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La politica, i salotti buoni e la gente

di Manuel Zanarini - 30/04/2008

 

 

 

Week-end festivo ma anche di elezioni. Oltre alle amministrative italiane, si sono svolte anche quelle in Iran. In entrambi i casi hanno vinto le Destre.

Decisamente scontate quelle di Teheran, d’altronde che il popolo iraniano stia con i conservatori lo avevamo già detto. Viene confermata la vittoria della parte vicina agli Ayatollah, a Teheran conquistano 26 seggi su 30, mentre continua la disfatta, seppur con una leggere ripresa, dei riformisti.

Clamorosa invece la disfatta del PD in Italia. Prima di parlare della Capitale, trovo importante segnalare quello che è successo in Toscana, la Regione più “rossa” d’Italia. A Pisa il Centro-Destra è arrivato al 47%, il risultato più alto di sempre, Sandro Bondi è clamorosamente arrivato al ballottaggio per la Provincia di Massa Carrara, patria dell’anarchia italiana e terra “rossa” da sempre. Come se non bastasse per la prima volta nella storia, Viareggio non avrà un Sindaco di sinistra; infatti Verdini del PdL ha vinto le elezioni con oltre il 61% dei consensi.

A questo punto passiamo alla Caporetto della sinistra italiana: Roma.

Ribaltato completamente il risultato del primo turno, Rutelli è riuscito in solo 15 giorni ha perdere quasi 12 punti percentuali rispetto al suo avversario, nonostante l’intellighenzia “culturale”, la demonizzazione dell’avversario (“picchiatore fascista”), gli avvertimenti della potentissima comunità ebraica, ecc.

Politicamente parlando, insieme al risultato delle politiche, si può dire che sia completamente fallito il progetto PD, al contrario del successo del PdL. Inevitabile chiedersi come mai. Io penso che per prima cosa si possa affermare che il Partito Democratico non poteva funzionare. La classe dirigente ha deciso di rinnegare tutto ciò che era di Sinistra, per cercare un’improbabile rimonta al Centro, via i PACS e la laicità  e dentro la Binetti coi Teodem. Ora ci si lamenta che l’elettorato Comunista abbia preferito andare al mare piuttosto che votare Rutelli, ci si doveva pensare prima, tra l’altro mi pare il minimo per chi dopo oltre 60 anni è riuscito a cancellare la Sinistra dal Parlamento italiano.

Va anche detto che la classe politico-culturale alla sua guida è probabilmente la peggiore della storia di questa trasandata repubblica. Alla guida c’erano Prodi (il capo del peggior governo della storia), Veltroni (antipatico ed inviso alla gente di sinistra quasi quanto D’Alema), Rutelli (mi pare il caso di non infierire), mentre tra il gruppo dei “saggi costituenti” si annoverano menti del calibro di Gad Lerner (in questo caso infierire andrebbe contro la Convenzione di Ginevra!).

Ma aldilà delle considerazioni strettamente politiche, vorrei far notare come siano costanti le “sorprese elettorali”. Mi riferisco al fatto che sempre più spesso i risultati delle urne non rispecchiano mai le attese di “pensatori”, mass mediologi e politicanti di turno.

Per motivi “personali” seguo le vicende della Thailandia. Fino all’anno scorso il Presidente del Consiglio era Thaksin Shinawat, il Berlusconi del Siam, poi un colpo di stato militare, il più comico che abbia mai visto con le scolaresche in gita sui tank, lo ha deposto, sostenendo che la gente era stanca della sua corruzione. Quest’anno si è tornati alle urne, e tutti le “menti pensanti” di Bangkok sostenevano l’ineluttabile vittoria della sinistra, facilitata dalla messa fuori legge del partito di Thaksin. Ovviamente grande sorpresa: il partito che ha rimpiazzato la vecchia maggioranza, formato dai passati politici scappati dalle purghe militari, ha stravinto le elezioni. Tutti sorpresi tranne me! Secondo miei personalissimi exit-poll, Thaksin se si fosse ricandidato avrebbe vinto a mani basse!

Passiamo a Teheran. Secondo tutte le testate giornalistiche mondiali, i “politologi” alla Lerner, e tuttologi vari, in Iran ci sarebbe una dittatura oscurantista odiata dalla gente e sorretta solo dalla forza militare. Bene, si vota e sorpresa: i conservatori cancellano l’opposizione.

Veniamo a casa nostra. Grandiosa rimonta di Veltroni sbandierata per tutta la campagna elettorale, exit-poll in cui si parla di pareggio, anzi forse vince il PD, Rutelli che vince il primo turno e considera una formalità il ballottaggio. Anche qua sorpresa: sconfitta sul tutto il fronte!

 

La mia idea è che la politica ha totalmente perso il contatto con la realtà. Ormai è diventata assolutamente autorefernziale. Il caso più clamoroso è quello italiano. Secondo il centro-sinistra i problemi più gravi di questo paese sarebbero il conflitto di interessi e mandare “Rete 4” sul satellite; mentre la sicurezza, il degrado, l’impoverimento delle famiglie, sono bazzecole qualunquiste degne dei “razzisti polentoni” della Lega. A Roma, per anni, Veltroni & Co. hanno governato ingrazinadosi la ricca borghesia “benpensante” della Capitale: mostre cinematografiche, “chicchissimi” eventi culturali, rifacimenti di strade in pieno centro, ecc. Se ne sono altamente fregati delle borgate e della “gente comune”. Anche qua si risvegliano dal sogno: Alemanno che da sempre è radicato proprio nelle borgate e tra il “popolino” oggi li caccia a pedate dalla poltrona di Sindaco, ovviamente tra lo sconcerto del cantante, dell’attorucolo, del “filosofo”, che in questi 15 anni si sono sentiti importanti e realizzati.

Lo stesso succede per la stampa e gli analisti. Ormai più nessuno di loro “vive per strada” a contatto con la gente. Stanno tutti rintanati nei loro ammuffiti “salotti bene” a sorseggiare the e leggere coltissime riviste. Peccato che non si accorgano di quello che succede nella realtà. E’ per quello che in Italia si è convinte che in Iran esista una dittatura, che in Thailandia si pensa solo alla corruzione di Thaksin ed in Italia si parla di un PD come di un “progetto in cui credere” e si accusa il centro-desta di strumentalizzare la paura degli italiani.

Penso che sia giunta l’ora di smetterla di ascoltare questi saccenti sapientoni, e cominciare a parlare di più con la gente, se si vuole capire la realtà che ci circonda o pensare ad un’alternativa politica al regime liberal-capitalista imperante.