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Col "termovalorizzatore" di montagna, qualcuno certo ci guadagna

di Davide Pelanda - 28/03/2008



 

La lista degli inceneritori in Italia si allunga. Regalo di Pasqua trovato dentro l'uovo è quello che sorgerà nella ricca Regione Autonoma Valle d'Aosta. E' infatti con una delibera del 20 marzo scorso che la Giunta regionale valdostana, ha avuto la geniale idea di un termovalorizzatore con la strana logica (unica in Europa) di svuotare tutta la vecchia discarica di Brissogne, alle porte di Aosta, e bruciare tutto il suo contenuto nel futuro impianto. Così facendo essa verrà eliminata e chiusa. Sempre secondo i governanti valdostani.

Non si capisce però come questa regione di poco più di 100 mila abitanti riuscirà a mantenere un mostro così grande che, per evitare le diossine, dovrà costantemente (dicono gli esperti) avere una temperatura di mille gradi e dunque sempre tantissimi rifiuti pronti da bruciare. Altrimenti sarà un fallimento economico. Gli esperti contattati pubblicamente dal locale circolo di Legambiente hanno espresso dubbi, sostenendo l'inefficienza economica e ambientale dell'incenerimento dei rifiuti. Da notare inoltre che questa regione, assieme ad altre del nord, è quella che differenzia di meno: solo il 37%.

L'inceneritore costerà ottanta milioni di euro, e potrebbe entrare in funzione nel 2012, producendo 53mila e 200 megawatt all'ora, utili – dicono gli amministratori locali - per il riscaldamento di circa tremila alloggi. Sulla base degli studi, l'impianto brucerà circa 80mila tonnellate di rifiuti l'anno, per metà saranno quelli raccolti mentre l'altra metà è rappresentata dai rifiuti già stoccati nella discarica di Brissogne, che in 25 anni verrà smantellata: «sarà un affare per tutta la regione – ha affermato l'assessore regionale all'Ambiente Alberto Cerise – nei paesi o nelle città dove già ne esiste uno, la tendenza è di farne un secondo e non mi risulta che la stessa cosa accada per le discariche».

Fortemente negativo, invece, il parere di Ugo Venturella, del gruppo regionale dei Verdi Arcobaleno che ha votato contro: «in Valle d'Aosta siamo gli ultimi, tra le Regioni dell'arco alpino, per la raccolta differenziata, che è ferma al 37 per cento. In più, da noi, non viene raccolto l'umido, che crea i maggiori problemi, di percolato e puzza: se si cambiasse il modo di gestire i rifiuti dalle 72mila tonnellate l'anno, si scenderebbe a meno di 20mila che, appositamente trattati, potrebbero essere messi in discarica. Questo tipo di raccolta e trattamento però, non consentono di fare 'affari', come invece succede con gli inceneritori. Il nome 'termovalorizzatore' serve per gettare fumo negli occhi: la resa energetica è del venti per cento, bruciare una tonnellata di rifiuti costa tra i 160 ed duecento euro ed in tutto il mondo stanno abbandonando i piccoli inceneritori, che costano più di quanto rendono. E' folle l'idea di bruciare la discarica di Brissogne, che non dà nessun problema e non rappresenta un 'sito contaminato' visto che il 'doppio telo' che avvolge i rifiuti è garantito per 150 anni. Non è mai successo di svuotare una discarica per alimentare l'inceneritore e poi seppellire le scorie da un'altra parte. Un esperimento, denso di incognite sulla sua effettiva praticabilità, mai provato in Europa».

UN PASSATO TORBIDO DI QUESTA DISCARICA COSTATA LA CONDANNA DI UN PRESIDENTE DELLA REGIONE

Ma la bonifica della discarica di Brissogne, vicino ad Aosta, avrebbe già dovuto essere stata effettuata tra il 1989 e il 1990 per la modica cifra di 6 miliardi di vecchie lire. All'epoca l'incarico fu affidato dall'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta a Giuseppe Genon, professore straordinario al Politecnico di Torino, e all'ingegner Luciano Ziviani di Aosta, esperto in progettazioni ambientali: essi avrebbero dovuto sviluppare “uno studio comparativo tra il sistema di gestione dei rifiuti e la costruzione di un impianto di termovalorizzazione”.

Per dovere di cronaca è necessario ricordare che ci furono ben 19 delibere della Giunta regionale per tale bonifica tra il 1986 e il 1990, che ci fu anche una condanna dell'allora Presidente della Giunta della Valle d'Aosta Augusto Rollandin (dell'Union Valdotaine) per aver favorito nell'appalto della bonifica stessa un imprenditore valdostano, Giuliano Follioley anch'esso condannato dal Tribunale.

Ma a sedare gli animi ed a rassicurare i valdostani ci ha pensato l'attuale Presidente della Giunta della Valle d'Aosta dicendo che «la nostra è una scelta di responsabilità, non di calcolo politico. In tutta Europa si ricorre agli inceneritori da parecchi anni, ed ora siamo arrivati a quelli di ultima generazione. La questione rifiuti è un'emergenza nazionale, non solo limitata alla Campania o a Napoli: tutte le Regioni sono al limite ed è stato dimostrato che l'inceneritore più grande di Londra, in un anno, inquina meno che i fuochi d'artificio di Capodanno sul Tamigi».