Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Iraq, Maliki si gioca tutto a Bassora

Iraq, Maliki si gioca tutto a Bassora

di Ornella Sangiovanni - 28/03/2008



Si combatte per il terzo giorno a Bassora, ma i miliziani dell’Esercito del Mahdi, la milizia fedele al leader sciita Muqtada al Sadr, resistono, e, anzi, mettono in difficoltà le unità dell’esercito iracheno, mentre gli scontri si estendono a Baghdad e ad altre città del sud.

Le informazioni ufficiali parlano di almeno 105 persone uccise in tutto il Paese da martedì (ieri l’altro), ma potrebbero essere molte di più.

A Bassora, dove l’esercito iracheno ha lanciato una offensiva quattro giorni fa con l’obiettivo dichiarato di ripulire la città dalle varie milizie che da tempo ne hanno il controllo, i combattimenti sono particolarmente intensi. Gli abitanti riferiscono che le strade sono quasi deserte. Negozi e uffici sono chiusi, e tutti sono rintanati nelle case.

Si combatte in molti quartieri, fra cui Hayaniya, Jumhuriya, Kaziza, Karma, Quinto Miglio, e Maqal.

Ma i miliziani dell’Esercito del Mahdi resistono, e hanno ancora il controllo delle loro roccaforti, in particolare nella parte sud della città – povera e molto popolata.

Lo riferisce il quotidiano iracheno Azzaman, ma anche il New York Times, che scrive che alcuni dei combattimenti più duri si sono svolti a Hayaniya, nella parte ovest della città. Qui, le forze governative irachene sembrano impotenti, e sono sotto il tiro di mortai, lanciarazzi, armi automatiche, nonché dei fucili dei cecchini, bloccate sulla strada principale all’esterno del quartiere, mentre i loro blindati non riescono a entrare nelle sue stradine strette. I combattenti sadristi, invece, sarebbero usciti per attaccarle, ritirandosi poi all’interno.

Che le forze governative siano in difficoltà lo conferma il colonnello Abbas al Tamimi, responsabile per le relazioni con i media della 14a Divisione dell’esercito iracheno, che dice di aspettarsi una escalation nei combattimenti.

I miliziani “hanno armi più pesanti e più sofisticate di noi”, ammette al quotidiano newyorkese.

Un portavoce della polizia locale, il colonnello Karim al-Zaidi, ha detto che il capo della polizia di Bassora, generale Abdul Jalil Khalaf (apparentemente ancora al suo posto, malgrado alcune informazioni circolate agli inizi dell’attacco secondo cui era stato rimosso dal premier Maliki) è scampato a un attentato ieri notte, quando il suo convoglio è stato colpito da un kamikaze alla guida di un’auto, mentre stava percorrendo le vie della città. Nell’attentato sono rimaste uccise tre delle sue guardie del corpo.

Situazione umanitaria drammatica

Sempre secondo Azzaman, che cita fonti del movimento di Sadr, “milizie di partiti religiosi che fanno parte del governo” avrebbero iniziato a convergere sui quartieri controllati dai sadristi, e starebbero affiancando le unità dell’esercito iracheno impegnate contro i combattenti dell’Esercito del Mahdi.

Il quotidiano iracheno riferisce inoltre informazioni secondo le quali in diverse regioni del sud, in particolare a Bassora e a Kut, ci sarebbero state esecuzioni di massa, ad opera di alcuni battaglioni dell’esercito che il premier Maliki ha chiamato da Karbala – battaglioni che i sadristi accusano di avere commesso violazioni dei diritti umani nella città santa sciita.

Secondo funzionari ospedalieri citati dal New York Times, a Bassora la maggior parte delle vittime sarebbero civili, rimasti coinvolti nel fuoco incrociato.

In ogni caso, la situazione umanitaria in città è drammatica.

Muhammad Kadhim al Muhamadawi, un parlamentare di Fadhila, ha rivolto un appello alle organizzazioni umanitarie, alle Nazioni Unite, e alla Croce Rossa perché aiutino la popolazione, in particolare le donne, i bambini, e gli anziani, che sono intrappolati nei quartieri assediati dall’esercito, mentre scarseggiano tutti i generi essenziali, a cominciare da cibo e acqua potabile, dopo tre giorni consecutivi di combattimenti.

Sadr: via l’esercito e negoziamo – Maliki: nessuna ritirata

La risposta di Muqtada al Sadr all’ultimatum lanciato ieri dal premier Nuri al Maliki, che ha dato 72 ore di tempo ai combattenti per deporre le armi, pena gravi conseguenze, è stata conciliante.

