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Libano, il governo Siniora sfida Hizbollah

di Carlo M. Miele - 07/05/2008




In poche ore, il governo libanese ha ordinato la chiusura della rete di telecomunicazioni gestita da Hizbollah e rimosso il capo della sicurezza dell’aeroporto di Beirut, ritenuto vicino al Partito di dio. Entrambi - si legge in un comunicato emesso alla fine del consiglio dei ministri - rappresenterebbero una minaccia per sicurezza del Paese.

In particolare l'esecutivo del premier sunnita Fuad Sinora si è detto preoccupato per il ruolo svolto dalla rete telefonica privata del partito sciita di opposizione, che sarebbe “illegale” e rappresenterebbe una “violazione alla sovranità dello Stato e delle proprietà pubbliche”, e per il “ruolo che le organizzazioni iraniane svolgono in questo ambito”.

Strumento di difesa

I provvedimenti assunti dal governo hanno suscitato la pronta reazione di Hizbollah. Lo sceicco Naim Qassem, vice segretario generale della formazione sciita, ha avvertito che la rete telefonica costituisce “parte integrante” dell'apparato di sicurezza del movimento, e che il suo smantellamento rappresenta “una linea rossa che nessuno deve permettersi di varcare”.

La rete privata copre le roccaforti di Hezbollah nel sud e nell’est del Libano, e nei sobborghi meridionali di Beirut, e – a detta degli stessi sciiti - ha giocato un ruolo chiave nella sua guerra con Israele dell’estate 2006.

Anche per questo, ha aggiunto Qassem, “chi interferirà con la rete telefonica sarà trattato come se fosse una spia israeliana”.

Spionaggio all’aeroporto

A far crescere la tensione tra il governo di Beirut, sostenuto dall’Occidente, ed Hizbollah, vicino alla Siria e all’Iran, ha contribuito la rimozione – decisa sempre ieri – del generale Wafiq Shuqeir dall'incarico di responsabile della sicurezza dell'aeroporto della capitale.

La decisione arriva a una settimana dalla scoperta dell'esistenza di un apparato illegale di video-sorveglianza installato nei pressi dello scalo aereo, alla periferia meridionale di Beirut.

Secondo l’esecutivo Sinora - e nonostante le dichiarazioni di Hezbollah, che continua a negare ogni attività di spionaggio nell'aeroporto – nello scalo esisteva un sistema di telecamere utilizzato dagli sciiti per controllare la principale pista di decollo, e monitorare i movimenti dei mezzi e delle personalità libanesi più influenti.

Crisi politica senza soluzione

I duri provvedimenti del governo di Beirut arrivano mentre il Paese si trova nel pieno di una crisi politica che dura oramai da sei mesi, caratterizzata dal braccio di ferro tra maggioranza e opposizione.

Dal novembre scorso, dopo la scadenza del mandato di Emile Lahoud, il Libano è privo di un capo dello Stato. 18 tentativi compiuti da allora in Parlamento non sono stati sufficienti per raggiungere un accordo.

Difficile è anche la situazione economica. Per oggi è previsto uno sciopero generale indetto dall’opposizione per chiedere l’aumento dei salari e indurre il governo alle dimissioni.

Diversi osservatori libanesi e internazionali concordano nel parlare di rischio di nuove tensioni e nuove violenze politiche.