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Ciascuno di noi possiede un sistema psico-somatico di autoguarigione

di Francesco Lamendola - 31/03/2008

 

 

 

 

Perché l'organismo umano perde lo stato di salute e cade in preda alle malattie?

La medicina occidentale moderna risponde che esso viene assalito da agenti patogeni esterni, batteri e virus, che irrompono in esso e provocano la malattia.

Una svolta fondamentale per l'affermarsi di una tale concezione è stata la scoperta degli antibiotici, che, a partire dai primi decenni del ventesimo secolo, hanno permesso di individuare ed eliminare i batteri patogeni. Tutti hanno plaudito alla mirabile invenzione e hanno riconosciuto che non esiste altra medicina all'infuori di quella.

Ma, c'è sempre un ma, poco alla volta i batteri, aggrediti dagli antibiotici, hanno cominciato a reagire, a sviluppare delle mutazioni, a divenire sempre più resistenti. Poco a poco, gli antibiotici hanno cominciato a perdere la loro efficacia. La natura, sfidata sul piano della forza, ha messo in atto dei processi di adattamento alla nuova 'arma' elaborata dalle case farmaceutiche e, lentamente ma irresistibilmente, si sta prendendo la rivincita. Presto arriverà il momento - e, in certi casi, è già arrivato - in cui i medici occidentali si troveranno fra le mani soltanto delle armi spuntate e assolutamente inefficaci: dei farmaci antibiotici che non sono più in grado di distruggere i batteri specifici per i quali sono stati realizzati in laboratorio.

Non solo. Essendo basata sugli antibiotici, la medicina occidentale moderna è tremendamente costosa e opera una selezione fra coloro che possono accedere alle terapie sempre più costose e coloro che, non potendo farlo, si vedono condannati a morte da un sistema sanitario fondato solo sulla potenza quantitativa delle medicine e delle strutture sanitarie, ossia, in ultima analisi, sulla sua potenza economica.

Non solo. Essendo basata sugli antibiotici, la medicina occidentale moderna è del tutto impotente contro le malattie virali. Un tipico esempio di tale impotenza è offerto dalla lotta dispendiosissima, e, per ora, assai poco efficace, contro il virus dell'AIDS. Come mai esso tiene in scacco i migliori medici e le più costose e sofisticate strutture tecnologiche dell'Occidente, se è vero che solo la medicina occidentale moderna è una medicina seria e capace di produrre risultati? Come mai la medicina naturale cinese, che non utilizza nella cura dell'AIDS farmaci di sintesi, bensì erbe e prodotti naturali, ottiene risultati che, al paragone, non sfigurano affatto?

Non solo. Essendo basata sugli antibiotici e, in ultima analisi, sulla tecnologia, la medicina occidentale deresponsabilizza il paziente rispetto ai processi patologici che hanno investito il suo corpo e lo riduce nella condizione di dover dipendere totalmente, anche sul piano psicologico e spirituale, dagli agenti esterni: medici, farmaci e terapie. Non fa appello alle risorse interiori della psiche e dell'organismo del malato, lascia del tutto inattivo e inutilizzato il suo potenziale di autoguarigione. Lo consegna, per così dire, in balia di forze estranee e impersonali, che tratteranno il suo caso alla stregua di quelli di milioni di altri individui, le cui malattie presentino sintomi analoghi. In questo senso, lo fa regredire da soggetto a oggetto, da persona a cosa: un ente passivo,  che attende da altri la propria guarigione.

Non solo. Essendo basata sugli antibiotici, la medicina occidentale ignora o trascura la semplice verità dell'unità psico-fisica del paziente, della relazione che tiene stretti tutti i suoi organi e che unisce questi con la sua sfera mentale e spirituale. Di conseguenza, essa agisce non in base ad una filosofia preventiva delle malattie, ma parte dall'assunto che la malattia è inevitabile e che il corpo umano può soltanto difendersi, dopo che gli agenti patogeni lo abbiano aggredito. In altre parole, essa non mira allo stato di salute, ma concentra ogni suo sforzo nella guerra permanente contro gli agenti patogeni, pur sapendo benissimo che non potrà mai individuarli, neutralizzarli e distruggerli tutti, poiché essi fanno parte della natura tanto quanto l'uomo; anzi, sono infinitamente più antichi e infinitamente più resistenti di quanto non lo sia l'organismo umano. Del pari, essa non fa alcuna riflessione sul fatto che gli animali, normalmente, non si ammalano, a meno che siano posti in condizioni eccezionali; e questo perché i loro organismi sono i custodi spontanei della loro salute, ed il genere di vita che conducono li preserva quasi sempre dalle malattie.

