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Hamas: il movimento di resistenza islamico in Palestina

di Manuel Zanarini - 25/03/2008

 

 

Dio come scopo, il Profeta come capo, il Corano come costituzione, il jihad come metodo, e la morte per la gloria di Dio come più caro desiderio. (motto di Hamas, Statuto di Hamas, Art.8)

amās, acronimo di arakat al-Muqāwwama al-Islāmiyya (in arabo: حركة المقاومة الاسلامية, "Movimento di Resistenza Islamico", ovvero حماس, "entusiasmo, zelo") è un movimento di resistenza palestinese che si batte contro l’imperialismo di Israele, di cui non riconosce la legittimità all’esistenza, e mira ad instaurare uno stato mussulmano in Palestina. Il movimento nasce all’interno del gruppo “Fratelli musulmani” (in arabo: جميعة الإخوان المسلمين jamī'at al-Ikhwān al-muslimīn, letteralmente Società dei fratelli musulmani; spesso solo الإخوان المسلمون, Ikhwān al- Muslimūn, Fratelli musulmani, o semplicemente الإخوان al-Ikhwān, i Fratelli).

I Fratelli (o Fratellanza) musulmani sono la più grande organizzazione islamica, fondata nel 1928 da al-asa al-Bannā in Egitto dopo il collasso dell'Impero Ottomano,che abbia un approccio socio-politico all’Islam e si batte per un ritorno ad un’osservanza più ligia del Corano, contro la ritenuta eccessiva secolarizzazione di alcuni stati (come appunto l’Egitto).

 Il fondatore di Hamas è lo sceicco Ahmed Yassin, il quale nel 1976 fonda un organizzazione che operi per conto dei Fratelli musulmani all’interno della Striscia di Gaza, la al-Mujamma' al-Islami, che nel 1978 verrà riconosciuta da Israele come associazione di volontariato nonprofit . Inizialmente, secondo i precetti Coranici, l’associazione si occuperà di predicazione, istruzione, creazione di posti di lavoro e assistenza sociale tra le fasce più povere della Striscia. Infatti uno degli obblighi per il mussulmano è la “carità” (zakath), ciò consente ad Hamas di raccogliere fondi anche all’estero ( dagli Stati Uniti, dall’Europa, dagli altri paesi mussulmani e addirittura da organizzazioni umanitarie con sede in Israele) e addirittura aprire uffici presso governi esteri, come in Giordania. Oltre a creare una base economica, quest’attività fa notevolmente crescere il consenso popolare attorno ad Hamas.

Intanto, con gli inizi degli anni ’80, all’interno del movimento comincia a crearsi una struttura paramilitare volta a combattere Israele con la violenza. Infatti, l’acronimo Hamas appare per la prima volta nel 1987 in un volantino che accusava i servizi segreti israeliani di minare la fibra morale dei giovani palestinesi per poterli reclutare come collaborazionisti. Con lo scoppio della prima Intifada (la battaglia dei palestinesi armati di pietre e bombe molotov contro i carri armati israeliani), Hamas inizia le sue azioni di guerriglia. Inizialmente con "azioni punitive contro i collaborazionisti", progredendo verso obiettivi militari israeliani ed infine con azioni terroristiche che prendevano di mira i civili israeliani, considerati obiettivi militari in quanto vivono in uno stato fortemente militarizzato, quindi futuri soldati invasori. Inizialmente opera esclusivamente all’interno della Striscia di Gaza, per poi espandersi in Giudea e in Samaria. I leaders principali di questo periodo sono Mahmoud Alzhar, Abdel Aziz Rantisi e Hamed Bitawi, che operano in diverse aree.

Le principali formazioni paramilitari di Hamas in questo periodo sono: i “Guerrieri Santi Palestinesi” (Al-Majahadoun Al-Falestinioun), specializzato in attacchi terroristici contro obiettivi israeliani e il “Servizio di Sicurezza” (Jehaz Aman) che si occupa di raccogliere informazioni soprattutto su palestinesi collaboratori di Israele, informazioni che poi vengono passate al “Majd”, acronimo di Majmouath Jihad u-Dawa ( Gruppo per la Guerra Santa e la Diffusione della Dottrina), il suo corpo armato.

