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Expo 2015: il diktat del cemento

di Paolo De Gregorio - 02/04/2008

  

La foto dell'abbraccio e dei baci tra D'Alema e la Moratti, i brindisi per festeggiare la immensa colata di cemento che calerà su Milano per l'Expo 2015, mi ha dato la sensazione dell'orchestrina che suona sul Titanic per esorcizzare la imminente catastrofe e i personaggi che si abbracciano figure residuali, fuori del tempo.
Persone sane di mente, normali, trovano tragicomico che l'Italia trovi ingenti risorse economiche per un evento che celebra la globalizzazione, riempie di cemento e di cantieri una area già sovrappopolata e congestionata dal traffico e dall'inquinamento, insistendo su un modello di sviluppo economico già in crisi, insostenibile dall'ecosistema globale, minacciato dalla crisi del petrolio che presto fermerà l'assurda e inutile circolazione di merci. Vi è invece la priorità urgente ed assoluta di avviare la rivoluzione della riconversione energetica con le rinnovabili, l'idrogeno,  avviarsi verso il riciclo di tutti i rifiuti urbani e industriali in modo ecocompatibile (cioè senza discariche né inceneritori), riconvertire l'agricoltura per soddisfare i consumi interni facendo percorrere ai prodotti agricoli meno chilometri possibili, fermare la perdita delle condotte idriche che disperdono più del 50% della nostra preziosissima acqua.
Anche questo è lavoro e occupazione e ci farebbe sperare in un futuro fatto di priorità e di sostenibilità, ma la destra e la "sinistra", che ieri si sono abbracciate, hanno la IDENTICA visione dello sviluppo fatto di liberismo, di inutili simboli (un grattacielo di 250 metri),  hanno in odio qualunque soluzione che restituisca alla politica il potere di programmare le grandi scelte economiche ed energetiche e si trovano d'accordo anche sul ritorno al nucleare.
Sono tutti ectoplasmi che non vedono un solo metro al di là delle loro convenienze immediate e se non ci libereremo di questa politica asservita alla Confindustria e agli apparati mediatici non c'è futuro.
Le prossime elezioni servono solo a decidere quali partiti andranno al potere, ma non ci è possibile scegliere tra due posizioni diverse quanto alla politica economica, la politica estera, la politica energetica, né è possibile scegliere le persone.
Se questo è vero, dimostriamo il nostro dissenso e contiamoci non andando ai seggi.