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I partiti e la pioggia di miliardi di rimborsi elettorali

di Elio Veltri - 07/05/2008


 

A proposito di rimborso delle spese elettorali, comunemente inteso come finanziamento dello Stato ai partiti. La legislatura conclusasi con la crisi del governo Prodi, durata appena due anni, si è portata dietro l'intero finanziamento ai partiti. Insomma i rimborsi sono stati dati come se la legislatura fosse durata 5 anni. Questo grazie ad un decreto del precedente governo Berlusconi approvato dal Parlamento con il consenso generale.

Le elezioni appena fatte porteranno nelle casse dei partiti 407 milioni di euro e cioè circa 900 miliardi di vecchie lire. Come ha scritto il Corriere della Sera, nelle urne i partiti hanno trovato davvero un tesoro. Lo Stato dà molto di più di quanto i partiti dichiarano di spendere per le campagne elettorali. Un regalo nemmeno richiesto e a “caval donato non si guarda in bocca”.

Specificando meglio, i partiti che hanno superato il quorum dell'1% prenderanno i seguenti rimborsi:

- PDL: 160.446.990 euro;

- PD: 141.988.246;

- Lega Nord: 35.329.331

- UDC:24.081.774

- Di Pietro: 18.427.608;

- Sinistra Arcobaleno: 13.356.565

- La Destra( Storace): 9.629.998;

- MPA( lombardo): 4.670. 297

Come li spenderanno? Non si sa. Mancano i controlli e lo scrivono i revisori dei conti del parlamento. I Professori Angelo Cuva, Franco Fontana, Fabio Mastrangelo, Giuseppe Tinelli e il dottore Nicola Sposetti, revisori dei conti del finanziamento pubblico, ben retribuiti, scrivono che il loro lavoro è inutile perché la legge non prevede controlli nel merito.

Nonostante i controlli siano solo formali a margine di ciascun Partito che ha preso i soldi scrivono la frase: Il rendiconto non può essere considerato regolarmente redatto.

Se i revisori di un'azienda privata scrivessero la stessa cosa i responsabili di quell'azienda andrebbero in tribunale. Per i partiti non succede niente perché non sono responsabili di fronte alla legge.

Come mai nessuno, neanche Grillo, affronta questo problema? Mistero!