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Gli aiuti di Stato alle banche

di Walter Brasch - 02/04/2008

 

E’ uno stato sociale…se sei ricco

Ascoltate i sapientoni e i chiacchieroni dei talk show conservatori. Ascoltate uno qualunque dei candidati politici che fa seguire al proprio nome la frase “ repubblicano conservatore”. Un solo tema viene gridato ai quattro venti -- tenete il governo fuori dalle ditte private; lasciate che gli affari si godano un'economia di libero mercato. Non solo le regolamentazioni governative dovrebbero essere minime, dicono, ma dobbiamo porre fine allo welfare, allo “Stato sociale”.

Naturalmente quello che loro vogliono dire è di non aiutare il singolo individuo; aiutate solo le aziende concedendo loro prestiti a basso interesse e significativi tagli alle tasse.

La Federal Reserve la scorsa settimana ha approvato un programma di prestito da $ 200 miliardi, a tassi significativamente inferiori di quelli di mercato, per aiutare le più grandi banche del paese. Ha anche creato una linea di credito praticamente illimitata per le maggiori venti compagnie di investimento in difficoltà. La scorsa domenica ha approvato una linea di credito di $ 30 miliardi per permettere al gigante finanziario JP Morgan Chase di rilevare il gigante finanziario in fallimento Bear Stearns.

Meno di un anno prima la Morgan Chase riceveva sussidi cittadini e statali per più di $ 750 milioni su di un periodo di 15 anni; con beni per circa 1.600 miliardi di dollari essa è la terza più grande istituzione finanziaria del paese. La vendita da $ 236 milioni, decretata e mediata dalla Fed e dal Dipartimento del Tesoro, include il grattacielo della Bear a New York e circa $ 30 miliardi di beni di un'azienda sul punto di dichiarare bancarotta. Le azioni della Bear, un anno fa, valevano circa $ 170; la Morgan Chase le ha pagate appena due dollari. Sino ad un terzo dei 15.000 impiegati della Bear, e diverse migliaia dei 175.000 impiegati della Morgan Chase, verranno probabilmente licenziati a causa dell'acquisizione.

Due volte negli ultimi tre anni la rivista Fortune ha giudicato la Bear Stearns come “la più ammirata compagnia della borsa”. L'azienda, vecchia di 85 anni, era sopravvissuta alla grande depressione del 1929 e a diverse recessioni; non è riuscita a sopravvivere all'attuale recessione, quella che George W. Bush non crede nemmeno che esista.


I problemi della Bear, come quelli di dozzine di grandi prestatori, provengono dalle aggressive pratiche di prestiti sub-prime. A quanto afferma il Center for Responsible Lending [Centro per un Prestito Responsabile n.d.t.] circa 1300 miliardi di dollari di prestiti sub-prime sono ancora in arretrato. L'avidità materialista di due anni fa, che portò a prezzi azionari gonfiati, è diventata il panico finanziario dell'ultimo anno in carica di George Bush.

Forse gli accordi da molti miliardi di dollari della Fed aiuteranno l'economia. George Bush afferma di “ seguire da vicino la situazione”. Egli dice che, sebbene vi sia “una grande incertezza”, le cose “non vanno poi così male”. Egli dice di volere che gli americani “ capiscano che, sul lungo termine, andrà tutto bene”.

Questa non è una gran consolazione per tutti quegli americani che stanno pagando più di tre dollari a gallone il gas, o per i 7.4 milioni di americani che sono senza lavoro, per i 2 milioni di americani che sono stati costretti a dichiarare bancarotta negli scorsi due anni, o per i milioni di americani, gran parte dei quali ha una storia lavorativa immacolata, che hanno già perso le loro case. Nessuno di loro è beneficiario del sistema governativo di welfare per le imprese.

Walter Brasch è un premiato giornalista che si occupa di temi sociali, è professore di giornalismo alla Bloomsburg University. Il suo diciassettesimo libro è "Sinking the Ship of State: The Presidency of George W. Bush" [Affondare la nave dello stato: la presidenza di George W. Bush]

Titolo originale: " Bailing Out the Banks: It's a Welfare State ... If You're Rich"

Fonte: http://www.counterpunch.org
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19.03.2008

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO