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L'idea della metamorfosi: l'archetipo del mondo pensante, la creatività della scienza

di a cura di francesca rachele oppedisano - 27/04/2008

Fonte: luxflux

 Rudolf Steiner: una prospettiva ermeneutica

 

Lieta, or son molt'anni, Impegnata era la mente A scoprire come vive La natura nel creare. Ed è sempre l'Uno eterno Che in più forme si disvela, Parvo il grande, grande il parvo, Tutti al modo loro proprio. Sempre vario, sempre quello, Presso e lungi, lungi e presso, Così forma Egli e trasforma. Per stupirne io sono qui

(J.W. Goethe, Parabase )

Steiner inizia a documentarsi sulla produzione scientifica di Goethe a partire dal 1879, anno in cui intraprende gli studi di matematica e scienza all'Università di Vienna. Tra il 1882 e il 1897 cura l'edizione delle opere scientifiche di Goethe per la Kürschners "Deutsche National-Litteratur". Nel 1886 viene chiamato presso l'Archivio di Goethe e Schiller a Weimar per collaborare all'edizione dell'opera omnia di Goethe per la "Sophien-Ausgabe". Nello stesso anno pubblica Linee fondamentali di una gnoseologia della concezione goethiana del mondo e nel 1897 La concezione goethiana del mondo, in cui presenta i suoi studi fino ad allora condotti sul poeta scienziato. L'importanza del pensiero goethiano viene più volte ribadita da Steiner in numerose conferenze. La più importante é quella tenuta a Vienna il 9 Novembre 1888 presso la Wiener Goethe-Verein, dal titolo Goethe als Vater einer neuen Ästhetik (Goethe padre di una nuova estetica: Steiner, 1888 GA, 271). La figura di Goethe si pone di fronte a Steiner come l'esempio nietzschiano del primo "esercizio preliminare" Goethe è stato capace di plasmare se stesso attraverso la messa in opera di un pensiero libero e creativo. La sua produzione artistica e scientifica si offre alla sensibilità di Steiner come il principio di una nuova e moderna visione del mondo dove filosofia, scienza e arte si possono efficacemente integrare nel processo conoscitivo delle forze che operano nella produzione dei fenomeni della natura. Goethe è inoltre per Steiner l'artista che ha sentito come vera e urgente la necessità di passare dall'attività poetica allo studio scientifico dei fenomeni della natura, colui che in questo passaggio, conservando inalterata la propria identità creativa, ha reso possibile valicare i limiti della conoscenza sensibile senza cadere nel trascendentalismo kantiano. Infine egli rappresenta l'artista scienziato che, nell'intento di superare la dicotomia metafisica tra l'Essere e l'Ente, ha individuato il carattere essenziale del processo conoscitivo nella dinamica perenne del divenire e non già nella stasi rarefatta del divenuto: "...in essa (nella natura) è eterna vita , divenire e moto e tuttavia non progredisce. Si trasforma eternamente..." ( Rudolf Steiner, Grundlienien einer Erkenntnistheorie der Goetheschen Weltanschauung, Verleger Spemann, 1886) e l'arte, nel lasciare libero il diveniente di divenire, è in grado di determinarsi come vero strumento di conoscenza. Secondo Steiner l'arte costituisce per Goethe: una delle rivelazioni della legge primordiale del mondo; la scienza l'altra..., lo scienziato s'immerge nel profondo della realtà per esprimerne in forma di idee le forze propulsive, l'artista cerca di plasmare, secondo quelle stesse potenze propulsive, la propria materia. (Steiner, GA 1: 95) Operare nella ricerca scientifica dopo avere sperimentato la messa in opera del pensiero artistico, porta con sé una visione della scienza in cui questo stesso pensiero creativo continua ad agire e a voler mantenere, nel campo scientifico, la stessa libertà di creare data all'artista. In tale mantenimento "vi è un trapasso oggettivo dall'arte alla scienza, un punto nel quale entrambe si toccano, in modo che la perfezione in un campo esige la perfezione nell'altro." (Steiner, GA 1: 94). Questa libertà artistica insiste, in luogo di