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Valute locali: la moneta del Chiemgauer

di Franco Di Primio - 23/04/2008

 

Valute locali: la moneta del Chiemgauer



Sarà la storia di un successo, quella delle monete locali, che in Germania attecchiscono su di un terreno dei più propizi e noi vogliamo percorrerla insieme, muovendo dal Chiemgauer e le primissime impressioni di un modello-esempio che si riverbererà presto in altre provincie ed anche molto più a nord della Baviera.
Che sensazione strana e, ad un tempo inquietante, immaginarsi la Francoforte degli usurocrati contrapposta - ben al di là del suo skyline da metropoli americana- ad un lindo e ridente paesino delle prealpi bavaresi : l’architettura come specchio di due anime ed antitetiche culture, se mai può dirsi tale quella dei banchieri. Da una parte la piccola Chicago, come la definiscono gli stessi tedeschi, che ben farebbe “onore” alle visioni alienanti di un Fassbinder, i cui anonimi (e, direi pure, sinistri) grattacieli, torreggianti templi del denaro, ben suggeriscono la matrice da cui si sono originati : quel modernismo progressista liberal-capitalista quale insano bubbone, un moloch che tutto fagocita e insaziabile si accresce a dismisura a scapito di un corpo, la società umana assoggettata, da cui sugge, senza nulla dare, sin le ultime e più vitali risorse, , Dall’altra parte Prien am Chiemsee nel tradizionale tipico Heimatstil con le sue guglie aguzze, i tetti spioventi delle pittoresche “Fachwerkhoiser”, caratteristiche di una concezione di vita e di un habitat ancora a misura di uomo, un paesino che ci auspicheremmo ancora intatto dai nefasti effetti di una globalizzazione, che miete le sue vittime sopratutto nelle lande di provincia. Qui una moneta “fatta in casa” costituiva il giusto correttivo per il rilancio delle economie locali e regionali e anzi, sopratutto laddove la situazione finanziaria dei Gemeinden (comuni) va ormai incontrovertibilmente incancrenendosi, l’ultima speme di esperire un efficace antitodo contro l’inarrestabile ed inspiegabile “mattanza” di gestioni pubbliche in bancarotta; un male oscuro, di fronte al quale i politici di ogni rango e colore si dimostrano tutti indistintamente ottusi, nonostante si sia vieppiù allargata a macchia d’olio sino ad investire - subdola ed invisibile peste del nostro tempo - anche città basonate quali Colonia o addirittura la stessa Berlino, capitale di uno stato che sembra anch’esso latitante e in disarmo.
Di tutto questo i cittadini di Prien non crediamo fossero peraltro consci. L’iniziativa di abiurare all’€uro e la sua regia di Francoforte partì infatti da una sparuta minoranza illuminata dalle menti più perspicaci, mentre le voci raccolte tra la gente ci danno piuttosto lo spaccato della ignavia della maggioranza più o meno sprovveduta.
A monte di tutto troviamo solo sei ragazze studentesse, la titolare di un negozio di prodotti biologici ed il presidente del Wirtschaftsforum Max Erhard, nelle vesti di consigliere sovraintendente alle finanze. Cosa li ha spinti alla creazione di questa moneta locale già fregiata del titolo Voralpen-Waehrung ? (2) Certamente si sono fatti interpreti di un diffuso disagio ed una avversione naturale per il “teuro” (gioco di parole con teuer: caro) a seguito del rincaro dei prezzi, suffragata ahimè dai fatti dopo il suo avvento forzato e la convinzione, che non fu portato avanti per gli interessi delle comunità.
Abbiamo visto coi nostri occhi il Chiemgauer: stampato su carta speciale, ritagliato a mano con un ologramma di sicurezza antifalsificazione, coniato uno per uno e infine provvisto della firma delle dette....ragazze, tra le quali Miriam Fochler; un momento, non sarebbe stato più plausibile e “conforme” la firma di un novello governatore della Banca Centrale delle prealpi bavaresi? O non si dequalificherebbe come Arlecchino chi pensasse di calarsi, o meglio qui ergersi, a simil ruolo?