Non solo. Essendo basata sugli antibiotici, la medicina occidentale moderna tortura crudelmente  e  condanna a morte un numero incalcolabile di cavie animali, nella convinzione, palesemente infondata, che i farmaci che risultano efficaci su di esse, lo saranno anche sull'organismo umano; e che la stessa induzione sarà valida per quelli che dovessero risultare, in varia misura, dannosi. Essa, quindi, si regge su una gigantesca macchina di morte che stritola migliaia e migliaia di animali nella presunzione, al tempo stesso egoistica e illusoria, di giovare all'essere umano. Anziché domandarsi perché la malattia sia un evento relativamente raro nel mondo animale, pretende di far valere nei confronti degli altri mammiferi la stessa logica terapeutica che applica all'uomo.

 

Vi è qualcosa di doppiamente sbagliato, quindi, nelle stesse fondamenta filosofiche della medicina occidentale moderna.

Da un lato, essa estende alla salute e alla malattia quella stessa visione materialistica, meccanicistica e riduzionistica che sta alla base della sua concezione dell'essere umano, riducendo il problema dello star bene a una questione di terapie e, più precisamente, di terapie basate sulla tecnologia. Pertanto, dà per scontato che la malattia sia un evento abutuale e non svolge la minima riflessione sulle circostanze generali che favoriscono l'insorgere delle malattie, a cominciare dall'errato stile di vita, all'alimentazione nociva, al prevalere del pensiero negativo, e così via. In tale prospettiva, gli organismi dei pazienti più o meno si assomigliano e, per intervenire su di essi, si fa ricorso a una serie di pratiche, di farmaci e di strumenti, pensati e realizzati in serie, come tanti pezzi di ricambio per delle macchine difettose.

Dall'altro lato, con la sua dichiarazione di guerra ai virus (inefficace) e ai batteri (sempre meno efficace), essa trasferisce nel campo della salute e della malattia le logiche dell'aggressività e della violenza che stanno alla base della visione del mondo occidentale moderna: una lotta manichea del bene contro il male, del giusto contro l'ingiusto, del vero contro il falso. Come traspare anche dal linguaggio comune (con espressioni quali: lotta alla povertà; conquista delle montagne; dominio sulla natura; ecc.), la medicina occidentale prolunga ed estende nell'ambito della salute quello squilibrio, quella disarmonia, quella incessante e distruttiva competizione che domina sia i rapporti sociali, sia il rapporto uomo-natura.

Eppure, come ben sanno le medicine orientali, esiste un altro modo di affrontare l'aggressione degli agenti patogeni: quello di potenziare le difese immunitarie dell'organismo, mediante un corretto stile di vita - che parte da una corretta respirazione -; e, in seconda istanza, nel fare appello al potenziale innato di autoguarigione, dopo che la malattia si sia manifestata. In altri termini, mentre la medicina occidentale moderna è semplicemente sintomatica, interviene, cioè, solo in presenza di determinati sintomi, al fine di eliminarli, le medicine tradizionali orientali sono preventive ed olistiche, nel senso che si pongono l'obiettivo di preservare lo stato di salute o, se la malattia insorge, di individuarne e rimuoverne non i sintomi, bensì le cause remote e profonde.

 

 

Scrive il noto medico olistico Andrew Weil nel suo libro, ormai classico, Guarire da soli. Guida alla salute naturale (titolo originale: Spontaneous Healing, 1995; traduzione italiana di Annalisa Baldassarrini, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1996, pp. 1-5):

 

"Un uomo malato di cancro ai polmoni viene mandato a casa: la medicina, gli dicono, non può fare più niente per salvarlo. Sei mesi dopo l'uomo si presenta nello studio del medico che lo aveva in cura e il tumore è scomparso. Una giovane donna diabetica, accanita fumatrice, giace in stato di incoscienza in un'unità coronarica colpita da un esteso infarto miocardico. Il medico si preoccupa per le funzioni cardiache gravemente compromesse  e non ha alcuna speranza di salvarla, ma il giorno dopo la donna riprende conoscenza ed è in grado di parlare: sta decisamente meglio ed è sulla via della guarigione. U ragazzo entra in coma dopo un incidente di moto che gli procura un grave trauma cranico: il neurochirurgo comunica ai genitori affranti che il figlio non riprenderà mai più conoscenza. Oggi il ragazzo è in perfetta salute.