Ovviamente il diffondersi di Hamas crea tensione con l’OLP di Yasser Arafat, ed il suo gruppo paramilitare Al-Fatah. Mentre quest’ultimo riconosce il diritto all’esistenza di Israele e propone un compromesso per il West Bank e la Striscia di Gaza, consistente in una confederazione con la Giordania, Hamas ritiene l’intera Palestina “terra santa” (waqf), quindi nega ogni diritto di esistenza ad Israele. Anche sul futuro stato palestinese le opinioni sono diverse: l’OLP propone una democrazia di stampo occidentale, mentre Hamas vuole instaurare uno stato mussulmano.

A causa di queste differenze salta il progetto di costituire un fronte comune di lotta, il Comando Unico Nazionale, e le due formazioni continueranno a combattere separatamente.

Il 18 Agosto 1988, Hamas emana il suo Statuto. Oltre al carattere sacro del movimento, Hamas si definisce un organismo nazionalista (Art.12) e rinnega ogni tentativo di accordo di pace che preveda la perdita di una parte del territorio palestinese (“sono perdite di tempo, giochi per bambini”, Art. 13), anzi dichiara che il Jihad (Guerra Santa) contro Israele è un obbligo per tutti i mussulmani di ogni genere e ceto sociale (“non c’è soluzione per il problema palestinese se non il Jihad, Art.12). Viene detto che Hamas è un movimento che combatte sia il capitalismo occidentale che il comunismo sovietico ( “I poteri imperialisti sia nell’Ovest capitalista sia nell’Est comunista sostengono il nemico con tutta la loro forza, in termini materiali e umani, alternandosi in questo ruolo”, Art.22) e viene ribadita l’ottica sociale in cui si muove (“Il Movimento di Resistenza Islamico è un movimento umanistico. Si occupa dei diritti umani, e si impegna a mantenere la tolleranza islamica nei confronti dei seguaci di altre religioni. È ostile solo a coloro che mostrano ostilità nei riguardi dell’Islam”, Art.31).

Col passare degli anni, l’OLP assume posizioni sempre più filo-americane (si legga l’articolo “I piani USA per distruggere Hamas), lasciando l’azione di resistenza alla sola Hamas.

Il conflitto tra le due fazioni si acuisce dopo le elezioni politiche palestinesi del Gennaio 2006.

L’OLP, sostenuto da Israele, USA e UE, è convinto di vincere, ma nonostante tutto il popolo palestinese capisce il tradimento dei corrotti eredi di Arafat e assegna la vittoria ad Hamas, che insedia per la prima volta nella storia un proprio Presidente, Ismail Hanyeh.

Ovviamente per gli “esportatori di democrazia” questo è inaccettabile. Così Israele attacca la popolazione civile palestinese con embarghi e stragi di innocenti che violano il diritto internazionale e i più elementari diritti umani, mentre USA e Unione Europea tagliano gli aiuti umanitari finché non venga insediato il “loro democratico governo”.

Tutto questo non piega la fiera resistenza palestinese e Hamas continua le sue attività.

Oggi, le più alte istituzioni riconosciute di amās sono il Consiglio (Shura), e l’Ufficio Politico.

La prima rappresenta la guida politica e spirituale del movimento ed è composta da una cinquantina di figure di spicco del mondo religioso presenti al suo interno. L’Ufficio Politico, invece, svolge mansioni di informazione e relazioni con l’estero, ha sede al di fuori della Palestina, in Siria, ed è diviso in sezioni competenti per i vari settori d’azione. Altri organi di rilievo sono la Da‘wa (“La Chiamata”), che si occupa del reclutamento, dell’assistenza sociale e della raccolta di fondi all’estero, e l’A‘lām, ente che gestisce le operazioni di propaganda, dell’informazione e dell’indottrinamento ideologico in Palestina e che possiede una stazione radio ed una televisione.

Al momento, le formazioni paramilitari più attive sono due: gli “Studenti di Ayāsh” o “Studenti dell'Ingegnere” o  Unità Yayà Ayāsh” (per commemorare Yahya Ayash, l'ingegnere degli esplosivi responsabile per la morte di più di 50 israeliani e ucciso nel 1996) , e le “Brigate Izz al-Dīn al-Qassām”,conosciute anche come  Forze Izz al-Dīn al-Qassām” o  Battaglioni Izz al-Dīn al-Qassām” (per commemorare lo Sceicco  Izz al-Dīn al-Qassām, il padre della moderna resistenza araba, ucciso dai britannici nel 1935).

 

Manuel Zanarini