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La sparizione dei Verdi

di Guido Ceronetti - 17/04/2008

 

 

 

Legittime, opportune e necessarie le dimissioni di Alfonso Pecoraro Scanio: gli va imputata, come leader, la sparizione di ogni presenza verde nel nuovo Parlamento: caso unico, mi pare, in Europa. Poteva restare e risorgere, una pattuglia verde, grazie a una partecipazione condizionata alla lista di Veltroni. Saliti sul carro dei più perdenti, ai Verdi non è rimasto nulla Inoltre, l'eccessivo uso dei niet del ministro dell'Ambiente: probabilmente giusti, dico da ambientalista, ma l'aria che tira, con propagande incrociate determinate e tutte mirate a permettere qualsiasi scempio, è implacabilmente e ciecamente antiambientalista, fino all'odio - una politica meno rigida avrebbe salvato il salvabile. E adesso Berlusconi, immensamente distante da ogni istanza ambientalista, propone addirittura il taglio del ministero dell'Ambiente, stand di degustazioni a vuoto dei suoi precedenti governi. Se ne infischierà olimpicamente delle norme europee (del resto sempre più permissive e inadeguate) e procederà, tra gli applausi del chiaro e dell'oscuro imprenditoriale, in un laissez faire dogmatico verso le distruzioni di bellezza salvamondo e di qualità del vivere superstiti in un'Italia indifferente a che le si faccia a pezzi. Resta qualche fantasma, tra cui mi metto, che guarda impotente, che denuncia senza risposta. L'Affare, dappertutto, prevarrà scioltamente sulla Vita.