"La maggior parte dei dottori che conosco può raccontare almeno una storia come questa, una storia di 'guarigione spontanea'. Voi stessi, se vi metterete nella giusta disposizione per trovarle, potrete scoprirne molte altre. Sono pochi però gli studiosi che si danno la pena di cercare. Per gran parte dei medici queste storie sono solo delle 'storie', non vengono prese sul serio, non vengono studiate e tanto meno considerate come fonte di informazioni sul potenziale di cui dispone il nostro corpo per curarsi da solo.

 

"Nel frattempo, la moderna medicina è diventata talmente dispendiosa da consumare gran parte delle risorse economiche di molte nazioni economiche di molte nazioni sviluppate e da non essere alla portata dei paesi sottosviluppati. In molti stati i politici discutono su come pagare l'assistenza medica,, senza capire che nel corso della storia la questione principale è, invece, la natura dell'assistenza medica. I medici sostengono che per guarire è necessario un intervento esterno, mentre i difensori della medicina naturale sono dell'idea che lo stato di salute derivi,, e si mantenga, dal vivere in armonia  con la natura. Nell'antica Grecia i medici affidavano la protezione del loro lavoro a Esculapio, il do della medicina, mentre i guaritori erano seguaci della figlia di Esculapio, la radiosa Igea, dea della salute. Il filosofo e scrittore di medicina René Dubos ha così espresso il concetto:

"«Per i cultori di Igea la salute fa parte dell'ordine naturale delle cose, è un attributo positivo al quale gli uomini hanno diritto se conducono saggiamente la loro vita. Secondo loro, la funzione più importante della medicina è quella di scoprire e insegnare le leggi naturali che consentono all'uomo di avere una mente sana in un corpo sano. Più scettici, o meglio più esperti su come va il mondo, i seguaci di Esculapio ritengono che il ruolo principale del medico sia quello di curare la malattia e di ristabilire la salute correggendo qualunque imperfezione causata da difetto congeniti o acquisiti."»

 

"I dibattiti politici su come coprire i costi dell'assistenza medica hanno luogo soprattutto tra i seguaci di Esculapio, che però non discutono né sulla natura della medicina né su ciò che bisogna aspettarsi da essa, ma solo su chi deve pagare le spese che sono diventate incredibilmente ale perché gli interventi medici si basano soprattutto sulla tecnologia. Sono un fervido sostenitore di Igea e promuovo sempre le teorie 'naturali' nei dibattiti sul futuro della medicina.

"Vorrei fare un esempio di come queste diverse filosofie influiscano sulle decisioni e i comportamenti da assumere. In Occidente, un obiettivo importante della medicina scientifica è stato l'identificazione degli agenti esterni in grado di causare la malattia e il conseguente sviluppo di difese adeguate. Verso la metà del secolo [XX] si sono scoperti gli antibiotici e grazie a essi fu possibile sconfiggere le malattie infettive provocate dai batteri.  Questo successo, confermando le teorie di Esculapio, in campo medico ha conquistato il cuore e la mente di molte persone, convincendole che l'intervento del medico basato sulla tecnologia era necessario e giusto, indipendentemente dal costo. In Oriente, e specialmente in Cina,  la medicina si è rivolta a tutt'altre questioni: si è occupata soprattutto dei metodi per aumentare la resistenza, 'naturale', dell'organismo alle malattie, permettendo così all'individuo di rimanere in buona salute anche se esposto a fattori nocivi: una strategia tipica della filosofia di Igea. Nel corso dei loro studi i medici cinesi hanno individuato molte sostanze naturali che hanno l'effetto di tonificare, di rendere più forte il nostro corpo. La medicina occidentale ci ha aiutato per tanti anni, ma a lungo termine potrebbe risultare molto meno utile di quella orientale.

