Tutti sono preoccupatissimi del fatto che il nostro PIL non crescerà o crescerà pochissimo in futuro.

Tutti sono preoccupatissimi perché, probabilmente, crescerà anche l’inflazione.

Tutti pensano che la migliore risposta a quello che si profila sia l’economia sostenibile.

Parlare di economia sostenibile, cosa che va tanto di moda, significa bere per non annegare.

Non ci si può illudere di risolvere problemi generati da un modello di sviluppo insostenibile semplicemente ri orientandone la crescita. Malthus secoli fa ha scritto che la crescita aritmetica delle risorse non è in grado di soddisfare la popolazione che, invece, cresce in modo geometrico: è impossibile. Noi oggi aggiungiamo che la crescita esponenziale di prodotti (in gran parte inutili) è insostenibile dal Pianeta e soffoca l’umanità.

L’economia sostenibile non preserva le famiglie ma i profitti.

Chi crede nella sostenibilità economica e la pubblicizza non fa nessuno sforzo, non costruisce una nuova visione, usa categorie vecchie di secoli per risolvere problemi nuovi e complessi: cura i tumori con sega e martello.

La Decrescita, oltre ad essere una scelta obbligata (cosa di cui si scordano i paladini della sostenibilità), armonizza ed ottimizza, costruisce per il lungo termine, per la necessità e non per la moda: essere e non apparire.

Partire dalla Persona e dalla Famiglia, stimolare l’autoproduzione e stili di vita sobri significa ricominciare a dare all’economia un ruolo accessorio per il nuovo rinascimento.

Economia ancilla Philosophiae atque Theologiae est.

Decrescere felicemente significa porre in essere un Modello di Sviluppo dell’Uomo di Tutto l’Uomo, un modello realmente integrale (il vero Sviluppo Sostenibile), in cui si ridefiniscono gli equilibri tra sottosistemi e si ricrea una visione d’insieme armonica tra di essi: essere nel mondo e non possederlo.