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Il dòmino del malfattore

di Ugo Gaudenzi - 27/03/2008

 

Il dòmino del malfattore

Qualche rapida riflessione di geo-economia.
Le crisi monetarie, le crisi petrolifere e le guerre anglo-americane stanno scandendo, dagli anni ‘30 ad oggi, giri di boa, discese e risalite dell’economia, nonché i crolli e le ascese della finanza internazionale.
Non a caso da allora, ininterrottamente, sia l'oro che il petrolio si comprano e si vendono esclusivamente in dollari alle borse di Londra e New York.
Non a caso il sistema delle parità fisse e la convertibilità del dollaro in oro (e in argento), stabilito a Bretton Woods - che già lo stesso mallevadore, Roosevelt, dichiarava “fallato” per l’enorme circolazione di moneta americana coniata per finanziare il secondo conflitto mondiale senza pareggio nelle riserve - verrà archiviato sotto la presidenza Nixon all’indomani della sconfitta Usa in Viet-Nam e avrà il suo colpo di grazia con la crisi petrolifera del 1973. L’aumento del prezzo del greggio avrebbe infatti, da allora in poi consentito ai petrodollari di acquisire vaste partecipazioni nei capitali di banche e imprese nord-americane: un male assorbibile e pilotabile. E veniva così scongiurata la restituzione di miliardi di dollari immessi nel mondo senza corrispettivo.
Non a caso - procediamo a tappe forzate, non è possibile su due colonne fare altrimenti - le oscillazioni del dollaro non più ancorato a parità fisse hanno potuto preservare fino a qualche anno fa la struttura finanziaria atlantica dai contraccolpi delle parallele rivalutazioni del marco e dello yen. Con la Germania e il Giappone costrette a “locomotive” dell’economia produttiva internazionale e gli Usa - e la Gran Bretagna - “protette” da importazioni di petrolio a basso costo e dal maggiore export dei loro beni.
Non a caso nel 1980 la Cina - allora “comunista” - fu gratificata dalla clausola Usa di “Nazione più favorita”. E non a caso - cancellati i vincoli di amicizia con Formosa - Shangai fu prescelta come nuovo triangolo industriale del capitalismo occidentale.
Non a caso, così, oggi, l’equilibrio di economia e finanza internazionale si regge su un patto di non aggressione e di cooperazione economico-finanziaria Cina-Usa-Ue. Con la Cina “grande produttrice” di beni di consumo venduti nei mercati d’occidente, principalmente negli States. Con gli Usa sorretti nei loro consumi dalla banca-guardiana della Ue, la Bce di Trichet, che stringe la liquidità in Europa occidentale per sostenere il potere del dollaro. E con i popoli europei incatenati ai remi della loro barca liberalcapitalista. I sinodollari - carta straccia - che ormai straripano dalle casse della Cina liberalcomunista non possono essere rinviati al mittente americano tal quali. Crollerebbero le economie di tutto il domino tricontinentale. Possono invece, come già i petrodollari, acquisire pezzi di ricchezza nazionale: negli Usa e soprattutto in Europa, compenetrandosi sempre più nella struttura del mercato capitalista.
Ecco. Gli europei dell’ovest sono strangolati da un Trichet (che proprio ieri ha rinverdito il fantasma dell’inflazione in agguato), che chiude ogni circolazione del denaro. Per non far cadere gli Usa. Per non bloccare lo sviluppo della Cina.
Grazie, Signori del Denaro, Signori della Miseria.