Il leader sciita ha mandato degli emissari a negoziare, chiedendo a Maliki di ritirare le sue truppe (circa 15.000 uomini) da Bassora, e risolvere i problemi in modo pacifico.

Tuttavia, non ci saranno negoziati veri e propri, dicono i suoi collaboratori, finché i rinforzi dell’esercito iracheno inviati nella città non verranno ritirati. Uno di questi collaboratori, Hassan al-Zargani, ha letto alla Reuters quello che ha definito un comunicato in cui Sadr chiede a Maliki di lasciare Bassora e nominare una delegazione per condurre le trattative.

Azzaman, che cita Muhamadawi, riferisce che un primo tentativo di negoziare una composizione politica del conflitto, da parte del governatore di Bassora, Mohammed Musbah al Waili  – che appartiene a Fadhila, un altro partito sciita di ispirazione ‘sadrista’ - sarebbe fallito per l’insistenza di Maliki a volere una vittoria militare.

Una insistenza ribadita oggi dal premier iracheno, che ha promesso di combattere le milizie sciite a Bassora “fino alla fine”.

“Abbiamo deciso di entrare in questa battaglia e continueremo fino alla fine. Nessuna ritirata”, ha detto Maliki in un discorso trasmesso dalla televisione di stato irachena.

In fiamme tutto il sud

Intanto, il conflitto si estende da Bassora in altre parti del Paese.

I combattimenti più aspri sono stati nella città di Kut, a sud di Baghdad, dove gli scontri fra sadristi e forze di sicurezza irachene erano in corso da circa un paio di settimane.

Qui, membri dell’Esercito del Mahdi ieri avevano preso il controllo di cinque distretti, cacciando le forze di polizia, secondo quanto riferito da alcuni residenti.
Negli scontri – dice la polizia - sarebbero rimaste uccise almeno 10 persone, fra cui una neonata, e 31 ferite.

Azzaman, il quotidiano iracheno, citando una fonte del movimento di Sadr, scrive oggi che i combattenti sadristi avrebbero preso proprio il controllo della città, e circondato la residenza del governatore della provincia, dove sarebbero intrappolate le forze di polizia rimaste.

Le forze di sicurezza governative dicono ora di avere ripreso il controllo, ma al prezzo di almeno 44 morti e circa 75 feriti.

Combattimenti anche a Hilla, Diwaniya, e Amara.

Baghdad pronta a esplodere

E mentre aumenta il numero delle zone in cui è stato imposto il coprifuoco – oltre alla provincia di Bassora, quelle di Babel, Wassit, Qadissiya, Muthanna, Dhi Qar con la sua capitale Nassiriya, e Karbala - a Baghdad i combattenti dell’Esercito del Mahdi controllano Sadr City.

Le forze Usa - che hanno ammesso di aver aiutato le forze governative irachene a isolare l’enorme slum, abitato da oltre 2 milioni di persone, in maggioranza sciiti, e considerato una roccaforte del movimento di Sadr - per il momento non sono riusciti a cacciarli.

Azzaman scrive che la situazione nella capitale irachena potrebbe esplodere in qualsiasi momento.

Ieri ci sono state manifestazioni di protesta, nelle quali migliaia di sostenitori di Sadr sono scesi in piazza per chiedere le dimissioni del governo Maliki per l’assalto a  Bassora. Altre manifestazioni simili si sono svolte a Karbala, una delle due città sante sciite, nel sud.

I leader sadristi hanno chiaro che la posta in gioco è politica – ed è alta.

"L’obiettivo delle operazioni a Bassora è quello di imporre il federalismo del sud, a cui il movimento di Sadr si oppone", hanno detto fonti del movimento ad Azzaman, riferendosi in modo evidente al progetto separatista propugnato da Abdel Aziz al Hakim, leader del Consiglio Supremo islamico iracheno (ex SCIRI), partito sciita rivale del movimento sadrista, che vuole creare nel sud dell’Iraq una super-regione sciita composta da nove province.

Ma la linea scelta da Muqtada continua a unire alla protesta il ramoscello d’olivo.

Così, mentre oggi migliaia di suoi sostenitori manifestavano in diversi quartieri di Baghdad, chiedendo la cacciata del premier Maliki e del suo governo, i parlamentari del movimento hanno fatto un duro comunicato che chiede la fine delle operazioni militari a Bassora, ma fa appello alle forze di sicurezza irachene perché non collaborino.

“Chiediamo ai nostri fratelli nell’esercito iracheno e alla coraggiosa polizia nazionale di non essere strumenti di morte nelle mani della nuova dittatura”, ha detto il deputato sadrista Falah Shanshal.


Fonti: Agence France Presse, Azzaman, Reuters, Associated Press, BBC News, New York Times