ciò che si dispone ai sensi dell'analisi scientifica, cercando nel fenomeno visibile ai sensi l'invisibile dei sensi; soltanto attraverso questa modalità della volontà di conoscenza si rende possibile per Goethe una ricerca libera dagli assiomi della scienza. A questo punto la natura si presenta a Goethe come teorema, come discorso già divenuto sulla cosa, e l'arte come problema (Steiner, GA 1: 95): l'arte si occupa delle molteplici forme del divenire della natura, dalle quali è data la possibilità di pervenire, per strade diverse, agli "archetipi delle cose", all'immutabile nel perenne mutare (Steiner, 1888, GA 271: 169). La scoperta dell'osso intermascellare, prima negli animali poi anche nell'uomo, permette a Goethe di pensare ad un "Tipo generale": il Tipo non è un individuo al di sopra degli altri, sintetizza le parti e le rispettive differenze morfologiche degli organismi: "alla base di ogni trattazione sulle piante e sugli insetti deve stare il concetto di una trasformazione successiva di parti identiche, l'una accanto e dopo l'altra", poiché: le parti organiche della pianta che cadono sotto i nostri sensi, foglie, fiori, stami e pistilli, i più diversi involucri e qualunque altra cosa sia dato osservare, sono tutti organi identici che gradualmente si modificano, sino a divenire irriconoscibili, attraverso una serie di successive operazioni vegetative. (cors. nostro) Il compito dell'artista in veste di scienziato è quello di indagare le possibilità, oltre ciò che ci è dato osservare, delle forme dei fenomeni, non ciò che in sé è già stato determinato per quello che essi sono in natura, ma per quello che potrebbero essere. Così ha senso per Steiner la seguente proposizione goethiana: "Tutto ciò ch'è fatto è già teoria" (Steiner, GA 1 : 243) poiché "nello spirito umano si manifesta un elemento ideale, quando esso contempla un fatto." (Steiner, GA 1: 243). Solo in questo perenne idealizzare può agire il pensiero dell'artista che sente il bisogno di distogliersi dal troppo umano per percepire l'Essere dell'Ente come appartenente al Tutto, come forma tra le altre in cui l'entità umana compartecipa del divenire del mondo: Nell'arte la realtà sensibile viene trasfigurata perché essa appare come fosse spirito. La creazione artistica non è una imitazione di qualcosa di già esistente, ma una creazione scaturita dall'anima umana del processo della natura. (Steiner, 1888, GA 271:28) Il processo in divenire è un processo formale concatenato e in movimento, è in sostanza il concetto della metamorfosi delle forme della natura a cui Goethe perviene attraverso l'osservazione della natura stessa. Per mezzo del recupero di questa scoperta goethiana Steiner intende porre in evidenza il ruolo fondamentale del pensiero creativo che rende l'uomo libero di sorpassare le forme della natura, legittimando il suo impulso a creare. Goethe "riconobbe inoltre in tale forma fondamentale (l'archetipo della pianta primordiale) la possibilità di infinite variazioni, per cui dall'unità deriva la molteplicità" (parentesi nostra. Steiner, GA 1: 15). La tensione delle molteplici forme verso l'unità implica che esse non debbano essere considerate come forme finite e chiuse in loro stesse, come perfezione unitaria e di per sé valida ad esempio del Tutto, poiché questa forma del divenuto: "non corrisponde più del tutto all'idea che vi si manifesta" (Steiner, 1888, GA 271: 19). Il molteplice che tende all'unità e che aspira alla perfezione, rappresentato da Goethe dall' Idea della pianta primordiale, segnala l'imperfezione dei singoli fenomeni. Ma attraverso la loro osservazione spiando "la natura mentre crea" (Steiner, 1888, GA 271: 19) è data all'uomo la possibilità di vedere concretizzarsi l'aspirazione della natura verso la perfezione nelle forme mancate. Nelle forme che "promettono" una forma e ne realizzano un'altra si scopre come tutte le forme tentino in realtà il compimento di un'unica forma fondamentale.