Ad onta dei detrattori, cui piaccia pure la nota ironica, o di quanti ne hanno colto solo la dimensione più “coloristica” e folcloristica, noi spezziamo senza meno una lancia a favore dell’iniziativa, benché le sia mancata ancora qualcosa... cosa ? La volontà della cittadinanza forse ? Non dimentichiamo la parte davvero nulla recitata dall’opinione pubblica nell’introduzione dell’€uro, imposto dai burocrati banchieri contro lo stesso parere sfavorevole dei massimi ed acclamati esperti: poco importa, quindi, se non c’è stato il consenso unanime di tutti i cittadini, perché una divisa locale per essere valida, entro i limiti urbani o comunali, non necessita che dell’avallo dell’autorità, sia esso il sindaco o l’assessore alle finanze, se essi sono sordi all’iniziativa, non per questo ne sarà inficiato nell’essenza, la validità dell’iniziativa, stante comunque il riconoscimento della moneta, ancorché ridotto alla cerchia più ristretta, entro la quale s’intende farla circolare e questa a Prien si è espansa, sin dagli esordi, fino ad una ottantina di piccoli negozianti e commercianti al dettaglio convenzionati e assomma oggi a ben oltre 500 esercizi: per ogni Chiemgauer accettato, si impegnano a contribuire con risibili 2 cent alle spese di amministrazione, + 3 cent da destinare a fin di bene per associazioni no-profit, e così, grazie alla trasparenza, la partecipazione diretta, il non essere più fremdbestimmt, l’indipendenza, cioè, da una istituzione estranea e prevaricatrice, dalla quale non vogliono farsi menare, per così dire, con le dande, o sia solo per una certa Bodenstaendigkeit una solidarietà, tipica dei bavaresi, con le proprie radici, essi ne hanno tratto un vantaggio, il maggior afflusso di clienti, a conti fatti superiore alle perdite di valore.
E’una moneta convenzionale, quindi, che per la riconversione, dopo essere stata scambiata alla pari presso un botteghino, fa comunque riferimento all’euro - sarebbe qui inesatto dire che ne è coperta, se è vero che anch’esso, l’euro, non è convertibile, e non è un caso se è privo della classica nota “pagabile a vista al portatore”.
Il Chiemgauer è come il classico sassolino nello stagno, è sperabile che siano capaci, i suoi creatori, di potenziarne le valenze e produrre cerchi concentrici sempre più ampi, dal circolo di quanti l’hanno scelto per convenzione fino a consolidarsi come moneta comunale, per riproporre anche altrove questa sorta di zona di protezione, un po’come lo era nel Medioevo la “Bannmeile” con una propria esclusiva giurisdizione; se gli aderenti acquistano solo nei negozi convenzionati, è come se solo questi detenessero, di fatti, il privilegio esclusivo di esercitare entro quel territorio. Ma gli orizzonti sono qui molto più vasti. In quanti hanno capito il laboratorio S.I.M.E.C. come esperimento suscettibile di ulteriori sviluppi, traslabile su macro-dimensione, ossia detta moneta alternativa potrebbe prefigurare nel piccolo determinate funzioni di anti-banconota, fare scuola cioè, sino ad assurgere, sotto l’egida di una politica che sappia ri-appropriarsi della sua sovranità su scala nazionale, a moneta cosìdetta di stato, e pertanto, strettamente apparentata con quella che il professor Auriti preconizzò, di popolo. Probabilmente, anche se è stata finora tollerata, è quel che paventano più di tutto, come il diavolo l’acqua santa, i vertici delle grandi banche, che , sconfinando oltre certi limiti di complementarità, il Chiemgauer si affermi inopinatamente non solo come moneta parallela, ma come veicolo trainante di una economia “rettificata” e sanata, assolutamente inconciliabile, questo, con la loro vera ed inconfessabile ragion d’essere.
Nota extra: siamo solo agli inizi, ma se davvero dovesse travalicare i confini del Chiemgau o riaffacciarsi in altri luoghi di volta in volta con differenti denominazioni, e la Banca centrale intendesse a un certo punto vietarne la diffusione, si porrebbe certo la questione della liceità di un simile intervento, in quanto che essa - pur indipendente dal governo - non è affatto legittimata da volontà popolare.
La disputa si infiammerà inevitabilmente sulla problematica della sovranità: un mezzo di pagamento, quale che sia, è, al giorno d'oggi, di per sé privo di valore e solo uno stato sovrano (saremmo tutti noi) e non defraudato di questo fondamentale diritto, avrebbe o dovrebbe avere, la potestà di conferire questo valore imponendone dall'alto il riconoscimento, e non già delle istituzioni private, quali sono in genere, attualmente, le banche centrali (vedasi pure "La moneta alternativa e le grandi opere" in Rinascita n.52/07.