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Normativa sui pagamenti: anti-riciclaggio o signoraggio?

di Manuel Zanarini - 18/04/2008

 

Dal 30 Aprile prossimo le abitudini di noi italiani cambieranno notevolmente. In quella data entrerà in vigore il Decreto 231 del Novembre scorso, emanato a seguito della Direttiva 2005/60/CE, contenente norme “antiriciclaggio e finanziamento del terrorismo”.

In sostanza la normativa prevede: divieto di pagamenti per cifre superiori ai 5mila Euro; divieto di emettere assegni non nominativi; per assegni riguardanti cifre superiori i 5mila Euro, obbligo di apporre la clausola “non trasferibile”; per assegni nominativi inferiori ai 5mila Euro, possibilità di farli trasferibili ma solo pagando 1,5 Euro a modulo e apponendo il codice fiscale del girante; per gli assegni “a me medesimo”, scatta l’obbligo di incassarli presso una banca o presso gli uffici postali da parte dell’emittente.

Come detto la scusa di tale provvedimento consiste nel prevenire il riciclaggio che potrebbe sfociare nel finanziamento del terrorismo.

Il fatto che sia una balla è chiaro a tutti. Qualcuno crede che Al-Qaeda sia finanziata da un assegno che do all’imbianchino cha a sua volta viene girato al lattaio sotto casa?

Abbiamo già scritto di come finanziamenti per diversi milioni di Euro girino dentro Clearstream, le indagini della magistratura hanno scoperto i conti in Lussemburgo e ogni giorno scoprono “campioni” sportivi che evadono decine di milioni all’anno inventandosi residenze all’estero, altro che assegni o pagamenti in contanti!

Si dice anche che siano norme per colpire il “nero”. Onestamente non capisco come. Si parla di pagamenti sopra i 5mila Euro, ma questi possono benissimo avvenire dietro regolare fattura, cosa c’entra l’evasione fiscale? Lo stesso dicasi per gli assegni. Poi scusate, ma se io incasso 5mila Euro in “nero” e li verso in banca, ci vuole sempre il Fisco che si metta a controllare i miei conti, quindi siamo punto e a capo!

Io penso che la verità sia un’altra.

Ricordo che ormai l’Italia è in mano alle banche, alla Goldman Sachs in particolar modo (si veda l’articolo sui veri padroni dell’Italia a riguardo), quindi è ovvio che le normative riguardanti i rapporti con le banche vadano letti con molta attenzione.

A me pare che i meccanismi previsti dal Decreto siano mirati a far girare il meno possibile titoli o contanti, cercando di farli passare il più possibile dalle banche. Infatti vengono rese molto difficili le “girate” e addirittura vietato il pagamento in contanti per cifre sopra i 5mila Euro, che sembra una cifra clamorosa ma basterebbe restaurare una stanza di una casa per sforare abbondantemente.

Preliminarmente vorrei far notare come questa norma leda la libertà di noi tutti. Se voglio restaurare il mio appartamento ma non voglio avere un conto in banca, come dovrei fare?

In realtà si vuole far sì che ogni cittadino sia costretto ad aprire conti in banca e a far passare dagli istituti di credito quasi ogni pagamento. Come mai?

Vi ricordate quando parlammo del signoraggio secondario? Ecco un’applicazione concreta.

Come dicemmo la banca conteggia nel proprio patrimonio anche i titoli versati e i soldi depositati. Questi servono per poter emettere i prestiti, ovviamente aumentati per svariate volte come avemmo modo di spiegare, e su queste cifre le banche attuano i tassi d’interesse e guadagnano cifre mostruose.

E’ chiaro che in un momento di scarsa liquidità, le banche hanno tutto l’interesse che anche il minimo pagamento passi attraverso le loro casse, e non vengano invece fatti girare assegni mai depositati, affinché possano aumentare i loro capitali e con essi aumentare i guadagni del signoraggio secondario derivanti dagli interessi che dovremo pagare.

D’altronde quando un Paese è governato da una banca privata, chi volete che ci rimetta?

 Senza contare che la normativa segue una direttiva di Bruxelles, ormai definitivamente in mano alla BCE!