Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Il passo successivo che non sarà fatto

Il passo successivo che non sarà fatto

di Ralph Nader - 30/03/2008

 

 

 

1. Li chiamano piccoli investitori, i risparmiatori o gli azionisti: i reati societari, le frodi e gli abusi li hanno colpiti nel decennio passato. Si pensi a Enron, Worldcom, ai giganteschi investitori e intermediari di Wall Street e ora alle grandi banche traballanti. Trilioni di dollari sono stati drenati o saccheggiati da queste aziende corporative che remunerano se stesse usando i soldi di altre persone. A parlare, scrivere e testimoniare contro questi massicci imbrogli non regolamentate fatti agli americani indifesi sono due ex presidenti della Securities and Exchange Commission (SEC): Arthur Levitt e William Donaldson. J. Bogle (fondatore del fondo comune indicizzato e critico dell'eccessiva tassazione, spesso nascosta, dei fondi) e L. Turner (ex capo contabile della SEC) condividono apertamente i motivi urgenti per la riforma. Questi uomini sono noti e rispettati nei loro campi, hanno accesso ai mezzi di informazione economica di massa, possiedono un grande sostegno personale in tutto il paese e potrebbero raccogliere notevoli somme di denaro.

Essi stessi fanno parte delle classi spremute. E per fare che cosa? Per avviare una grande tutela degli investitori e un'azione di organizzazione della rappresentanza di 60 milioni di loro che sono impotenti nella nostra nazione. Gli investitori individuali veramente non hanno organizzato i loro diritti, sia a Washington, DC, che a livello statale e locale dove il sentimento pubblico e la domanda di azione genera clamori favorevoli al cambiamento.

Questi uomini esperti, ben collegati, che si sono rispettati reciprocamente per anni e sono frustrati dall'inazione di coloro che detengono l'autorità, non faranno il passo successivo.

Per dimostrare le loro credenziali, guardate i loro libri su Take on the Street: "How to Fight Your Financial Future" e "What Wall Street and Corporate America Don’t Want You to Know" di Arthur Levitt, e di John Bogle "The Little Book of Common Sense Investing" o "The Battle for the Soul of Capitalism".

Per capire l'urgenza delle loro preoccupazioni, leggete "Corpocracy", il libro di R. Monks capo storico del movimento dei diritti degli azionisti.

 

2. Se faceste la ricerca su Internet per trovare gli alti ufficiali militari in pensione (dai Generali agli Ammiragli in giù) o gli ex diplomatici e funzionari della sicurezza nazionale di alto rango che hanno parlato e scritto contro l'invasione dell'Iraq, contro il suo proseguimento e contro i disastri che sono costati così tanto al nostro paese e hanno distrutto gran parte dell'Iraq e della sua popolazione non ci mettereste molto.

Tra questi americani impegnati e schietti troviamo ex segretari di gabinetto, capi di ministero e assistenti speciali della Casa Bianca  che hanno lavorato sia sotto l'amministrazione democratica che repubblicana. No si può discutere l'esperienza e il servizio di questi ex ufficiali pubblici leali e sinceri. Essi ce l'hanno tutta. Dei finanziatori ricchi che pensano come loro potrebbero accogliere i loro appelli. Questi americani sono riuniti in una potente e ben finanziata organizzazione di difesa e potrebbero avere un impatto decisivo sul Congresso e sulla Casa Bianca perché essi sarebbero in grado di far sapere al popolo americano, attraverso i mass media, la verità e le strategie per la pace e la giustizia.

Sebbene siano attivi nella loro ricerca di una politica estera e militare fondata che non provochi la bancarotta americana, essi non faranno i passi successivi.

 

3. Potreste contare tutti i progressisti (eletti, accademici, autori ed editorialisti), che sono in crisi nel Partito Democratico per la frequenza con la quale quest'anno hanno ceduto a George W. Bush e alla sua minoranza repubblicana al Senato e alla Camera?

Non c'è nulla di nuovo nelle loro denunce.

I progressisti criticano i democratici da anni sia sulla politica interna o estera, sia sul dominio dei giganti multinazionali sulle elezioni, sulle legislature, sulle agenzie di regolamentazione e sui mezzi di comunicazione di massa, o sui risultati distruttivi, sui presagi di globalizzazione corporativa e sui regimi di commercio autocratici (WTO e NAFTA). Sentite questo da Bob Herbert del New York Times, da John Nichols della rivista "The Nation", dal duo James Carville e Paul Begala, da Mark Crispin Miller e da Jim Hightower, da Bill Moyers e da Anthony Lewis, dai senatori Bernie Sanders e Sherrod Brown, dal congressista John Conyers e da Ed Markey - per citare solo pochi dei critici molto delusi e indignati verso i dirigenti democratici, il loro consiglio dei capi e i loro finanziatori corporativi.

Ma non faranno il prossima passo. O passi.

Potrebbero sia organizzarsi in gruppo nel Partito democratico per fare richieste progressiste che non possono essere ignorate, o spostarsi verso un terzo partito progressista capace sia di proporre i propri messaggi ai Democratici sia di competere con loro?

Per quanti anni i repubblicani cattivi e i loro alleati corporativi potranno trascinare il Partito democratico tradizionale verso di loro e impegnare i progressisti con le futilità della forma meno peggiore di governo disastroso e corporativo?

Ci sono molte persone influenti ed informate nel nostro paese che sanno quali cause sono importanti da perseguire, quali direzioni sono necessarie per le generazioni presenti e future, quali attività di persuasione e di cambiamento vanno attivate.

Ma sono arenati in questo stato e non fanno il passo successivo. Fare il prossimo passo è la differenza tra il parlare e l'agire, tra il fare la promessa ed erogare la prestazioni, tra l'autocrazia e la democrazia!

 

 

Tradotto il 28/03/2008 da F. Allegri per Futuroieri

 

Per vedere il testo in inglese con traduzione a fianco

http://digilander.libero.it/amici.futuroieri