"Le armi sono dannose. Possono ferire chi le usa, col rinculo, possono scatenare l'aggressività del nemico. E questo si sta in effetti verificando: gli specialisti in malattie infettive di tutto il mondo si trovano a dover affrontare malattie  che non riescono a curare proprio perché determinate da microrganismi diventati resistenti agli antibiotici. Proprio oggi ho ricevuto una copia del Clinical Research News for Arzona Physiscians, una pubblicazione del contro medico universitario dove insegno, nel quale viene riportato un articolo intitolato: Antibioticoresistenza: la nuova peste? Eccovene uno stralcio.

 

"«Anche se gli antibiotici vengono considerati le 'medicine miracolose' del ventesimo secolo, medici e ricercatori si stanno penosamente rendendo conto che la resistenza mircobica ai farmaci sta diventando un problema clinico di primaria importanza. Sono state proposte varie soluzioni. L'industria farmaceutica sta cercando di sviluppare nuovi preparati meno suscettibili ai meccanismi di resistenza batterica conosciuti, ma purtroppo i microrganismi sembrano crearsi rapidamente nuovi metodi di difesa. (…) A questo punto è essenziale che il paziente si attenga scrupolosamente alle procedute di controllo dell'infezione. Coloro che si occupano della salute pubblica devono rendersi conto che la resistenza agli antibiotici è un problema sempre più grave in tutti i campi e che può compromettere direttamente la salute del paziente».

 

"La frase «può compromettere direttamente la salute del paziente» è un eufemismo. In pratica, significa che i pazienti stanno morendo proprio a causa  di quelle infezioni che i medici in passato potevano curare con gli antibiotici. Gli antibiotici stanno perendo rapidamente la loro efficacia e alcuni infettivologi cominciano a domandarsi che cosa faremo quando non sarà più possibile fare ricorso a questi farmaci. Forse dovremo ritornare ai metodi usati negli ospedali negli anni Venti e Trenta, prima degli antibiotici: quarantena stretta e disinfezione, drenaggi chirurgici e simili. Che passo indietro sarebbe, per la medicina tecnologica!

"Per contro, nella medicina cinese non si sviluppa alcuna resistenza nei confronti dei così detti 'tonificanti' o stimolanti, poiché essi non agiscono contro i germi,  (e quindi non ne influenzano lo sviluppo né causano la comparsa di ceppi mutati), ma servono per aumentare le difese naturali del corpo: aumentando l'attività e l'efficienza delle cellule del sistema immunitario aiutano a combattere qualunque tipo di infezione, non soltanto quelle dovute a batteri. Gli antibiotici sono efficaci soltanto contro i batteri, ma non sono di alcuna utilità contro le malattie virali. L'impotenza della medicina occidentale di fronte alle infezioni virali è manifesta nella lotta contro l'AIDS. La terapia a base di erbe (fitoterapia) con cui nella medicina cinese si trattano i pazienti infettati da questo virus [HIV, virus dell'immunodeficienza umana, N. d. R.], invece, appare molto più promettente perché non è tossica. Decisamente in contrasto con la terapia occidentale che si avvale di farmaci antivirali, potrebbe consentire ai sieropositivi di avere una vita relativamente lunga e priva di disturbi, nonostante la 'convivenza' col virus.

"Il concetto orientale di rinforzare le difese interne corrisponde a quello dei seguaci di Igea. In quanto si basa sul presupposto che il corpo disponga di una capacità naturale di affrontare e combattere gli agenti patogeni. Se questo assunto fosse accettato anche dalla medicina occidentale, non si assisterebbe alla crisi economica che oggi interessa l'assistenza sanitaria, perché i metodi che stimolano le capacità naturali del corpo di autoguarirsi sono molto meno costosi degli interventi massicci della medicina ad alta tecnologia, oltre a essere meno pericolosi e più efficaci nel lungo periodo.

"I seguaci di Esculapio si interessano soprattutto alla 'terapia', mentre i seguaci di Igea si dedicano alla 'guarigione'. La terapia viene dall'esterno, mentre le guarigioni 'originano da dentro'. La parola inglese healing (guarigione) vuol dire 'rendere intero', cioè restituire integrità ed equilibrio. È da molto tempo che mi interesso di storie di guarigione e credo che possano interessare anche voi. Forse avete conosciuto qualcuno che ha vissuto in prima persona la remissione spontanea di un tumore maligno e ha visto 'sparire' questa tremenda malattia, con grande stupore dei medici che lo avevano in cura. In alcuni casi la remissione poteva essere temporanea, in altri, però, era permanente.  Che cosa è successo? O forse conoscete qualcuno che è stato guarito con la preghiera o con la devozione religiosa.

