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Siate liberi! Si chiama così la nuova grande offensiva lanciata dalla Nato in Afghanistan

di Enrico Piovesana - 02/05/2008

Gli uomini delle compagnie Alpha e Bravo del 24° corpo di spedizione dei Marines sono veterani dell’Iraq. Hanno combattuto per mesi nella provincia di Al Anbar, il cuore del cosiddetto ‘Triangolo Sunnita’, oggi considerato ‘pacificato’ dalle truppe d’occupazione Usa.
Terminato il lavoro, questi professionisti della guerra sono stati mandati in quello che oggi il Pentagono considera il vero fronte caldo della ‘guerra globale al terrorismo’: l’Afghanistan.
Sono arrivati in 2.300 dopo una breve pausa in North Carolina. La loro missione afgana, sotto comando Isaf-Nato, durerà sette mesi e ha come obiettivo la riconquista delle roccaforti talebane nel sud dell’Afghnaistan.
 
Marines UsaAzada Wosa. Dopo un mese di preparazione e pianificazione, lunedì i Marines del 24° sono entrati in azione assieme a migliaia di soldati britannici e afgani nella provincia meridionale di Helmand. Si tratta della maggiore offensiva in questa regione dalla battaglia per la riconquista della roccaforte talebana di Musa Qala dello scorso dicembre. Questa volta, l’obiettivo è prendere il controllo militare di un altro importante bastione talebano: Garmsir, una città-mercato circondata da piantagioni di papavero da oppio e più fuori dal Dasht-i-Margo, il Deserto della Morte. Si trova una sessantina di chilometri a sud di Lashkargah, lungo il corso del fiume Helmand.
Il nome in codice di questa offensiva è Azada Wosa, che nella lingua dei pashtun significa ‘Siate Liberi’.
 
mappaL’attacco. La vera e propria offensiva è scattata ieri, prima dell’alba. Colonne di blindati veloci sono arrivate via terra da ovest, dall’avamposto britannico di Dwyer, quello dov’era andato a giocare alla guerra il principino Harry. Contemporaneamente, uno stormo di grandi elicotteri Usa da trasporto truppe decollati da Kandahar ha sorvolato a bassa quota il deserto a est di Garmsir, scaricando nelle vicinanze centinaia e centinaia di marines armati fino ai denti. Avanzando tra i campi di papavero i soldati statunitensi, britannici e afgani si sono avvicinati ai bordi della città, rispondendo al fuoco difensivo dei talebani con lanciarazzi e artiglieria. Sono immediatamente intervenuti i jet e gli elicotteri alleati, bombardando gli edifici di periferia da cui partiva il fuoco nemico.
 
Soldati britannici“Nessuna vittima”. La battaglia è proseguita per tutta la giornata, al termine della quale il comando Isaf-Nato ha dichiarato che Garmsir era stata riconquistata senza perdite da parte alleata. Nulla si sa sul numero di talebani uccisi. Riguardo ai civili afgani, i comandanti rassicurano che “la città era praticamente deserta perché la popolazione era fuggita da tempo”. Ma allora da dove è saltato fuori il bambino afgano di 11 anni di cui parlano tutte le agenzie di stampa, “ferito durante la battaglia da un razzo lanciato dai talebani” e amorevolmente soccorso dai soldati britannici “che lo hanno immediatamente portato in elicottero alla loro base dov’è stato sottoposto a intervento chirurgico”?
Anche Musa Qala, secondo la Nato, era deserta. Ma poi è venuto fuori che i civili c’erano, e a decine sono morti sotto le bombe dei ‘liberatori’.