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Cromo esavalente? chi è costui?

di Stefano Montanari - 24/04/2008

     
  

Pubblico con il permesso dell'autore questa lettera. Robrerto Topino è un medico del lavoro.

 

Caro Stefano,

 Un signore che si chiama Marco Bava mi ha dato una serie di documenti. Ho letto tutto, si direbbe che i dirigenti del comune di Torino non sapessero cos'é il cromo esavalente e che abbiano badato soltanto al profitto.Allego alcune considerazioni, che ho riassunto dai documenti ottenuti. E' sicuramente roba che scotta parecchio!

Sono criminali senza scrupoli o sono ignoranti?Sanno di cosa parlano o fanno finta di non sapere?Poi ci dicono di bere tranquilli l'acqua, che andrà fin nello spazio!Qualcuno dell'opposizione potrebbe piantarci la vigna chiedendo ai cittadini se sanno chi hanno votato come sindaco.E avrebbero pure ragione!Questa amministrazione fa acqua da tutte le parti, ma non bevetela!Contiene cromo esavalente, nichel, ecc. 

Cromo esavalente nel comprensorio della Spina 3, area Vitali, di Torino e precisamente nel quadrilatero compreso tra via Borgaro, via Verolengo, via Orvieto e corso Mortara. Nel corso delle indagini ambientali condotte nel 2002 presso la sede dell'ex acciaieria Vitali a Torino, è stata riscontrata una situazione di contaminazione dovuta alla presenza di Cromo esavalente in concentrazioni eccedenti il limite di 5 µg/l fissato dal DM 471/99 per le acque sotterranee, con un massimo pari a 455 µg/l in corrispondenza del pozzo di monitoraggio P4.

La sorgente principale del Cromo esavalente è stata individuata nelle vasche

di neutralizzazione e filtrazione, nonché nell'area di terreno dove era presente la lavorazione di cromatura. In virtù dell'elevato valore di Cromo esavalente riscontrato, è stata decisa l'installazione di un sistema di pompaggio e di trattamento con solfato ferroso dell'acqua di falda, definito Pump & Treat, che, come prevedibile, ha dato risultati modesti.Gli ultimi monitoraggi indicano che i valori di concentrazione del Cromo esavalente, dal 2003 al 2005, sono rimasti superiori ai valori stabiliti dal DM 471/99 e dal DLgs 152/06 e pressoché costanti sia nell'area dello stabilimento, che immediatamente a valle di esso.

Un documento del 7 settembre 2006 precisa che la principale contaminazione nella falda è costituita dal Cromo esavalente in concentrazioni, rilevate in occasione delle più recenti campagne di monitoraggio della falda, fra 10 e 50 µg/l, con un picco di 282 µg/l, presso il già citato pozzo P4. Il sito dell'acciaieria, fin dall'inizio del '900 sede di attività di tipo industriale siderurgico, ha una superficie di 250.000 metri quadri, che dovrebbe essere destinata ad uso pubblico e residenziale.Tale area è risultata contaminata da scorie di acciaieria con superamento dei limiti consentiti da parte dei principali metalli pesanti (nichel, cromo e cromo esavalente).

L'inquinamento è stato riscontrato anche all'esterno del sito, dove sono stati trovati degli strati di riporto contenenti scorie di acciaieria. Il volume delle scorie è stato stimato in circa mezzo milione di metri cubi.Sono stati riscontrati anche altri contaminanti in quantità superiore ai limiti.Visto l'elevato volume di scorie di acciaieria presente e considerato che il costo di conferimento in discarica è stato stimato pari a circa 80 milioni di euro (nel 2003), l'intervento di rimozione di tutta la massa dei rifiuti è stato valutato non compatibile con il valore dell'area.Non è stato identificato rischio di contaminazione della falda derivante dalla permanenza in sito di queste scorie (sic!).

E' stato deciso di rimandare ad un approfondimento con la SMAT la decisione di autorizzare lo scarico delle acque provenienti dal trattamento nella rete fognaria o nelle acque superficiali.

Le determinazioni più recenti consistono nella preclusione alla realizzazione di pozzi ad uso idropotabile, nell'area costituita dalla prevedibile estensione della situazione di contaminazione da cromo esavalente dopo un tempo di 50 anni.La Provincia ha richiesto alcune integrazioni perché ritiene che dopo lo spegnimento dell'impianto Pump & Treat, con un possibile nuovo aumento dei valori di Cromo esavalente, bisognerebbe installare un pozzo di monitoraggio nel punto limite presunto di contaminazione.

La Provincia ha anche richiesto un monitoraggio di carattere permanente e la registrazione sugli strumenti urbanistici dei vincoli derivanti dal permanere di acque sotterranee contaminate, al fine di garantire nel tempo la tutela della salute pubblica ed una adeguata protezione dell'ambiente. Il cittadino potrebbe porsi alcune domande:

Non era il caso di informare la popolazione, che sembra all'oscuro di tutto?

Non conveniva bonificare l'area subito invece di programmare interventi di monitoraggio per 50 anni?

L'acqua e la salute delle persone non sono beni preziosi?

Non valgono di più del costo stimato per la bonifica?

Perché in nessun punto dei documenti acquisiti viene precisato che il Cromo esavalente è un cancerogeno di prima classe al pari del benzene, dell'amianto, delle ammine aromatiche e delle radiazioni ionizzanti? 

Ciao, 

Roberto