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Forze armate israeliane, un esercito di “impuniti”

di Carlo M. Miele - 21/04/2008




Secondo Amnesty International (Ai), “la cultura dell'impunità presente all'interno delle forze armate israeliane (Idf) contribuisce al costante ricorso all'uso sconsiderato e sproporzionato della forza”.

Un esempio in merito si è avuto nel corso degli attacchi nella striscia di Gaza dello scorso fine settimana, nel corso dei quali – dice Human Right Watch (Hrw) – l’equipaggio di un carro armato israeliano ha aperto il fuoco “in maniera sventata e deliberata” contro i civili.

La duplice denuncia da parte delle due note ong arriva a pochi giorni dalle operazioni militari lanciate da Israele nella striscia di Gaza, in cui sono morte almeno 18 persone (tra cui bambini e altri civili estranei ai combattimenti).

Queste operazioni “paiono essere state caratterizzate dal disprezzo per le vite civili”, si legge nella nota emessa da Ai, che cita il caso di Fadel Shana, cameraman 23enne della Reuters, colpito mentre si trovava a bordo di un veicolo che riportava chiaramente la scritta “TV-Press” dalle schegge di un proiettile esploso da un tank che l'operatore stava filmando.

Su questo punto il commento di Amnesty International è che “Fadel Shana pare essere stato ucciso deliberatamente, sebbene fosse un civile che non stava prendendo parte ad alcun attacco nei confronti delle forze israeliane”.

Gli stessi sanguinosi episodi nella Striscia hanno attirato l’attenzione di Hrw.
In particolare l’ong internazionale con sede negli Stati Uniti concentra la sua attenzione sulla morte di Shana e di altri tre civili, citando le inteviste effettuate a testimoni oculari, abitanti della zona e colleghi del giornalista, oltre che le prove raccolte sul campo.

Al momento dell’uccisione del reporter “non vi era attività militare da parte dei miliziani palestinesi”, conclude Hrw, secondo cui “esistono le prove che l’equipaggio del carro armato israeliano abbia fatto fuoco in maniera deliberata sul giornalista”. 

“Prima di aprire il fuoco, i soldati israeliani non si sono assicurati di puntare un obiettivo militare, e vi sono le prove che suggeriscono che di fatto abbiano preso di mira i giornalisti”, ha dichiarato Joe Stork, direttore per il Medio Oriente di Human Rights Watch.

Per queste ragioni Hrw ha chiesto al governo israeliano di aprire un’indagine indipendente sull’incidente, e di rendere pubbliche le sue conclusioni.
 
Una richiesta avanzata anche da Amnesty International, secondo cui è necessaria “un'indagine indipendente e approfondita (da parte di Tel Aviv, ndr) sulle uccisioni di civili palestinesi compiute la scorsa settimana dal suo esercito nella striscia di Gaza”.