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Iraq, in migliaia hanno disertato a Bassora

di Ornella Sangiovanni - 05/04/2008





La notizia circolava da giorni, per lo più sui blog e sulla stampa araba, ma ora è arrivata anche sul New York Times durante l'offensiva militare contro Bassora della settimana scorsa, in molti fra i soldati e i poliziotti iracheni si sono rifiutati di combattere, o hanno semplicemente abbandonato le loro postazioni.

Seondo il quotidiano newyorchese, che cita "un alto funzionario del governo iracheno", i disertori sarebbero stati più di mille. Fra loro, hanno detto funzionari delle forze armate di Baghdad, ci sarebbero decine di ufficiali. Almeno due sarebbero alti comandanti sul campo.

Finora di questo i media occidentali avevano parlato poco o nulla, ma la crisi creata dalle diserzioni nelle fila delle forze di sicurezza governative è stata talmente seria, che al fianco dell'esercito iracheno sono entrate in campo le milizie dei partiti sciiti di governo, in particolare la Brigata Badr, ala militare del Consiglio Supremo islamico iracheno (ex SCIRI), unico alleato rimasto al premier fra i partiti sciiti (oltre al suo – al Da'wa).

Un paio di giorni fa, il quotidiano iracheno Azzaman riferiva [in arabo], che, in segno di gratitudine, questi miliziani hanno avuto un riconoscimento diretto dal premier, e sono stati ricompensati: 10.000 di loro verranno assorbiti nelle forze regolari – qualcosa che, invece, il governo di Baghdad da tempo rifiuta di fare per i "consigli del risveglio", o "cittadini locali impegnati", o "figli dell'Iraq" che dir si voglia. Ovvero, le milizie sunnite, finanziate dagli americani e temporaneamente loro alleate, che stanno combattendo al Qaida in Iraq, e tanto hanno contribuito alla diminuzione della violenza nella provincia di al Anbar, e in alcune zone della capitale irachena.

Per questi, la situazione è diversa: sono sunniti, e Maliki e il suo governo di integrarli nelle forze di sicurezza non ne vogliono sapere, nonostante le pressioni degli americani, che avvertono che, se le cose continuano così, le cose potrebbero mettersi male.

Ad ogni modo, a Bassora il peso delle diserzioni si è fatto sentire, e il loro numero deve essere stato consistente, se, come dice Azzaman, l'assorbimento dei miliziani dei partiti sciiti di governo arriva in seguito al licenziamento di "migliaia" di ufficiali e soldati delle forze regolari.

Il New York Times su questo minimizza.

In particolare, riguardo agli ufficiali, le stime sul numero di quelli che avrebbero rifiutato di combattere contro l'Esercito del Mahdi, la milizia fedele a Muqtada al Sadr, durante l'offensiva di Bassora variano da alcune decine a oltre un centinaio, scrive il giornale americano.

Tuttavia, a detta di tre funzionari, fra coloro che sarebbero stati rimossi dall'incarico a causa del loro rifiuto ci sarebbero il colonnello Rahim Jabbar e il tenente colonnello Shakir Khalaf, rispettivamente comandante e vice-comandante di una intera brigata affiliata al ministero degli Interni.

A minimizzare è anche un alto funzionario delle forze armate Usa a Bassora citato dal quotidiano. Fra gli ufficiali – dice – i disertori sono stati "meno di una ventina al massimo", ma ammette che la cifra potrebbe aumentare man mano che procede la valutazione del comportamento degli ufficiali superiori.

Secondo gli americani, tuttavia, il grosso dei disertori non sarebbero stati ufficiali, ma reclute, appena uscite dall'addestramento di base, probabilmente – dicono – spinte troppo presto a gettarsi nella battaglia.

Il quotidiano arabo al Hayat alcuni giorni fa aveva citato [in arabo] alcuni dei soldati licenziati da Maliki. A Bassora, avevano detto, erano stati gettati in una situazione in cui si trovavano sotto il fuoco dei cecchini da tutte le direzioni. Non erano addestrati a sufficienza per i combattimenti di strada, sottolineavano.

Dal canto suo, il premier iracheno, che si è recato personalmente nella città del sud per dirigere le operazioni, ha riconosciuto che ci sono state diserzioni, ma non ha voluto dare cifre pubbliche.

Ha promesso comunque la linea dura.

“Tutti coloro che non sono stati dalla parte delle forze di sicurezza andranno di fronte ai tribunali militari", ha detto durante una conferenza stampa all'interno della Green Zone, la zona superfortificata di Baghdad dove si trovano molte ambasciate occidentali, e numerose sedi delle istituzioni irachene. “Entrare nell'esercito o nella polizia non è una gita o un picnic”.