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Fuori dal cassonetto. La cosiddetta crisi dei subprime...

di Uriel - 18/04/2008

Mentre l' Italia celebrava il suo inutile e sciocco folklore politico, vediamo cosa succedeva nel mondo. Quello che conta, insomma, quello per cui la pasta nel piatto sa di pasta.
LA cosiddetta crisi dei subprime si stà rivelando per quello che e': la crisi strutturale della finanza americana.Non e' la crisi dell'economia: gli USA producono eccome. Anche troppo. E' una crisi della finanza. Il che significa che nel tempo le aziende americane diventeranno sempre piu' straniere.

La seconda fase, dopo il controllo finanziario, e' lo spostamento delle R&D. La terza e' lo spostamento delle industrie.

Questa debolezza si ripercuote sul dollaro, e questo sta producendo il suo crollo. Il crollo e' lento non perche' l'economia americana resista, ma perche' ogni abbassamento aumenta l'inflazione su scala globale. Se sentite dire che il cibo costa il doppio, che le cose aumentano, eccetera, e' perche' il dollaro  perde potere d'acquisto. E molte cose sono pagate in dollari.

Risultato: un'inflazione pesantissima sta colpendo il mondo intero. Noi non ce ne accorgiamo perche' c'e' l' Euro. Quando e' iniziata un dollaro valeva circa un euro. Oggi ne vale 1,5. Parliamo del 33% di inflazione. E' tanto. Noi non ce ne accorgiamo perche' c'e' l' Euro.

Ma l' Euro vale piu' dell'eurozona. Per una semplice ragione: e' visto come moneta di scambio piu' che come moneta di valore. Questo significa che se da un lato Trichet (che oggi ha ragione a temere l'inflazione, eccome!) sa facendo la cosa giusta, questa forza dell' Euro contrasta la possibilita' di continuare verso l'unificazione. Piu' si unisce l' Europa piu' l' Euro vale quanto l'economia europea (che non va cosi' bene come l' Euro) . Conviene quindi tenere disunita l'europa e lasciare l' Euro come moneta di scambio. E conviene ai cittadini, a noi. Perche' senza di questo, ci troveremmo con un 33% di inflazione.

I "no-euro" oggi sono solo degli idioti.

Bernanke e' un idiota. Lo ha dimostrato la sua reazione alla prima crisi subprime e lo dimostra la sua politica sui tassi: stampiamo altra moneta. Perche' abbassare i tassi significa questo. La piu' stupida reazione possibile ad un problema inflazionistico. Fare bene quanto Greenspan (sul quale ho dei dubbi , ma lasciamo pedere) e' difficile, Bernanke sta riuscendo a far rimpiangere persino la riforma valutaria di Solone.(che , tra l'altro, oggi come oggi non sarebbe una cattiva idea!)

Gli USA usciranno da questa situazione? No. Nessuno  si faccia illusioni, il secolo americano e' finito. I fattori sono diversi:

Rating. Gran parte delle agenzie di rating internazionale sono americane. Questo ha sostenuto la sopravvalutazione di quasi tutte le operazioni speculative avvenute su quel mercato. Non solo: l'anticipazione dei cambi di rating ha guidato gli investitori dove si voleva.

I cinesi hanno chiarito di avere un'entita' governativa che stila il rating per la banca centrale, e che tale rating non e' neppure pubblico. Stanno lasciando trasparire sempre piu' l'idea che le agenzie di rating esterne verranno prese sempre meno in circolazione.  A Basilea si mormora di fare qualcosa di analogo, piu' pubblico.Si oppongono gli svizzeri, ma alcuni hanno gia' cambiato idea.  Se consideriamo le leggi sul rischio bancario diffuse in tutta europa, un'agenzia di rating locale significherebbe il default per numerosissime entita' USA che vengono considerate in regola solo perche' sono americane. Bear Stearns e' un esempio: nessuno sapeva nulla. Omerta' completa.

Sarebbe ora di smetterla di coprire buchi solo perche' sono buchi americani.

La crescita dei prezzi sta diventando un problema politico per moltissime nazioni e specialmente per moltissimi governi. La soluzione e' di staccarsi dal dollaro. L'euro, sebbene immaturo, e' l'unica alternativa. Tornare alle economie auree e' impossibile perche' l'oro puo' solo crescere di valore ; la domanda mondiale e' di 3500 tonnellate annue, le estrazioni sono di 2500. Fissare una moneta all'oro significa trovarsi problemi deflattivi, che sono devastanti per il commercio.

Il dollaro si deprezzera' finche' non sara' finita la conversione, resa difficile dalla politica della BCE di lasciare invariati i tassi. Meno male, perche' si evita una crisi mondiale. Trichet si sta rivelando migliore di quanto non sembrasse. Un orologio fermo segna l'ora giusta due volte al giorno, un fissato dell'inflazione va benissimo se il problema e' l'inflazione.


Questo significa, nei fatti, un ruolo americano sempre piu' marginale. Gia' ora la UE commercia piu  con Cina e India che con gli USA. I trend sono in crescita. Quello con gli USA, nonostante il deprezzamento del dollaro, e' in calo. Houston, AVETE un problema.

Il marxismo si e' rivelato fallimentare su scala macroeconomica: e' sempre piu' chiaro che su scala macroeconomica i salari e la produzione sono fenomeni staccati. Occorre una nuova teoria dei salari, perche' tutte quelle precedenti non sembrano in grado di fornire risposte accettabili.

E' dimostrato che la produzione avvenga merci su merci(1), e che il medesimo modello sia predittivo usando i salari o meno. Il problema e' che, quindi, il livello salariale e' del tutto politico, almeno finche' non si trovera' una teoria economica che riesca a spiegare il salario nei meccanismi MACRO economici. Nei meccanismi microeconomici va bene Marx. Su scala nazionale e' scorretto.

Non si vedono all'orizzonte teorie del genere.

Di tutto questo ovviamente i giornali parlano poco. I nostri politici non lo sanno neppure, ne' a destra ne' a sinistra.

Il ratto nel cassonetto lo sa, e si prepara a difendere il suo cassonetto dai futuri barboni. Presto, anche il cassonetto sara' attraente. Non vi illudete: presto ci sara' di peggio, rispetto al lavoro precario.






(1) Questo implica che la leva per la crescita e' l' IVA, e non l' irap, o come si chiama ora.