Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Meno biodiversità, più malattie

Meno biodiversità, più malattie

di redazionale - 24/04/2008

Wwf, scoperte nuove specie in Vietnam
Fa male alla natura ma anche alla salute. Uno studio sui possibili effetti negativi della diminuzione della biodiversità sulla ricerca medica. I dati del libro Sustaining Life, pubblicato dal Centro ricerche mediche dell'Università di Harvard/ Vai al sito
Squali, anfibi, granchi reali e pini rappresentano uno scrigno preziosissimo che custodisce una nuova generazione di antibiotici, antitumorali e antidolorifici capaci di aiutare milioni di malati in tutto il mondo.
A dirlo sono gli oltre cento esperti autori del libro 'Sustaining life', pubblicato dal Centro ricerche mediche dell’Università
libro Harvard
di Harvard e promosso dal Programma delle Nazioni unite per l'ambiente (Unep) e dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn).

La perdita della biodiversità quindi non è solo un problema ambientale. L'estinzione di numerose specie animali e vegetali rappresenta la distruzione del più grande laboratorio di ricerca medica esistente: Madre Natura. L'esempio più curioso citato dagli esperti è quello della rana australiana Rheobatrachus: capace di far crescere i piccoli nello stomaco della madre senza che questi vengano attaccati dagli enzimi digestivi, potrebbe produrre sostanze utili alla cura dell'ulcera peptica, che colpisce solo negli Stati Uniti 25 milioni di persone. Ma anche gli altri componenti della classe degli anfibi non sono da meno: la rana Panama, per esempio, produce la pumiliotossina utile per il trattamento dei disturbi cardiaci, quella ecuadoriana secerne alcaloidi che sono potenti antidolorifici, mentre altre specie ancora producono sostanze capaci di ridurre l'ipertensione.

Una mano alla ricerca sull'osteoporosi, responsabile ogni anno della morte di quasi 700 mila persone nel mondo per frattura del bacino, potrebbe venire da alcune specie di orsi, che durante il letargo depositano e non perdono
Scimmia
Scimmia
materiale osseo. Gli squali, invece, producono la squalamina, una sostanza sotto indagine da parte degli scienziati per le sue proprietà antitumorali e antibiotiche.
Perdita di memoria e Alzheimer, potrebbero essere contrastati da alcune molecole prodotte da una gimnosperma, il ginko, che sembrerebbero utili anche per epilessia e depressione.
Da un mollusco marino della famiglia delle Conidae, invece, arriva il ziconotide, un composto che pare essere mille volte più potente della morfina, e che in diverse sperimentazioni cliniche ha già dimostrato di procurare sollievo per i malati terminali di cancro e di Aids.

«Se l'estinzione è allarmante già di per sé - spiega Jeffrey Mcneely, uno degli autori del volume - questo libro dimostra che molte specie possono salvare vite umane. Se abbiamo bisogno di buone ragioni per conservare le specie, il libro ci offre dozzine di esempi drammatici».
Proprio di questo si parlerà anche a Bonn, in Germania, durante il Congresso sulla diversità biologica dell'Unep che si svolgerà a maggio. In questa occasione i delegati di 190 paesi, membri della società civile e rappresentanti delle industrie si confronteranno su come rallentare la perdita di biodiversità entro il 2010.