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In Italia nuova strage di api

di redazionale - 02/04/2008


Con la semina del mais, appena iniziata nel Nord-ovest, è cominciata anche la moria delle bottinatrici. Esodo verso la montagna per salvare gli apiari. Per gli apicoltori che se lo possono permettere è l’unico modo per salvare insetti e miele. L'appello per l'intervento del governo
Nuova strage di api in Italia. Dopo la scomparsa di metà delle popolazioni nel 2007, ora con la semina del mais appena iniziata nel Nord-ovest è ricominciata la moria di questi preziosi insetti impollinatori, che oltre a patologie della specie e siccità, soffrono per la presenza di insetticidi nelle sementi utilizzate dagli agricoltori. "Le perdite degli allevamenti apistici italiani contano quest'anno il 30-40% degli alveari - afferma Francesco Panella, presidente di Unaapi - senza api da campo, gli apiari non producono più miele. Per qualche apicoltore si tratta veramente di ricominciare da zero".

A lanciare l'allarme per il 2008 sono Legambiente e Unione nazionale associazioni apicoltori italiani. Insieme rivolgono un appello al governo per un monitoraggio sistematico dello stato degli allevamenti apistici e la sospensione degli insetticidi killer, aggiornando le procedure sul loro impatto ambientale. L'Italia, spiegano le due associazioni in una nota congiunta, distribuisce nelle sue campagne ben il 33% della quantità totale di insetticidi utilizzati nell'intero territorio comunitario (Eurostat 2007), a fronte di una superficie agricola utilizzata al di sotto del 10% del totale di quella europea.

Intanto tra gli addetti al settore è partito un vero e proprio esodo verso le colline e la montagna, nel tentativo di mettere in salvo gli apiari, dal 2000 alle prese con questi "neocotinoidi", veleni rilasciati dalle sementi nel periodo di semina. Anche in dosi infinitesimali, spiegano le due associazioni, uccidono tutti gli insetti con cui entrano in contatto, fino a chilometri di distanza dai campi di semina.

"Sono ormai anni che, nel nostro Paese e in Europa, gli apicoltori lanciano un pressante allarme sull'utilizzo dei nuovi principi attivi e dei nuovi formulati in agricoltura - aggiunge Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente - ma, ad eccezione di quanto avvenuto in Francia, questo allarme è rimasto inascoltato. Le api sono importanti sentinelle ambientali. È pericoloso e stupido, per la nostra salute e per la nostra economia, continuare a sottovalutarne la morte. A fare affari sono solo le holding della chimica".