"(…) Anche quando la terapia viene applicata con successo, potrebbe agire attraverso l'attivazione di meccanismi di guarigione interni che, in altre circostanze, possono operare senza alcuno stimolo esterno.  (…) Il corpo può autoguarirsi e lo può fare perché è dotato di un sistema per curarsi da solo.

"(…) A qualunque livello di organizzazione biologica, a partire dal DNA, esistono in noi dei meccanismi di autodiagnosi, autoguarigione e rigenerazione che sono sempre pronti ad attivarsi in caso di bisogno. Per questo, la medicina che utilizza tali meccanismi curativi innati è più efficace della medicina che si limita semplicemente a sopprimere i sintomi…"

 

Abbiamo già avuto occasione di sottolineare quanto sia importante e quanto sia trascurato, nella cultura medica occidentale moderna, l'adozione di un sano stile di vita, al fine di prevenire le malattie e preservare il più a lungo possibile lo stato di salute, che è la condizione naturale di tutti gli animali e anche dell'uomo (cfr. i nostri articoli Aria, luce, frutta: il segreto per la salute naturale secondo M. Lezaeta Acharan; Una medicina totale presume una concezione totale dell'uomo, dedicata alla medicina tradizionale cinese; La  comprensione  spirituale, sorgente  perenne  di  salute psico-fisica: note  in margine  ai  pensieri  di  F.  Racanelli), nonché sull'importanza del fattore mentale e spirituale nella preservazione della salute fisica (cfr. l'ecologia  della  mente  come presupposto dell'equilibrio spirituale; tutti disponibili sul sito di Arianna Editrice).

Molto ancora ci sarebbe da dire, soprattutto su quest'ultimo argomento. Oggi, finalmente, anche in Occidente si comincia a riscoprire l'importanza del fattore interno nel processo di preservazione della salute e di difesa dalle malattie e, in particolare, delle pratiche della meditazione, della preghiera, nonché dell'esercizio della volontà e di una pratica costante del pensiero positivo. Anche se le guarigioni spettacolari, come la remissione spontanea dei tumori maligni, sono ancora delle rare eccezioni che parrebbero confermare la regola, chi può dire quante guarigioni, meno spettacolari e meno repentine, non avvengono quotidianamente per merito di questi fattori non tecnologici, non materiali e non 'scientifici', nel senso che noi oggi attribuiamo alla parola? E chi può dire quante persone, pur non potendo usufruire della pesante e costosa macchina della medicina  occidentale moderna, sono in grado di preservare il proprio stato di salute, vivendo una vita lunga, operosa, obiettivamente faticosissima, senza incorrere nella malattia e senza smarrire il proprio equilibrio psico-fisico?

Il fatto è che un tale modo di porsi nei confronti della salute - non della salute in astratto, ma della propria salute - equivale a una assunzione di responsabilità e presuppone che ciascuno incominci a diventare il medico di se stesso, ritirando la propria fiducia ai farmaci di sintesi e riscoprendo l'importanza di un sano e corretto stile di vita. Tutto questo può apparire faticoso a chi non vi sia abituato e, più ancora, può incontrare l'obiezione che noi non possiamo prenderci cura in prima persona della nostra salute, perché non abbiamo le competenze necessarie; mentre vi sono, per questo, dei professionisti appositamente preparati.

Questo è precisamente ciò che l'establishment medico-sanitario, che vive sfruttando le nostre malattie, vorrebbe farci credere. Ma non è vero. In una certa misura, noi tutti possiamo, e, se se siamo convinti, dobbiamo riappropriarci della responsabilità della nostra salute. Partendo da una premessa fondamentale: corpo, mente e spirito sono una unità indissolubile, e il disagio di una sola di queste tre sfere non può non ripercuotersi negativamente sulle altre. Ma, allo stesso modo, anche i processi virtuosi non possono non estendersi da una sfera all'altra.

Perché, come dicono i saggi taoisti (e gli iniziati al sapere alchemico) il microcosmo riflette la realtà del macrocosmo, e ciò che sta in basso corrisponde a ciò che sta in alto; tutto è uno, tutto si completa e si compenetra, perché l'Essere è tutto in tutti.