Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Sviluppo insostenibile

Sviluppo insostenibile

di Marco Cedolin - 22/04/2008

 

 

 

 

Il relatore speciale ONU per il diritto al cibo Jean Ziegler ha recentemente accusato le multinazionali di praticare una sorta di “violenza strutturale” nei confronti dei paesi poveri, mettendo di fatto pesantemente in discussione il neocolonialismo dello “sviluppo” attraverso il quale l’Occidente, con la compiacenza dei maggiori organismi internazionali come la Banca Mondiale e la stessa ONU, ha sradicato culture millenarie ed economie di sussistenza basate sul rapporto armonico con la natura, causando l’impoverimento d’interi continenti.

Jean Ziegler in un’intervista al giornale austriaco Kurier am Sonntag ha affermato che “l’aumento globale dei prezzi del cibo sta conducendo a un silenzioso omicidio di massa” aggiungendo che “la crescita dei biocarburanti, le speculazioni dei mercati ed i sussidi all’esportazione messi in atto dall’Unione Europea, qualificano l’Occidente come il vero responsabile per la morte per fame nei paesi più poveri. Ziegler ha anche accusato la globalizzazione, colpevole di “accentrare il monopolio fra i ricchi della terra” e ha detto di ritenere probabile che la gente costretta a morire di fame giunga a ribellarsi contro i suoi persecutori, come già sta accadendo in alcuni paesi africani quali Camerun, Egitto e Burkina Faso, dove la crescita di circa il 40% del prezzo dei beni alimentari sta scatenando malcontento e sommosse.

 

I catastrofici effetti del colonialismo dello sviluppo stanno evidentemente iniziando a manifestarsi in maniera sempre più evidente, se perfino personaggi facenti parte degli organismi internazionali che lo hanno sempre fattivamente sostenuto, come Jean Ziegler, iniziano ad esternare con forza critiche e preoccupazioni aventi per oggetto la condotta politico/economica finora espressa dall’Occidente nei confronti dei paesi poveri e addirittura il segretario generale dell’ONU Ban Ki – moon, in occasione dell’apertura della conferenza internazionale sullo sviluppo organizzata  in Ghana, si è dichiarato molto preoccupato per la situazione ed ha invitato la comunità internazionale a prendere in tempi brevi misure per arrestare l’aumento del prezzo dei generi alimentari.

Qualunque presa di coscienza concernente le conseguenze deleterie del sistema sviluppista, imposto spesso con la forza al resto del mondo, sembra comunque rivelarsi estremamente tardiva, arrivando a prendere corpo solamente ora che le devastanti conseguenze dello sviluppo iniziano a palesarsi drammaticamente anche all’interno della stessa società occidentale, sotto forma di degenerazione dell’ambiente, disoccupazione, insicurezza economica, mancanza di prospettive per le nuove generazioni e tensioni sociali.

Occorre un’alternativa al dominio delle multinazionali e dell’economia globalizzata, ma soprattutto occorre la volontà di realizzarla in tempi brevi, prima che gli effetti dello sviluppo diventino irreversibili e qualunque strada differente divenga per forza di cose impraticabile.