

Oggi ormai non è possibile fare più niente solo guardare il crollo del vecchio modo di

fare economia che ha ormai fatto il suo tempo e se ne sta andando rumorosamente.

Anzi, ogni tentativo maldestro di rimandare il crollo, quello in pratica che stanno facendo in

gran segreto le banche centrali, riuscirà solo a rimandare di poco tempo, qualche anno,

l’epilogo disastroso, ma non a risolvere la situazione http://www.centrofondi.it/report/report_06_01_07.pdf .

La situazione è tale che l’economia reale subirà un danno pesantissimo da questi mesi di

grave recessione, specialmente in Italia moltissime aziende chiuderanno e perderemo un

pezzo importantissimo della nostra cultura ed esperienza. Noi di questo ce ne siamo accorti

ormai da molto tempo ed è per questo che abbiamo speso gli ultimi anni a cercare le

soluzioni che ci sono, alla nostra portata e facilmente attuabili.

La vecchia economia se ne sta andando e noi abbiamo necessità di lavorare alla nuova

per non farci travolgere dal crollo. La nuova economia è quella che si basa sulla

valorizzazione del locale e sul recupero dell’agricoltura e della produzione locale. La nuova

economia si basa su rapporti di solidarietà tra le persone che lavorano insieme a ricostruire

il loro futuro. La nuova economia è quella che abbiamo iniziato a descrivere dal 2006.

Si parte dal capire che siamo i “nuovi schiavi alle prese con il denaro che non c’è”

http://www.centrofondi.it/report/report_07_03_06.pdf rendersi conto che le nostre istituzioni sono state

svuotate scientemente dei loro poteri attuando quella che si chiama la Disgregazione

economica http://www.centrofondi.it/report/report_10_03_06.pdf che i poteri forti con la

complicità dei nostri governanti hanno attuato un Colpo di stato silenzioso

http://www.centrofondi.it/report/report_05_01_06.pdf e che in fin dei conti siamo solo una Colonia

http://www.centrofondi.it/report/report_06_01_06.pdf

Una volta capito il “ruolo del denaro” http://www.centrofondi.it/report/report_11_02_06.pdf e

http://www.centrofondi.it/report/report_05_01_07.pdf si arriva facilmente a concepire uno strumento

come la “transition money: la via dell’abbondanza” http://www.centrofondi.it/report/report_05_02_07.pdf .

Tutto questo è necessario per capire che il paradigma basato sul profitto fine a se stesso e

sulla sopraffazione delle persone DEVE finire e che tutto sommato non sarà proprio una

grande perdita questo sistema economico morente (da qui si nota quanto siamo ottimisti  )

è per questo che abbiamo speso molti dei nostri report settimanali ad incitare a prendere

questo periodo di difficile transizione come uno stimolo per crescere insieme e rinascere,

come l’araba fenice, dalle proprie ceneri.

Per questo abbiamo spiegato il funzionamento del nostro cervello e le chiavi per riprendere

in mano le sorti del nostro destino in “le chiavi della libertà in un’immagine

http://www.centrofondi.it/report/report_11_03_06.pdf (psicologia in un sito economico!!!)

Oppure come prendere le migliori decisioni avendo di fronte gli elementi per decidere in

“Nuovo o vecchio mondo?” http://www.centrofondi.it/report/report_12_04_06.pdf ed in “Nightmare

2007” http://www.centrofondi.it/report/report_12_05_06.pdf

Per arrivare poi alla inevitabile opzione de “La Scelta”

http://www.centrofondi.it/report/report_02_02_07.pdf o “Peak oil e Gas: dannazione o opportunità?”

http://www.centrofondi.it/report/report_02_02_07.pdf o “Il futuro nelle nostre mani”

http://www.centrofondi.it/report/report_04_01_07.pdf ecc. ecc.

A volte guardarsi indietro e rileggere questi report, quanto mai attuali alla luce degli eventi,

ci offre l’opportunità di capire che leggere fra le righe delle notizie senza gli occhiali del

potere e della manipolazione dei mass media è possibile, così come è possibile lavorare e

attuare le soluzioni che sono sotto il nostro naso se vogliamo/riusciamo a vederle.

La settimana prossima si costituirà ArcipelagoSCEC l’associazione italiana fortemente

voluta da noi di Centrofondi e da molte altre persone che lavorano con noi a questo

progetto, che coordinerà l’attività di tante e tante associazioni che hanno adottato i buoni

locali http://www.centrofondi.it/articoli/Progetto_Buoni_Locali.pdf e questo per noi è la più grande

dimostrazione della forza positiva che una buona idea può sprigionare. Il 25 aprile poi

partirà il progetto in tante città italiane e in tante altre si sta lavorando per far partire l’unico

progetto concreto che partendo dalla base, rilancia e sostiene le nostre economie locali

riunendole e facendole scambiare merci e servizi tra di loro. Questo è il senso di Arcipelago

che non vuole il protezionismo o l’autarchia, ma tante isole felici che si scambiano fra di

loro, le eccedenze e tutto quello che non possono trovare sul territorio. Anche se la

situazione è grave e difficile, rimarrete stupiti di quanto possa fare la collaborazione

fra le persone e la spinta a perseguire l’interesse collettivo.

Con questo noi stiamo azionando quello scambio che ci farà prendere una direzione

totalmente diversa da quella presa dalla finanza e dall’economia mondiale.

In poche parole ci stiamo riprendendo il potere di determinare il nostro futuro senza dover

sottostare alle decisioni suicide dei nostri governanti.

In tempo di elezioni, la rilettura dei nostri report può e deve far riflettere,

BUONA LETTURA

That’s all folks