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Mozzarelle per il Tibet

di Marco Boschini - 30/03/2008

Tibet

Due notizie apparentemente slegate tra loro evidenziano chiaramente cos’hanno a cuore i potenti della Terra e i governanti del nostro trasandato Paese.

La prima ci dice di una battaglia per la libertà, portata avanti con dignità e coraggio dai monaci tibetani, boicottata e ignorata da gran parte dei governi mondiali e dalle organizzazioni sociali ed economiche che “esportano democrazia” a reti unificate salvo poi voltare le spalle a chi è in prima linea, per davvero e sulla propria pelle, per tutelare il proprio futuro.

La seconda ci racconta dello scandalo delle mozzarelle alla diossina, dell’embargo cinese e del danno economico che le aziende campane subiscono da ormai qualche settimana. Anche qui si presentano le cose senza dire tutta la verità, o puntando l’attenzione solo dove importa e può far comodo. Della diossina nel terreno, figlia di un territorio abbandonato alle ecomafie e all’ordinaria emergenza rifiuti, nessuno pretende controlli, persegue colpevoli, indica un’alternativa. Tutti invece gridano al complotto cinese, al rischio recessione.

Ora, l’incrocio tra le due notizie inquieta e rattrista. L’ambasciatore italiano a Pechino pare abbia alzato la voce. Finalmente, mi dico, sarà andato ad annunciare ai dittatori cinesi che l’Italia boicotterà i giochi olimpici prossimi venturi ed eviterà, fino alla fine delle ostilità con la comunità tibetana, di fare affari con l’impero rosso-capitalista.

Invece, su mandato del governo Prodi, l’ambasciatore tricolore ha redarguito le autorità cinesi affermando che l’embargo alla mozzarella è ingiustificato, che i casi di presenza di diossina sono limitati e circoscritti e quindi si può tornare alla normalità al più presto.

Insomma, per farla breve, quando il Dalai Lama venne in visita in Italia qualche mese fa i nostri politili si guardarono bene dal riceverlo, per non scalfire i fondamentali rapporti economici tra i due Paesi. Settimane di mattanza in Tibet, con una repressione vergognosa e folle non hanno convinto il nostro ambasciatore in Cina, e quindi il nostro Governo, a spendere una sola parola contro la violenza di Stato. Ora, per qualche mozzarella, si solleva un polverone.

Forse è arrivato il momento di rividere la scala dei valori che si danno alle cose, e dirci che nell’era della crescita infinita val più una mozzarella alla diossina che la vita di un uomo.

Mozzarelle di bufala