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Realtà e finzioni dello scudo antimissile

di byebyeunclesam - 08/04/2008

 

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“La ricerca, condotta da Washington, della supremazia nucleare, aiuta ad esempio a spiegare la strategia di difesa missilistica. I critici della difesa antimissile argomentano che uno scudo, tipo il prototipo che gli USA hanno realizzato in Alaska e California, sarebbe facilmente sopraffatto da una pioggia di vere e finte testate lanciate dalla Russia o dalla Cina. Hanno ragione: anche un sistema multilivello, con elementi posti a terra, in aria, nel mare e nello spazio, molto probabilmente non saprebbe proteggere gli Stati Uniti da un massiccio attacco nucleare. Ma sbagliano a concludere che un simile sistema di difesa missilistica sia perciò privo di senso; allo stesso modo sbagliano i sostenitori della difesa antimissile secondo cui, per la medesima ragione, un tale sistema preoccuperebbe solo gli Stati canaglia e non le altre grandi potenze nucleari.
Ciò che entrambi gli schieramenti trascurano, è che una difesa antimissile del genere che, presumibilmente, gli Stati Uniti potrebbero dispiegare, andrebbe valutata principalmente in un contesto offensivo, e non in uno difensivo – come una aggiunta alla capacità statunitense di primo colpo, e non come uno scudo a sé stante. Se gli Stati Uniti lanciassero un attacco nucleare contro la Russia (o la Cina), il paese colpito rimarrebbe tutt’al più con un piccolissimo arsenale superstite. A quel punto, anche un sistema di difesa antimissile relativamente modesto o inefficiente potrebbe essere sufficiente a proteggere da attacchi di rappresaglia, perché il nemico devastato si ritroverebbe con pochissime testate (e finte testate).”

Oggi iniziamo a parlare del progetto di scudo antimissilistico che gli Stati Uniti vorrebbero installare in Polonia e Repubblica Ceca, proponendovi lo studio di Daniele Scalea dal quale abbiamo estrapolato la citazione precedente. Esso risulta utile soprattutto per inquadrare la questione dal punto di vista strategico-militare, mentre riguardo la valenza geopolitica diremo più avanti.
Buona lettura.